L’esplosione del mercato fotovoltaico in Europa e pure in Italia dell’ultima decina di anni ha comportato l’installazione di milioni di moduli fotovoltaici su ogni metro quadrato esposto al sole, dai tetti delle abitazioni alle coperture dei capannoni per finire con gli impianti a terra sui campi coltivati fino a poco tempo fa. Facendo riferimento ad una vita media stimata per tali dispositivi che si aggira tra i venti ed i trent’anni, almeno stando a quanto affermano i costruttori, si capisce chiaramente che tra una decina d’anni ci si troverà a dover fare i conti con un volume di moduli da dismettere non indifferente. Le attuali tecnologie esistenti per il riciclo dei moduli fotovoltaici, pur consentendo il riciclo di un’elevata percentuale dei materiali presenti, sono affette da problemi legati all’economicità dei processi ed in parte alla produzione di gas tossico-nocivi. Ciò che si è cercato di verificare nell’ambito di questa tesi è la possibilità di attivare una metodologia per il disassemblaggio dei moduli fotovoltaici che non comporti la formazione di gas tossico nocivi unitamente ad un processo rapido che consenta quindi al contempo di limitarne i costi. La possibilità di riscaldare gli elementi polimerici presenti nel modulo, mediante riscaldamento per perdite dielettriche come avviene già in fase di laminazione dei moduli stessi, lascia ben sperare circa la possibilità di industrializzare tale metodologia ottenendo al contempo il riciclo di una percentuale maggiore dei materiali impiegati
Tecnologie elettrotermiche per il riciclo di moduli fotovoltaici in c-Si
Pozza, Stefano
2012/2013
Abstract
L’esplosione del mercato fotovoltaico in Europa e pure in Italia dell’ultima decina di anni ha comportato l’installazione di milioni di moduli fotovoltaici su ogni metro quadrato esposto al sole, dai tetti delle abitazioni alle coperture dei capannoni per finire con gli impianti a terra sui campi coltivati fino a poco tempo fa. Facendo riferimento ad una vita media stimata per tali dispositivi che si aggira tra i venti ed i trent’anni, almeno stando a quanto affermano i costruttori, si capisce chiaramente che tra una decina d’anni ci si troverà a dover fare i conti con un volume di moduli da dismettere non indifferente. Le attuali tecnologie esistenti per il riciclo dei moduli fotovoltaici, pur consentendo il riciclo di un’elevata percentuale dei materiali presenti, sono affette da problemi legati all’economicità dei processi ed in parte alla produzione di gas tossico-nocivi. Ciò che si è cercato di verificare nell’ambito di questa tesi è la possibilità di attivare una metodologia per il disassemblaggio dei moduli fotovoltaici che non comporti la formazione di gas tossico nocivi unitamente ad un processo rapido che consenta quindi al contempo di limitarne i costi. La possibilità di riscaldare gli elementi polimerici presenti nel modulo, mediante riscaldamento per perdite dielettriche come avviene già in fase di laminazione dei moduli stessi, lascia ben sperare circa la possibilità di industrializzare tale metodologia ottenendo al contempo il riciclo di una percentuale maggiore dei materiali impiegatiFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/14969