Problema: Grazie al progresso medico-scientifico, un numero sempre maggiore di assistiti sopravvive a malattie critiche gravi necessitando del ricovero in TI e risentendo spesso delle complicanze a breve e lungo termine correlate all’immobilizzazione tra cui la sindrome da debolezza acquisita (ICUAW). Essa consiste in una paralisi flaccida, con eziologia multifattoriale, che si sviluppa principalmente nei muscoli degli arti inferiori e respiratori, non associata ad altra causa se non la malattia critica. È importante agire sui fattori di rischio. L’obiettivo è quello di definire la potenziale efficacia di interventi di mobilizzazione precoce nella prevenzione dell’ICUAW e delle complicanze associate e indagare gli aspetti correlati a questa pratica, nonché la percezione e l’atteggiamento del personale infermieristico. Materiale e metodi: La ricerca bibliografica è stata condotta da Ottobre 2021 a Gennaio 2022, consultando diverse banche bibliografiche, tra cui PubMed, CINAHL, Cochrane Library, Google Scholar e ILISI; dopo aver definito il quesito di ricerca. Di 820 record ottenuti, 154 articoli sono stati analizzati e 106 inclusi nella revisione finale. Risultati: Nonostante l’eterogeneità nelle definizioni e tra i vari studi, l’EM si è dimostrata sicura e fattibile nei pazienti critici, anche in quelli ventilati meccanicamente, in terapia con vasopressori, sottoposti ad ECMO o CRRT e con dispositivi in situ. Eventi di sicurezza sono limitati e solitamente a risoluzione spontanea interrompendo la sessione di mobilizzazione, senza conseguenze mediche associate. L’incidenza dell’ICUAW è significativamente ridotta nei pazienti mobilizzati, il tempo ottimale di inizio della pratica è inferiore a 72 ore dall’amissione in TI. Esiti a lungo termine come mortalità e ripresa del lavoro in seguito al ricovero necessitano di ulteriori studi. Diverse barriere correlate al paziente, strutturali, culturali e relative al processo, sono state riscontrate. L’istituzione di protocolli e criteri di sicurezza, così come maggiore formazione del personale e lavoro interdisciplinare possono rivelarsi utili. Conclusione: L’EM dovrebbe essere applicata di routine nei pazienti critici al fine di prevenire le complicanze correlate all’immobilizzazione. Sono necessari ulteriori studi, con omogeneità nel disegno, al fine di standardizzare definizione, modalità, tempi, ruoli e responsabilità.

Interventi di mobilizzazione precoce per la prevenzione della sindrome da debolezza acquisita in terapia intensiva

MARCOLONGO, ALICE
2020/2021

Abstract

Problema: Grazie al progresso medico-scientifico, un numero sempre maggiore di assistiti sopravvive a malattie critiche gravi necessitando del ricovero in TI e risentendo spesso delle complicanze a breve e lungo termine correlate all’immobilizzazione tra cui la sindrome da debolezza acquisita (ICUAW). Essa consiste in una paralisi flaccida, con eziologia multifattoriale, che si sviluppa principalmente nei muscoli degli arti inferiori e respiratori, non associata ad altra causa se non la malattia critica. È importante agire sui fattori di rischio. L’obiettivo è quello di definire la potenziale efficacia di interventi di mobilizzazione precoce nella prevenzione dell’ICUAW e delle complicanze associate e indagare gli aspetti correlati a questa pratica, nonché la percezione e l’atteggiamento del personale infermieristico. Materiale e metodi: La ricerca bibliografica è stata condotta da Ottobre 2021 a Gennaio 2022, consultando diverse banche bibliografiche, tra cui PubMed, CINAHL, Cochrane Library, Google Scholar e ILISI; dopo aver definito il quesito di ricerca. Di 820 record ottenuti, 154 articoli sono stati analizzati e 106 inclusi nella revisione finale. Risultati: Nonostante l’eterogeneità nelle definizioni e tra i vari studi, l’EM si è dimostrata sicura e fattibile nei pazienti critici, anche in quelli ventilati meccanicamente, in terapia con vasopressori, sottoposti ad ECMO o CRRT e con dispositivi in situ. Eventi di sicurezza sono limitati e solitamente a risoluzione spontanea interrompendo la sessione di mobilizzazione, senza conseguenze mediche associate. L’incidenza dell’ICUAW è significativamente ridotta nei pazienti mobilizzati, il tempo ottimale di inizio della pratica è inferiore a 72 ore dall’amissione in TI. Esiti a lungo termine come mortalità e ripresa del lavoro in seguito al ricovero necessitano di ulteriori studi. Diverse barriere correlate al paziente, strutturali, culturali e relative al processo, sono state riscontrate. L’istituzione di protocolli e criteri di sicurezza, così come maggiore formazione del personale e lavoro interdisciplinare possono rivelarsi utili. Conclusione: L’EM dovrebbe essere applicata di routine nei pazienti critici al fine di prevenire le complicanze correlate all’immobilizzazione. Sono necessari ulteriori studi, con omogeneità nel disegno, al fine di standardizzare definizione, modalità, tempi, ruoli e responsabilità.
2020
Early mobilization interventions for prevention of ICU acquired weakness syndrome
Early mobilization
Acquired weakness
Critical care
Immobilization
Nurs*
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11921