Questo lavoro di tesi è stato ispirato dal desiderio di colmare una lacuna personale riguardo ai depositi proteici. Nel periodo di tirocinio, ho visto per la prima volta le pastiglie enzimatiche: nel corso di Contattologia II aveva- mo accennato alla loro funzione, ma, incuriosita, ho iniziato a svolgere delle ricerche personali. Subito sono stata colpita dai numerosi studi condotti sui depositi e ho compreso che è molto importante riconoscerli nella pratica contattologica, in quanto possono diventare causa di intolleranza, drop out e patologie oculari. Ogni contattologo deve essere in grado di riconoscerli e di gestire al meglio la situazione così da garantire al portatore la massima performance della lente, a partire dalla prima applicazione. Quello dei depositi è un argomento complesso in quanto l'interazione tra essi e la lente non può essere totalmente eliminata e neanche la pulizia professionale è in grado di rimuovere i depositi proteici dalla lente. I depositi proteici sono uno dei problemi più frequenti delle lenti a con- tatto idrogel e capire le dinamiche tra fillm lacrimale e lente è fondamenta- le per ridurre le conseguenze negative di questo fenomeno. In particolare mi sono chiesta quali strumenti possiede un contattologo per identificarli: tecniche di laboratorio avanzate, molto costose e che necessitano di cono- scenze bio-chimiche ad alto livello oppure l'osservazione a occhio nudo con ingrandimenti non elevati, dove l'esperienza gioca un ruolo fondamen- tale. Non essendo le tecniche di laboratorio alla portata della maggior parte dei contattologi, ho deciso di riportare due studi, i quali hanno confron- tato le tecniche oggettive con quelle soggettive e hanno valutato, quindi, l'osservazione effettuata nell'ambulatorio. Nel primo capitolo, ho sintetizzato i concetti chiave che permettono di capire la natura dei depositi: la composizione del film lacrimale, le proteine e la natura delle lenti a contatto idrogel. Il secondo capitolo, invece, tratta della specifica interazione tra proteine e lenti, in particolare delle lenti idrogel e la correlazione tra depositi e classificazione dell'FDA. Nel terzo capitolo ho riportato due studi sulla correlazione tra valutazione visiva dei depositi secondo Rudko e la quantità di proteine presenti sulle lenti.
Depositi proteici sulle lenti a contatto idrogel: valutazione visiva e quantitatva a confronto
Guernieri, Giorgia
2015/2016
Abstract
Questo lavoro di tesi è stato ispirato dal desiderio di colmare una lacuna personale riguardo ai depositi proteici. Nel periodo di tirocinio, ho visto per la prima volta le pastiglie enzimatiche: nel corso di Contattologia II aveva- mo accennato alla loro funzione, ma, incuriosita, ho iniziato a svolgere delle ricerche personali. Subito sono stata colpita dai numerosi studi condotti sui depositi e ho compreso che è molto importante riconoscerli nella pratica contattologica, in quanto possono diventare causa di intolleranza, drop out e patologie oculari. Ogni contattologo deve essere in grado di riconoscerli e di gestire al meglio la situazione così da garantire al portatore la massima performance della lente, a partire dalla prima applicazione. Quello dei depositi è un argomento complesso in quanto l'interazione tra essi e la lente non può essere totalmente eliminata e neanche la pulizia professionale è in grado di rimuovere i depositi proteici dalla lente. I depositi proteici sono uno dei problemi più frequenti delle lenti a con- tatto idrogel e capire le dinamiche tra fillm lacrimale e lente è fondamenta- le per ridurre le conseguenze negative di questo fenomeno. In particolare mi sono chiesta quali strumenti possiede un contattologo per identificarli: tecniche di laboratorio avanzate, molto costose e che necessitano di cono- scenze bio-chimiche ad alto livello oppure l'osservazione a occhio nudo con ingrandimenti non elevati, dove l'esperienza gioca un ruolo fondamen- tale. Non essendo le tecniche di laboratorio alla portata della maggior parte dei contattologi, ho deciso di riportare due studi, i quali hanno confron- tato le tecniche oggettive con quelle soggettive e hanno valutato, quindi, l'osservazione effettuata nell'ambulatorio. Nel primo capitolo, ho sintetizzato i concetti chiave che permettono di capire la natura dei depositi: la composizione del film lacrimale, le proteine e la natura delle lenti a contatto idrogel. Il secondo capitolo, invece, tratta della specifica interazione tra proteine e lenti, in particolare delle lenti idrogel e la correlazione tra depositi e classificazione dell'FDA. Nel terzo capitolo ho riportato due studi sulla correlazione tra valutazione visiva dei depositi secondo Rudko e la quantità di proteine presenti sulle lenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/19338