Questo elaborato tratta il potere di controllo del datore di lavoro e la privacy dei lavoratori. Ho analizzato le varie figure, di cui si avvale l’imprenditore, per la sorveglianza del patrimonio aziendale e per verificare l’adeguatezza della prestazione lavorativa svolta dal dipendete, ovvero, guardie giurate e personale di vigilanza. Successivamente mi sono soffermata sugli accertamenti sanitari e sulle visite personali di controllo. Ho trattato la libertà di opinione dei lavoratori sui luoghi aziendali e il divieto di indagini da parte del datore di lavoro. Questa norma, infatti, impone all’imprenditore di non effettuare sondaggi, sia in fase di assunzione e sia durante il rapporto di lavoro, sulle opinioni personali dei dipendenti. Un tema particolarmente interessante riguarda le modalità con cui il Jobs Act è intervenuto pesantemente sulla disposizione dell’art. 4 Stat. Lav., tuttora la norma più considerevole in materia di potere di controllo del datore di lavoro. Questo articolo proibisce di utilizzare apparecchiature per il controllo a distanza. Il divieto, però, viene meno qualora venga autorizzato dalle rappresentanze sindacali o dalla Direzione Territoriale del Lavoro perché giustificato da ragioni organizzative, produttive ovvero della sicurezza sul lavoro. Il divieto posto a monte viene attenuato, però, in presenza di controlli difensivi, in particolare quelli in senso stretto, i quali servono per prevenire, ex post, gli atti illeciti dei dipendenti di cui non si conosce l’identità, ma, di cui si teme una possibile reiterazione. Essi si basano su prove concrete e non hanno ad oggetto l’attività lavorativa. Successivamente ho spiegato come la riservatezza dei lavoratori viene messa sempre più a rischio con l’evoluzione delle nuove tecnologie. I computer, i tablet, gli smartphone, ma anche, Internet, la posta elettronica e il GPS nonostante siano degli importanti strumenti di lavoro, consentono, però, un maggiore e più frequente controllo sui soggetti che li utilizzano, andando, quindi, a ledere quel diritto fondamentale della privacy che spetta ad ogni lavoratore. In un contesto digitale, come quello che stiamo vivendo oggi, è, dunque, necessario domandarsi fino a che punto il progresso tecnologico oltre ad essere tecnicamente possibile, sia anche legalmente ed eticamente lecito.
Il potere di controllo del datore di lavoro e la privacy dei lavoratori.
POZZA, VERONICA
2021/2022
Abstract
Questo elaborato tratta il potere di controllo del datore di lavoro e la privacy dei lavoratori. Ho analizzato le varie figure, di cui si avvale l’imprenditore, per la sorveglianza del patrimonio aziendale e per verificare l’adeguatezza della prestazione lavorativa svolta dal dipendete, ovvero, guardie giurate e personale di vigilanza. Successivamente mi sono soffermata sugli accertamenti sanitari e sulle visite personali di controllo. Ho trattato la libertà di opinione dei lavoratori sui luoghi aziendali e il divieto di indagini da parte del datore di lavoro. Questa norma, infatti, impone all’imprenditore di non effettuare sondaggi, sia in fase di assunzione e sia durante il rapporto di lavoro, sulle opinioni personali dei dipendenti. Un tema particolarmente interessante riguarda le modalità con cui il Jobs Act è intervenuto pesantemente sulla disposizione dell’art. 4 Stat. Lav., tuttora la norma più considerevole in materia di potere di controllo del datore di lavoro. Questo articolo proibisce di utilizzare apparecchiature per il controllo a distanza. Il divieto, però, viene meno qualora venga autorizzato dalle rappresentanze sindacali o dalla Direzione Territoriale del Lavoro perché giustificato da ragioni organizzative, produttive ovvero della sicurezza sul lavoro. Il divieto posto a monte viene attenuato, però, in presenza di controlli difensivi, in particolare quelli in senso stretto, i quali servono per prevenire, ex post, gli atti illeciti dei dipendenti di cui non si conosce l’identità, ma, di cui si teme una possibile reiterazione. Essi si basano su prove concrete e non hanno ad oggetto l’attività lavorativa. Successivamente ho spiegato come la riservatezza dei lavoratori viene messa sempre più a rischio con l’evoluzione delle nuove tecnologie. I computer, i tablet, gli smartphone, ma anche, Internet, la posta elettronica e il GPS nonostante siano degli importanti strumenti di lavoro, consentono, però, un maggiore e più frequente controllo sui soggetti che li utilizzano, andando, quindi, a ledere quel diritto fondamentale della privacy che spetta ad ogni lavoratore. In un contesto digitale, come quello che stiamo vivendo oggi, è, dunque, necessario domandarsi fino a che punto il progresso tecnologico oltre ad essere tecnicamente possibile, sia anche legalmente ed eticamente lecito.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11884