Background. La disidratazione rappresenta il 7% delle cause di ospedalizzazione in soggetti con età maggiore di 65 anni e con una degenza media di 14 giorni. In istituzioni di lungo degenza, come ad esempio nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, la prevalenza di disidratazione arriva all’82% negli anziani con febbre e alterazioni dell’introito di liquidi. Studi evidenziano che il 17,5% dei pazienti ricoverati con diagnosi principale di disidratazione muore entro 30 giorni, mentre le persone ricoverate per altre cause, ma con associata disidratazione presentano comunque un significativo aumento della mortalità, che può raggiungere anche il 45-50%. L’anziano è particolarmente vulnerabile e la disidratazione in questa fascia di età è associata a una compromissione generale dello stato di salute. Finalità e Obiettivi. Questa revisione si propone di ricercare in letteratura evidenze sui più recenti interventi di prevenzione e di gestione infermieristica della disidratazione nei pazienti anziani ospedalizzati. L’obiettivo secondario è la presa in carico del paziente, il coinvolgimento e l’educazione del personale infermieristico e dei familiari come soggetti coinvolti nel piano assistenziale. Materiali e Metodo. Per la stesura del presente lavoro, è stata condotta una ricerca in letteratura all'interno delle seguenti banche dati: PUBMED/MEDLINE, COCHRANE LIBRARY, EVIDENCE BASED NURSING, SCOPUS, applicando precisi criteri di selezione. Risultati. La ricerca in letteratura ha permesso di individuare 9 studi appartenenti alla letteratura primaria e secondaria. I risultati emersi dall’analisi dei documenti selezionati dimostrano che nell’anziano piccole carenze idriche possono determinare importanti esiti negativi come l’insorgenza di patologie, disabilità, disturbi cognitivi e mortalità. Conclusioni. Non tutti gli studi analizzati hanno soddisfatto i requisiti di ricerca pertanto, è necessario che vengano prodotti RCT di alta qualità con maggiore numerosità campionaria e durata dello studio, che utilizzino gli stessi strumenti di valutazione dell’ efficacia delle strategie implementate. Inoltre la ricerca futura dovrebbe mirare alla produzione di nuove linee guida come strumento per la presa in carico della paziente con disidratazione, al fine di rendere gli interventi più efficaci sotto molti aspetti.

Gli interventi non farmacologici per la prevenzione della disidratazione nell'anziano: una revisione della letteratura.

TINELLO, ADRIANO
2020/2021

Abstract

Background. La disidratazione rappresenta il 7% delle cause di ospedalizzazione in soggetti con età maggiore di 65 anni e con una degenza media di 14 giorni. In istituzioni di lungo degenza, come ad esempio nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, la prevalenza di disidratazione arriva all’82% negli anziani con febbre e alterazioni dell’introito di liquidi. Studi evidenziano che il 17,5% dei pazienti ricoverati con diagnosi principale di disidratazione muore entro 30 giorni, mentre le persone ricoverate per altre cause, ma con associata disidratazione presentano comunque un significativo aumento della mortalità, che può raggiungere anche il 45-50%. L’anziano è particolarmente vulnerabile e la disidratazione in questa fascia di età è associata a una compromissione generale dello stato di salute. Finalità e Obiettivi. Questa revisione si propone di ricercare in letteratura evidenze sui più recenti interventi di prevenzione e di gestione infermieristica della disidratazione nei pazienti anziani ospedalizzati. L’obiettivo secondario è la presa in carico del paziente, il coinvolgimento e l’educazione del personale infermieristico e dei familiari come soggetti coinvolti nel piano assistenziale. Materiali e Metodo. Per la stesura del presente lavoro, è stata condotta una ricerca in letteratura all'interno delle seguenti banche dati: PUBMED/MEDLINE, COCHRANE LIBRARY, EVIDENCE BASED NURSING, SCOPUS, applicando precisi criteri di selezione. Risultati. La ricerca in letteratura ha permesso di individuare 9 studi appartenenti alla letteratura primaria e secondaria. I risultati emersi dall’analisi dei documenti selezionati dimostrano che nell’anziano piccole carenze idriche possono determinare importanti esiti negativi come l’insorgenza di patologie, disabilità, disturbi cognitivi e mortalità. Conclusioni. Non tutti gli studi analizzati hanno soddisfatto i requisiti di ricerca pertanto, è necessario che vengano prodotti RCT di alta qualità con maggiore numerosità campionaria e durata dello studio, che utilizzino gli stessi strumenti di valutazione dell’ efficacia delle strategie implementate. Inoltre la ricerca futura dovrebbe mirare alla produzione di nuove linee guida come strumento per la presa in carico della paziente con disidratazione, al fine di rendere gli interventi più efficaci sotto molti aspetti.
2020
Non-pharmacological interventions for the prevention of dehydration in the elderly: a review of the literature.
anziano
disidratazione
prevenzione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11929