L’isola di Vallevecchia, nell’Alto Adriatico, presenta un litorale privo di urbanizzazione, nel quale è ancora possibile vedere l’ecosistema dunale originale. Questo, nella parte consolidata, ospita una delle piantagioni artificiali di pino, che in epoca non lontana, interessavano quasi tutto il litorale veneto. Questa pineta rappresenta oggi un “bosco” che manca di presupposti produttivi significativi, ma che riveste un ruolo importante sotto il profilo della difesa idrogeologica, rispondendo contemporaneamente ad una richiesta di benefici di carattere estetico - ricreativo particolarmente pressante. Purtroppo, l’artificialità che lo caratterizza gli conferisce un’instabilità di fondo, che richiede un’attenzione particolare nell’esecuzione dell’ordinaria gestione e nella valutazione di ogni intervento che si prevede svolgere all’interno di esso. E’ per questo motivo che nel 2003 è stato avviato un progetto sperimentale, che prevede la graduale sostituzione del soprassuolo attraverso sottopiantagioni con specie proprie dell’orno-lecceta, considerata la formazione vegetale potenziale. L’obiettivo della tesi è stato quello di analizzare le dinamiche di crescita del leccio in 4 aree di saggio con differenti caratteristiche. Attraverso le misurazioni effettuate è stato possibile evidenziare le situazioni che presentano le caratteristiche migliori per l’accrescimento delle specie piantate.

Introduzione della vegetazione potenziale nelle pinete artificiali del litorale veneto. Un caso di studio nell'isola di Vallevecchia.

Rossetti, Valentina
2010/2011

Abstract

L’isola di Vallevecchia, nell’Alto Adriatico, presenta un litorale privo di urbanizzazione, nel quale è ancora possibile vedere l’ecosistema dunale originale. Questo, nella parte consolidata, ospita una delle piantagioni artificiali di pino, che in epoca non lontana, interessavano quasi tutto il litorale veneto. Questa pineta rappresenta oggi un “bosco” che manca di presupposti produttivi significativi, ma che riveste un ruolo importante sotto il profilo della difesa idrogeologica, rispondendo contemporaneamente ad una richiesta di benefici di carattere estetico - ricreativo particolarmente pressante. Purtroppo, l’artificialità che lo caratterizza gli conferisce un’instabilità di fondo, che richiede un’attenzione particolare nell’esecuzione dell’ordinaria gestione e nella valutazione di ogni intervento che si prevede svolgere all’interno di esso. E’ per questo motivo che nel 2003 è stato avviato un progetto sperimentale, che prevede la graduale sostituzione del soprassuolo attraverso sottopiantagioni con specie proprie dell’orno-lecceta, considerata la formazione vegetale potenziale. L’obiettivo della tesi è stato quello di analizzare le dinamiche di crescita del leccio in 4 aree di saggio con differenti caratteristiche. Attraverso le misurazioni effettuate è stato possibile evidenziare le situazioni che presentano le caratteristiche migliori per l’accrescimento delle specie piantate.
2010
40
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/13715