PROBLEMA: Le principali richieste che portano le donne straniere a rivolgersi ad una struttura ospedaliera riguardano per il 55,2% gravidanza, parto e puerperio, di cui il 59,6% per Interruzione Volontaria di Gravidanza in regime di Day Hospital. Le richieste sanitarie riguardano inoltre malattie dell’apparato riproduttivo (7,7%) e malattie del periodo neonatale (11%), (Spinelli et al., 2006). In letteratura emerge che il professionista sanitario, presenta difficoltà legate prioritariamente a problemi di comunicazione e/o lingua (49%), ma anche a differenze religiose (26%) e culturali (25%) (Proietti et al., 2012). Relativamente a questi aspetti però, non evidenzia il vissuto e le emozioni provate dagli infermieri, inseriti in un contesto ad alto afflusso di pazienti stranieri e in particolare, in Unità Operativa di ostetricia e ginecologia. SCOPO: lo scopo dello studio è quello di indagare e analizzare i vissuti e le emozioni provate dagli infermieri che offrono assistenza a pazienti straniere in Ostetricia e Ginecologia, quale contesto ad alto afflusso, per comprendere l’approccio assistenziale scelto ed attuato, nonché rilevare l’impatto e/o gli eventuali condizionamenti derivanti dall’assistenza erogata. DISEGNO DELLO STUDIO: studio di tipo qualitativo fenomenologico. CAMPIONE: il campione è costituito complessivamente da 14 infermieri, che prestano assistenza nelle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di San Donà di Piave e di Portogruaro (Ulss n°10). METODI E STRUMENTI: ad ogni partecipante, è stato chiesto di compilare la scheda anagrafico-sociale, per raccogliere i dati riguardati: età, genere, formazione professionale, anni di esperienza lavorativa come infermiere e anni di esperienza lavorativa nell’attuale Unità Operativa e partecipazione a corsi specifici sull’assistenza ai pazienti stranieri. Per indagare i vissuti degli infermieri è stata effettuata un’intervista semi-strutturata composta da cinque quesiti orientativi formulati coerentemente con la letteratura e il quesito di tesi. RISULTATI: dall’analisi delle interviste è emerso che il 50% del campione vive l’approccio assistenziale nel confronti del paziente straniero senza nessun problema; il 14,3% ha espressamente dichiarato di viverla come un’esperienza positiva, a differenza del 28,6% che lo ha definito difficoltoso. Solo una persona (7,1%) ha dichiarato di provare ansia. La condizione sociale, culturale e religiosa dei pazienti, per il 57,1%, influisce nell’attuazione delle attività, mentre per i restante 42,9% questi aspetti non influiscono il loro operato. Il 100% del campione ha affermato di aver avuto, nel corso della propria esperienza lavorativa problemi di comunicazione e/o difficoltà a farsi comprendere. Il 42,9% del campione afferma di utilizzare strategie alternative per ovviare al problema, un infermiere, si dice tranquillo mentre il restante 42,8% dichiara di provare sentimenti negativi: sconforto, irritazione, tristezza, sconfitta, impotenza e perdita del ruolo professionale. Il 78,6% dichiara di prestare assistenza alle pazienti straniere nello stesso modo in cui lo presta alle pazienti italiane, il restante 21,4% ha invece ammesso di comportarsi in maniera differente. CONCLUSIONI: in questo studio è emerso come l’assistenza al paziente straniero susciti negli infermieri molteplici vissuti. Si deduce che un maggior contatto con i pazienti provenienti da una cultura, uno stato, una religione, diverso dal nostro e l’esperienza maturata promuovono negli infermieri sentimenti positivi. Tra i vari aspetti che caratterizzano il paziente straniero, quello che maggiormente influisce sull’erogazione dell’assistenza e sul vissuto personale degli infermieri è la comunicazione. Questa carenza potrebbe essere integrata con corsi di formazione strutturati in modo da sviluppare competenze specifiche nei partecipanti, quali ad esempio competenze comunicative, di counselling e di aiuto terapeutico.

