Nel presente lavoro sono stati esaminati gli effetti di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo dei suini, sulle prestazioni d’accrescimento misurate infra-vitam sugli animali. Lo scopo della prova sperimentale era verificare l’ipotesi secondo cui la somministrazione di livelli di proteina inferiori a quelli tradizionalmente impiegati, senza ulteriori integrazioni aminoacidiche, non presenta ripercussioni negative sulle prestazioni del suino pesante. Infatti, la peculiarità di questo tipo di produzione, tipicamente italiana, si riflette sulla mancanza in letteratura di dati relativi all’influenza di un’alimentazione ipoproteica su animali che debbono raggiungere i 160 kg di peso in almeno 9 mesi, come previsto dai disciplinari di produzione di alcuni tra i più rinomati prodotti nazionali. La prova sperimentale è stata condotta presso l'Azienda Agraria Sperimentale "L. Toniolo" dell’Università di Padova (Legnaro, PD). Gli animali utilizzati nella prova erano 160 suini ibridi Goland, suddivisi in 2 cicli di prova. Questi sono arrivati presso le strutture di stabulazione ad un peso vivo medio di 98 kg, e sono stati seguiti fino alla macellazione, avvenuta ad un peso medio di 167,4 kg. Le diete somministrate erano contraddistinte da livelli proteici decrescenti, da un massimo di 14,6% di proteina grezza fino ad un livello minimo pari al 10,7%. La quota di mangime somministrato quotidianamente partiva da 2,3 kg, ed è arrivata fino ai 3,2 kg/d distribuiti al termine della prova. I box in cui si è svolta la sperimentazione disponevano di superfici più che compatibili con i vincoli imposti in merito al benessere animale, ed erano dotati ciascuno di una stazione di autoalimentazione. Grazie a queste ultime sono stati registrati i dati relativi ai consumi alimentari di ogni singolo suino, reso riconoscibile mediante un trasponder auricolare. I due cicli di prova hanno avuto una durata di 102 e 112 giorni rispettivamente, e durante questi periodi sono stati rilevati i dati concernenti il peso vivo e lo spessore del grasso dorsale. L’analisi statistica condotta sui dati ottenuti ha permesso di confermare l’ipotesi della tesi, poiché la riduzione del livello proteico ed aminoacidico non ha avuto ripercussioni significative sulle prestazioni infra-vitam ottenute, che sono da considerarsi ottimali per il suino pesante (accrescimento medio giornaliero di 0,65 kg/d, indice di conversione medio pari a 4). Il peso finale, l’accrescimento giornaliero, l’indice di conversione, il consumo totale e i parametri relativi allo spessore del grasso dorsale non sono risultati significativamente influenzati dalle differenti formulazioni proteiche. Il genotipo, e l’interazione tra dieta e genotipo, hanno invece avuto ripercussioni significative sul peso finale raggiunto dagli animali. I risultati a cui si è giunti nell’ambito della presente tesi indicano come sia possibile ottenere suini pesanti con un minor impatto ambientale e con benefici economici per gli allevatori, e si prestano ad essere un punto di partenza per un approfondimento dell’impatto delle differenti linee genetiche sull’utilizzo delle 4 diete somministrate.

Effetto di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo dell'animale sulle performance di accrescimento di suini ibridi Goland.

Bagatella, Erika
2010/2011

Abstract

Nel presente lavoro sono stati esaminati gli effetti di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo dei suini, sulle prestazioni d’accrescimento misurate infra-vitam sugli animali. Lo scopo della prova sperimentale era verificare l’ipotesi secondo cui la somministrazione di livelli di proteina inferiori a quelli tradizionalmente impiegati, senza ulteriori integrazioni aminoacidiche, non presenta ripercussioni negative sulle prestazioni del suino pesante. Infatti, la peculiarità di questo tipo di produzione, tipicamente italiana, si riflette sulla mancanza in letteratura di dati relativi all’influenza di un’alimentazione ipoproteica su animali che debbono raggiungere i 160 kg di peso in almeno 9 mesi, come previsto dai disciplinari di produzione di alcuni tra i più rinomati prodotti nazionali. La prova sperimentale è stata condotta presso l'Azienda Agraria Sperimentale "L. Toniolo" dell’Università di Padova (Legnaro, PD). Gli animali utilizzati nella prova erano 160 suini ibridi Goland, suddivisi in 2 cicli di prova. Questi sono arrivati presso le strutture di stabulazione ad un peso vivo medio di 98 kg, e sono stati seguiti fino alla macellazione, avvenuta ad un peso medio di 167,4 kg. Le diete somministrate erano contraddistinte da livelli proteici decrescenti, da un massimo di 14,6% di proteina grezza fino ad un livello minimo pari al 10,7%. La quota di mangime somministrato quotidianamente partiva da 2,3 kg, ed è arrivata fino ai 3,2 kg/d distribuiti al termine della prova. I box in cui si è svolta la sperimentazione disponevano di superfici più che compatibili con i vincoli imposti in merito al benessere animale, ed erano dotati ciascuno di una stazione di autoalimentazione. Grazie a queste ultime sono stati registrati i dati relativi ai consumi alimentari di ogni singolo suino, reso riconoscibile mediante un trasponder auricolare. I due cicli di prova hanno avuto una durata di 102 e 112 giorni rispettivamente, e durante questi periodi sono stati rilevati i dati concernenti il peso vivo e lo spessore del grasso dorsale. L’analisi statistica condotta sui dati ottenuti ha permesso di confermare l’ipotesi della tesi, poiché la riduzione del livello proteico ed aminoacidico non ha avuto ripercussioni significative sulle prestazioni infra-vitam ottenute, che sono da considerarsi ottimali per il suino pesante (accrescimento medio giornaliero di 0,65 kg/d, indice di conversione medio pari a 4). Il peso finale, l’accrescimento giornaliero, l’indice di conversione, il consumo totale e i parametri relativi allo spessore del grasso dorsale non sono risultati significativamente influenzati dalle differenti formulazioni proteiche. Il genotipo, e l’interazione tra dieta e genotipo, hanno invece avuto ripercussioni significative sul peso finale raggiunto dagli animali. I risultati a cui si è giunti nell’ambito della presente tesi indicano come sia possibile ottenere suini pesanti con un minor impatto ambientale e con benefici economici per gli allevatori, e si prestano ad essere un punto di partenza per un approfondimento dell’impatto delle differenti linee genetiche sull’utilizzo delle 4 diete somministrate.
2010
69
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