ABSTRACT Contesto: Nell’ ultimo decennio, con l’aumento dei conflitti e delle instabilità sociopolitiche a livello globale, anche il fenomeno delle migrazioni di massa ha subito un incremento. A causa della pandemia da CoViD-19 molti governi hanno chiuso le frontiere ma questo non ha limitato le partenze di persone in fuga, alla ricerca di protezione da cataclismi, guerre o persecuzioni, le quali vanno ad occupare strutture di accoglienza temporanee, spesso sovraffollate, in cui le donne rappresentano un gruppo di popolazione vulnerabile. L’infermiere opera all’interno dei campi profughi, come parte del gruppo multiprofessionale, trovandosi a stretto contatto con le donne sfollate. Materiali e metodi: la presente revisione comprende una selezione di 20 pubblicazioni ottenute eseguendo tre ricerche nelle banche dati PubMed e Scopus. Risultati e discussione: I problemi di salute delle donne profughe sono legati ad eventi e condizioni che possono verificarsi durante tutto il periodo del loro viaggio migratorio e che riguardano condizioni igieniche e ambientali, discriminazione e violenza di genere, sfruttamento sessuale e traumi. Nei contesti umanitari, grazie alla sua formazione ed alla vocazione personale, l’infermiere può assumere un ruolo importante nell’identificare i bisogni di salute delle donne, inviandole precocemente verso corretti percorsi di assistenza e cura. Conclusioni: le donne profughe presentano differenti problemi di salute che riguardano anche la sfera esistenziale. Poiché si fidano degli infermieri, desiderano che la loro condizione venga affrontata con un approccio olistico. Parole chiave: refugee women, refugee camps, human rights, transcultural nursing.
L'infermiere e i bisogni di salute delle donne all'interno dei campi profughi: revisione della letteratura
DRUSIAN, LINDA
2020/2021
Abstract
ABSTRACT Contesto: Nell’ ultimo decennio, con l’aumento dei conflitti e delle instabilità sociopolitiche a livello globale, anche il fenomeno delle migrazioni di massa ha subito un incremento. A causa della pandemia da CoViD-19 molti governi hanno chiuso le frontiere ma questo non ha limitato le partenze di persone in fuga, alla ricerca di protezione da cataclismi, guerre o persecuzioni, le quali vanno ad occupare strutture di accoglienza temporanee, spesso sovraffollate, in cui le donne rappresentano un gruppo di popolazione vulnerabile. L’infermiere opera all’interno dei campi profughi, come parte del gruppo multiprofessionale, trovandosi a stretto contatto con le donne sfollate. Materiali e metodi: la presente revisione comprende una selezione di 20 pubblicazioni ottenute eseguendo tre ricerche nelle banche dati PubMed e Scopus. Risultati e discussione: I problemi di salute delle donne profughe sono legati ad eventi e condizioni che possono verificarsi durante tutto il periodo del loro viaggio migratorio e che riguardano condizioni igieniche e ambientali, discriminazione e violenza di genere, sfruttamento sessuale e traumi. Nei contesti umanitari, grazie alla sua formazione ed alla vocazione personale, l’infermiere può assumere un ruolo importante nell’identificare i bisogni di salute delle donne, inviandole precocemente verso corretti percorsi di assistenza e cura. Conclusioni: le donne profughe presentano differenti problemi di salute che riguardano anche la sfera esistenziale. Poiché si fidano degli infermieri, desiderano che la loro condizione venga affrontata con un approccio olistico. Parole chiave: refugee women, refugee camps, human rights, transcultural nursing.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11912