Il vissuto degli infermieri di ostetricia e ginecologia e gli aspetti interculturali dell'assistenza alle pazienti straniere: studio qualitativo

Sartori, Luana
2015/2016

Abstract

PROBLEMA: Le principali richieste che portano le donne straniere a rivolgersi ad una struttura ospedaliera riguardano per il 55,2% gravidanza, parto e puerperio, di cui il 59,6% per Interruzione Volontaria di Gravidanza in regime di Day Hospital. Le richieste sanitarie riguardano inoltre malattie dell’apparato riproduttivo (7,7%) e malattie del periodo neonatale (11%), (Spinelli et al., 2006). In letteratura emerge che il professionista sanitario, presenta difficoltà legate prioritariamente a problemi di comunicazione e/o lingua (49%), ma anche a differenze religiose (26%) e culturali (25%) (Proietti et al., 2012). Relativamente a questi aspetti però, non evidenzia il vissuto e le emozioni provate dagli infermieri, inseriti in un contesto ad alto afflusso di pazienti stranieri e in particolare, in Unità Operativa di ostetricia e ginecologia. SCOPO: lo scopo dello studio è quello di indagare e analizzare i vissuti e le emozioni provate dagli infermieri che offrono assistenza a pazienti straniere in Ostetricia e Ginecologia, quale contesto ad alto afflusso, per comprendere l’approccio assistenziale scelto ed attuato, nonché rilevare l’impatto e/o gli eventuali condizionamenti derivanti dall’assistenza erogata. DISEGNO DELLO STUDIO: studio di tipo qualitativo fenomenologico. CAMPIONE: il campione è costituito complessivamente da 14 infermieri, che prestano assistenza nelle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di San Donà di Piave e di Portogruaro (Ulss n°10). METODI E STRUMENTI: ad ogni partecipante, è stato chiesto di compilare la scheda anagrafico-sociale, per raccogliere i dati riguardati: età, genere, formazione professionale, anni di esperienza lavorativa come infermiere e anni di esperienza lavorativa nell’attuale Unità Operativa e partecipazione a corsi specifici sull’assistenza ai pazienti stranieri. Per indagare i vissuti degli infermieri è stata effettuata un’intervista semi-strutturata composta da cinque quesiti orientativi formulati coerentemente con la letteratura e il quesito di tesi. RISULTATI: dall’analisi delle interviste è emerso che il 50% del campione vive l’approccio assistenziale nel confronti del paziente straniero senza nessun problema; il 14,3% ha espressamente dichiarato di viverla come un’esperienza positiva, a differenza del 28,6% che lo ha definito difficoltoso. Solo una persona (7,1%) ha dichiarato di provare ansia. La condizione sociale, culturale e religiosa dei pazienti, per il 57,1%, influisce nell’attuazione delle attività, mentre per i restante 42,9% questi aspetti non influiscono il loro operato. Il 100% del campione ha affermato di aver avuto, nel corso della propria esperienza lavorativa problemi di comunicazione e/o difficoltà a farsi comprendere. Il 42,9% del campione afferma di utilizzare strategie alternative per ovviare al problema, un infermiere, si dice tranquillo mentre il restante 42,8% dichiara di provare sentimenti negativi: sconforto, irritazione, tristezza, sconfitta, impotenza e perdita del ruolo professionale. Il 78,6% dichiara di prestare assistenza alle pazienti straniere nello stesso modo in cui lo presta alle pazienti italiane, il restante 21,4% ha invece ammesso di comportarsi in maniera differente. CONCLUSIONI: in questo studio è emerso come l’assistenza al paziente straniero susciti negli infermieri molteplici vissuti. Si deduce che un maggior contatto con i pazienti provenienti da una cultura, uno stato, una religione, diverso dal nostro e l’esperienza maturata promuovono negli infermieri sentimenti positivi. Tra i vari aspetti che caratterizzano il paziente straniero, quello che maggiormente influisce sull’erogazione dell’assistenza e sul vissuto personale degli infermieri è la comunicazione. Questa carenza potrebbe essere integrata con corsi di formazione strutturati in modo da sviluppare competenze specifiche nei partecipanti, quali ad esempio competenze comunicative, di counselling e di aiuto terapeutico.
2015-11-03
infermieri (nurses), emozioni (emotions), pazienti stranieri (foreign patiens), interculturalità (interculturalism), rapporto (relationship).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20368