Il presente lavoro va a parlare delle metodologie per la restituzione della vista nei non vedenti che soffrono di malattie degenerative della retina esterna (AMD e RP). È infatti possibile, attraverso la stimolazione elettrica delle cellule della retina, ottenere in tali pazienti delle percezioni visive chiamate fosfeni. Le protesi retiniche si differenziano in base alla collocazione anatomica dell'interfaccia elettrodo-neurone. Si hanno quindi protesi epiretiniche, dove l'impianto va ad essere posizionato in fronte alla retina stessa, comunicando così via sinapsi con le cellule gangliari; e protesi subretiniche, nelle quali l'impianto va ad essere posizionato dietro alla retina, andando direttamente a sostituire i fotorecettori danneggiati. Requisito per le precedenti tipologie di protesi è la presenza di cellule vitali nella retina interna
Protesi Retiniche
Canestraro, Marco
2011/2012
Abstract
Il presente lavoro va a parlare delle metodologie per la restituzione della vista nei non vedenti che soffrono di malattie degenerative della retina esterna (AMD e RP). È infatti possibile, attraverso la stimolazione elettrica delle cellule della retina, ottenere in tali pazienti delle percezioni visive chiamate fosfeni. Le protesi retiniche si differenziano in base alla collocazione anatomica dell'interfaccia elettrodo-neurone. Si hanno quindi protesi epiretiniche, dove l'impianto va ad essere posizionato in fronte alla retina stessa, comunicando così via sinapsi con le cellule gangliari; e protesi subretiniche, nelle quali l'impianto va ad essere posizionato dietro alla retina, andando direttamente a sostituire i fotorecettori danneggiati. Requisito per le precedenti tipologie di protesi è la presenza di cellule vitali nella retina internaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/15063