Negli ultimi anni l’ingegneria dei tessuti biologici ha permesso un miglioramento della qualità della vita grazie alle sue applicazioni nell’ambito della medicina rigenerativa. In particolare, per l’ingegnerizzazione della cartilagine articolare, tessuto con limitatissima capacità autorigenerativa, sono stati sviluppati diversi tipi di bioreattori che, a differenza delle tradizionali colture cellulari statiche, favoriscono l’adesione e la crescita di condrociti o cellule staminali mesenchimali - in maniera dinamicamente controllata - su supporti polimerici tridimensionali biodegradabili. I bioreattori per il tessuto cartilagineo possiedono, solitamente, un sistema a perfusione per l’ottimizzazione del trasporto di nutrienti, ossigeno e prodotti di scarto, e sistemi di applicazione di stimoli meccanici, quali pressione idrostatica e idrodinamica, sforzi di taglio e compressione dinamica per conferire al neotessuto le proprietà fisiche e strutturali della cartilagine nativa. Un successo in ambito clinico e ospedaliero sarà veramente possibile, però, solo quando verranno colmate le attuali lacune legislative riguardanti l’ingegneria tissutale e quando sarà possibile definire precise relazioni di causa-effetto tra la modulazione dei parametri di coltura e le risultanti proprietà del tessuto
Bioreattori per l'ingegneria tissutale della cartilagine
De Zanet, Denise
2010/2011
Abstract
Negli ultimi anni l’ingegneria dei tessuti biologici ha permesso un miglioramento della qualità della vita grazie alle sue applicazioni nell’ambito della medicina rigenerativa. In particolare, per l’ingegnerizzazione della cartilagine articolare, tessuto con limitatissima capacità autorigenerativa, sono stati sviluppati diversi tipi di bioreattori che, a differenza delle tradizionali colture cellulari statiche, favoriscono l’adesione e la crescita di condrociti o cellule staminali mesenchimali - in maniera dinamicamente controllata - su supporti polimerici tridimensionali biodegradabili. I bioreattori per il tessuto cartilagineo possiedono, solitamente, un sistema a perfusione per l’ottimizzazione del trasporto di nutrienti, ossigeno e prodotti di scarto, e sistemi di applicazione di stimoli meccanici, quali pressione idrostatica e idrodinamica, sforzi di taglio e compressione dinamica per conferire al neotessuto le proprietà fisiche e strutturali della cartilagine nativa. Un successo in ambito clinico e ospedaliero sarà veramente possibile, però, solo quando verranno colmate le attuali lacune legislative riguardanti l’ingegneria tissutale e quando sarà possibile definire precise relazioni di causa-effetto tra la modulazione dei parametri di coltura e le risultanti proprietà del tessutoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/13994