La tesi riassume la concezione della figura del detenuto pre e post riforma dell'ordinamento penitenziario, con il conseguente finale riconoscimento della titolarità dei diritti in capo ai detenuti. Nel primo capitolo propone l'evoluzione del pensiero dottrinale, giurisprudenziale e legislativo in materia. Nel secondo capitolo, analizza gli strumenti a tutela dei diritti dei detenuti contenuti nell'ordinamento penitenziario nel corso delle numerose modificazioni, riportando alcuni interventi della Corte Costituzionale e della Corte Europea dei diritti dell'Uomo che hanno affermato la necessità di una tutela giurisdizionale per la violazione dei diritti dei detenuti derivante da atti o comportamenti dell'amministrazione penitenziaria. Analizza, infine, l'intervento legislativo italiano del 2013 - causato dalla sentenza Torreggiani - che ha portato all'introduzione del reclamo giurisdizionale dei diritti dei detenuti al magistrato di sorveglianza, disciplinato dal combinato disposto degli artt. 35 bis e 69 o.p. Il capitolo espone l'oggetto del reclamo e la procedura da seguire. Nel terzo capitolo si analizza l'individuazione delle situazioni giuridiche soggettive tutelabili con tale strumento. L'individuazione di quali diritti siano in definitiva protetti dal nuovo strumento giurisdizionale è stato l'oggetto di un lungo dibattito che causa tutt'oggi incertezze sulla applicazione del nuovo strumento giurisdizionale. Si accenna alla distinzione in materia tra diritti soggettivi e interessi legittimi, diritti e aspettative di fatto, nonchè si enunciano i limiti che incontrano i diritti dell'uomo nella loro esplicazione all'interno delle mura detentiva, per giungere alla conclusione che solo la dignità umana sia l'unico limite invalicabile da rispettare anche nei confronti di chi si sia macchiato dei più gravi reati.
Diritti dei detenuti e reclamo al magistrato di sorveglianza
SCALABRIN, MARTA
2021/2022
Abstract
La tesi riassume la concezione della figura del detenuto pre e post riforma dell'ordinamento penitenziario, con il conseguente finale riconoscimento della titolarità dei diritti in capo ai detenuti. Nel primo capitolo propone l'evoluzione del pensiero dottrinale, giurisprudenziale e legislativo in materia. Nel secondo capitolo, analizza gli strumenti a tutela dei diritti dei detenuti contenuti nell'ordinamento penitenziario nel corso delle numerose modificazioni, riportando alcuni interventi della Corte Costituzionale e della Corte Europea dei diritti dell'Uomo che hanno affermato la necessità di una tutela giurisdizionale per la violazione dei diritti dei detenuti derivante da atti o comportamenti dell'amministrazione penitenziaria. Analizza, infine, l'intervento legislativo italiano del 2013 - causato dalla sentenza Torreggiani - che ha portato all'introduzione del reclamo giurisdizionale dei diritti dei detenuti al magistrato di sorveglianza, disciplinato dal combinato disposto degli artt. 35 bis e 69 o.p. Il capitolo espone l'oggetto del reclamo e la procedura da seguire. Nel terzo capitolo si analizza l'individuazione delle situazioni giuridiche soggettive tutelabili con tale strumento. L'individuazione di quali diritti siano in definitiva protetti dal nuovo strumento giurisdizionale è stato l'oggetto di un lungo dibattito che causa tutt'oggi incertezze sulla applicazione del nuovo strumento giurisdizionale. Si accenna alla distinzione in materia tra diritti soggettivi e interessi legittimi, diritti e aspettative di fatto, nonchè si enunciano i limiti che incontrano i diritti dell'uomo nella loro esplicazione all'interno delle mura detentiva, per giungere alla conclusione che solo la dignità umana sia l'unico limite invalicabile da rispettare anche nei confronti di chi si sia macchiato dei più gravi reati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11879