ABSTRACT Background: il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un retrovirus appartenente alla sottofamiglia dei Lentivirus, caratterizzata da uno spiccato tropismo per i linfociti T. E’ responsabile della la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), che, prima dell’avvento della terapia antiretrovirale, determinava un’aspettativa di vita di pochi anni. Nel mondo, ad oggi, l’epidemia ha causato più di 25 milioni di vittime e sono più di 60 milioni le persone che hanno contratto l’infezione. Attualmente l’approccio terapeutico si basa sull’ Highly Active Anti-Retroviral Therapy (HAART) che nonostante l’elevata efficacia richiede un’assunzione quotidiana con il rischio di importanti effetti collaterali. Obiettivi dello studio: valutare grado di soddisfazione e di aderenza delle pazienti HIV positive alla terapia antiretrovirale HAART e la conoscenza e l’eventuale preferenza della formulazione iniettabile Long Acting Injectable (LAI) che prevede la somministrazione intramuscolo di due nuovi antiretrovirali mensilmente o bimestralmente e che sarà disponibile a breve. Materiali e metodi: al fine di indagare il punto di vista delle donne sieropositive, nel periodo Dicembre 2021- Marzo 2022, è stato somministrato un questionario anonimo alle pazienti che si recavano nell’ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale di Padova per i controlli di routine. Risultati: circa il 70% del campione studiato assume la terapia HAART da più di 10 anni e il 72,2% si ritiene soddisfatta anche se il 41.8 % percepisce l’assunzione quotidiana come un impegno faticoso, in particolare quelle con un livello d’istruzione più alto [adjOR = 3,58 (IC95%:1,04-12,35), p=0,043]. Le donne meno complianti hanno uno stile di vita non regolare [B = 0,68 (IC95%:0,10;1,27), p=0,023]. Le donne senza figli, inoltre, percepiscono maggiore interferenza tra l’assunzione della HAART e la loro vita sociale e affettiva [B= -1,93 (IC95%: -3,37; -0,49), p=0,010]. Circa la metà delle donne intervistate era a conoscenza dell’imminente disponibilità della terapia LAI e complessivamente il 77% del campione ha comunque espresso una preferenza all’eventuale passaggio alla terapia LAI, in particolare le donne con un’età inferiore ai 50 anni [adjOR = 7,74 (IC95%: 1,10; 54,43), p = 0,040]. Conclusioni: la terapia LAI potrebbe, nel prossimo futuro, rappresentare un valido strumento per migliorare la qualità di vita delle donne sieropositive aumentando la compliance alla terapia e riducendo il grado di interferenza della malattia nella vita sociale, affettiva e lavorativa. Keywords: HIV, terapia HAART, terapia LAI, punto di vista, questionario, donne sieropositive
Terapia long-acting: il punto di vista delle donne HIV positive
RAMAGLIONI, MICHELE
2020/2021
Abstract
ABSTRACT Background: il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un retrovirus appartenente alla sottofamiglia dei Lentivirus, caratterizzata da uno spiccato tropismo per i linfociti T. E’ responsabile della la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), che, prima dell’avvento della terapia antiretrovirale, determinava un’aspettativa di vita di pochi anni. Nel mondo, ad oggi, l’epidemia ha causato più di 25 milioni di vittime e sono più di 60 milioni le persone che hanno contratto l’infezione. Attualmente l’approccio terapeutico si basa sull’ Highly Active Anti-Retroviral Therapy (HAART) che nonostante l’elevata efficacia richiede un’assunzione quotidiana con il rischio di importanti effetti collaterali. Obiettivi dello studio: valutare grado di soddisfazione e di aderenza delle pazienti HIV positive alla terapia antiretrovirale HAART e la conoscenza e l’eventuale preferenza della formulazione iniettabile Long Acting Injectable (LAI) che prevede la somministrazione intramuscolo di due nuovi antiretrovirali mensilmente o bimestralmente e che sarà disponibile a breve. Materiali e metodi: al fine di indagare il punto di vista delle donne sieropositive, nel periodo Dicembre 2021- Marzo 2022, è stato somministrato un questionario anonimo alle pazienti che si recavano nell’ambulatorio di Malattie Infettive dell’Ospedale di Padova per i controlli di routine. Risultati: circa il 70% del campione studiato assume la terapia HAART da più di 10 anni e il 72,2% si ritiene soddisfatta anche se il 41.8 % percepisce l’assunzione quotidiana come un impegno faticoso, in particolare quelle con un livello d’istruzione più alto [adjOR = 3,58 (IC95%:1,04-12,35), p=0,043]. Le donne meno complianti hanno uno stile di vita non regolare [B = 0,68 (IC95%:0,10;1,27), p=0,023]. Le donne senza figli, inoltre, percepiscono maggiore interferenza tra l’assunzione della HAART e la loro vita sociale e affettiva [B= -1,93 (IC95%: -3,37; -0,49), p=0,010]. Circa la metà delle donne intervistate era a conoscenza dell’imminente disponibilità della terapia LAI e complessivamente il 77% del campione ha comunque espresso una preferenza all’eventuale passaggio alla terapia LAI, in particolare le donne con un’età inferiore ai 50 anni [adjOR = 7,74 (IC95%: 1,10; 54,43), p = 0,040]. Conclusioni: la terapia LAI potrebbe, nel prossimo futuro, rappresentare un valido strumento per migliorare la qualità di vita delle donne sieropositive aumentando la compliance alla terapia e riducendo il grado di interferenza della malattia nella vita sociale, affettiva e lavorativa. Keywords: HIV, terapia HAART, terapia LAI, punto di vista, questionario, donne sieropositiveFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/11926