Essendo l’elaborato dedicato agli aspetti medico-legali della contenzione nell’ambito del trattamento sanitario obbligatorio, il primo capitolo concerne il TSO nei confronti del soggetto affetto da disagio psichico. Gli articoli 33-34-35 della legge 833/1978 disciplinano dunque gli aspetti tecnico-pratici relativi al TSO, cui ricorrere in via eccezionale nel rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona: nonostante il suo rifiuto, ritenuto invalido poiché inficiato dalla patologia mentale, il soggetto viene sottoposto a trattamento involontario, superandosi l’obbligo del suo consenso cosciente ed informato, versando in uno stato di alterazione psichica grave tale da richiedere urgenti interventi terapeutici subordinati al ricovero coattivo presso il SPDC. Il secondo capitolo si occupa della contenzione, extrema ratio che, per quanto talvolta inevitabile per salvaguardare la vita e l’integrità psicofisica del paziente, si manifesta come aspetto di criticità del trattamento psichiatrico. Dopo aver analizzato le diverse tipologie di contenzione, ovvero fisica, meccanica, farmacologica, ambientale e psicologica, si constata che nell’attuale ordinamento giuridico difetta una norma di legge che la legittimi: malgrado l’unico riferimento diretto, l’art. 60 R.D. 615/1909, pare possa ritenersi travolto da abrogazione tacita, la giurisprudenza tende a riconoscerne la sopravvivenza. Si esamina successivamente la principale argomentazione a sostegno della liceità della contenzione, ossia lo stato di necessità ex art. 54 c.p. Nel tentativo di fondare l’applicabilità della contenzione, essenziale è stato il più recente contributo della giurisprudenza attraverso la sentenza 50497/2018 inerente la vicenda giudiziaria correlata al caso Mastrogiovanni, con cui la Cassazione ha enunciato alcuni principi cardine, tra i quali quello più eminente secondo cui la contenzione costituisce pratica assistenziale priva di natura medica e di finalità terapeutica, svolgendo esclusivamente una mera funzione cautelare. Attualmente, essendo la contenzione oggetto di regolamentazione non uniforme attraverso le linee guida regionali, la Conferenza delle Regioni e delle P.A. ha raccomandato alle amministrazioni regionali di farsi carico di una meticolosa attività di monitoraggio al fine di soddisfare l’esigenza di trasparenza della pratica contentiva, possibilmente giungendo in futuro ad un suo superamento, come auspicato e ribadito dal CNB nel parere del 23/04/2015. Nel terzo capitolo si sono vagliati alcuni aspetti inerenti la responsabilità medica, recentemente riformata dalla legge Gelli-Bianco, prendendo le mosse dalla posizione di garanzia assunta dal professionista sanitario in forza dell’art. 40 comma 2 c.p. Nel fascio di obblighi che la compongono, infatti, potrebbe annoverarsi anche quello di contenere per tutelare la vita e la salute psicofisica del paziente o di terzi. Si prosegue quindi con la disamina di diverse ipotesi di responsabilità civile e penale del medico, tra cui la responsabilità per omessa contenzione, per contenzione impropriamente attuata e applicata in assenza dei presupposti di legittimità. Il capitolo si conclude rivolgendo lo sguardo al ruolo cruciale delle linee guida nell’orientare le condotte dei professionisti sanitari in ordine ai casi clinici concreti.

Aspetti medico-legali relativi alla contenzione nell'ambito del trattamento sanitario obbligatorio

FERLA, ANNACHIARA
2021/2022

Abstract

Essendo l’elaborato dedicato agli aspetti medico-legali della contenzione nell’ambito del trattamento sanitario obbligatorio, il primo capitolo concerne il TSO nei confronti del soggetto affetto da disagio psichico. Gli articoli 33-34-35 della legge 833/1978 disciplinano dunque gli aspetti tecnico-pratici relativi al TSO, cui ricorrere in via eccezionale nel rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona: nonostante il suo rifiuto, ritenuto invalido poiché inficiato dalla patologia mentale, il soggetto viene sottoposto a trattamento involontario, superandosi l’obbligo del suo consenso cosciente ed informato, versando in uno stato di alterazione psichica grave tale da richiedere urgenti interventi terapeutici subordinati al ricovero coattivo presso il SPDC. Il secondo capitolo si occupa della contenzione, extrema ratio che, per quanto talvolta inevitabile per salvaguardare la vita e l’integrità psicofisica del paziente, si manifesta come aspetto di criticità del trattamento psichiatrico. Dopo aver analizzato le diverse tipologie di contenzione, ovvero fisica, meccanica, farmacologica, ambientale e psicologica, si constata che nell’attuale ordinamento giuridico difetta una norma di legge che la legittimi: malgrado l’unico riferimento diretto, l’art. 60 R.D. 615/1909, pare possa ritenersi travolto da abrogazione tacita, la giurisprudenza tende a riconoscerne la sopravvivenza. Si esamina successivamente la principale argomentazione a sostegno della liceità della contenzione, ossia lo stato di necessità ex art. 54 c.p. Nel tentativo di fondare l’applicabilità della contenzione, essenziale è stato il più recente contributo della giurisprudenza attraverso la sentenza 50497/2018 inerente la vicenda giudiziaria correlata al caso Mastrogiovanni, con cui la Cassazione ha enunciato alcuni principi cardine, tra i quali quello più eminente secondo cui la contenzione costituisce pratica assistenziale priva di natura medica e di finalità terapeutica, svolgendo esclusivamente una mera funzione cautelare. Attualmente, essendo la contenzione oggetto di regolamentazione non uniforme attraverso le linee guida regionali, la Conferenza delle Regioni e delle P.A. ha raccomandato alle amministrazioni regionali di farsi carico di una meticolosa attività di monitoraggio al fine di soddisfare l’esigenza di trasparenza della pratica contentiva, possibilmente giungendo in futuro ad un suo superamento, come auspicato e ribadito dal CNB nel parere del 23/04/2015. Nel terzo capitolo si sono vagliati alcuni aspetti inerenti la responsabilità medica, recentemente riformata dalla legge Gelli-Bianco, prendendo le mosse dalla posizione di garanzia assunta dal professionista sanitario in forza dell’art. 40 comma 2 c.p. Nel fascio di obblighi che la compongono, infatti, potrebbe annoverarsi anche quello di contenere per tutelare la vita e la salute psicofisica del paziente o di terzi. Si prosegue quindi con la disamina di diverse ipotesi di responsabilità civile e penale del medico, tra cui la responsabilità per omessa contenzione, per contenzione impropriamente attuata e applicata in assenza dei presupposti di legittimità. Il capitolo si conclude rivolgendo lo sguardo al ruolo cruciale delle linee guida nell’orientare le condotte dei professionisti sanitari in ordine ai casi clinici concreti.
2021
Medical-legal aspects related to restraint in the context of compulsory medical treatment
Contenzione
TSO
medicina legale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11876