INTRODUZIONE Secondo la letteratura, la fibrillazione atriale (FA) è la più comune aritmia cardiaca e crescendo in prevalenza con l’età tenderà ad aumentare nel tempo come effetto dell’invecchiamento della popolazione. (1) Le complicanze della FA sono prima fra tutte l’ictus, l’insufficienza cardiaca e le sindromi coronariche acute; per questo motivo è necessario raggiungere una buon controllo della scoagulazione del sangue mantenendo il PT (Tempo di Protrombina) con INR tra 2,0 e 3,0 attraverso la terapia anticoagulante orale. Il trattamento della fibrillazione atriale ha lo scopo di migliorare la sintomatologia e di prevenire l’insorgenza di gravi complicanze attraverso la terapia antitrombotica e la cardioversione per il controllo del ritmo e/o la terapia antiaritmica o ablativa. MATERIALI E METODI Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di valutare l’adesione alla terapia anticoagulante orale nella preparazione alla cardioversione elettrica (CVE) dei pazienti con aritmia atriale seguiti dall’Ambulatorio di Cardiologia del P.O. di Conegliano nel periodo dal 1° luglio al 30 settembre 2015, con lo scopo di comprendere quali fattori (anagrafici e ambientali) possano incidere sull’instabilità del range terapeutico del PT. L’indagine osservazionale è stata effettuata attraverso una raccolta dati standart con l’inclusione di alcune domande del questionario validato Anticoagulation Knowledge Assessment (AKA) Questionnaiere by Briggs et al. (2005). RISULTATI Sono stati rilevati 163 valori INR di 35 pazienti. La maggioranza del campione è maschio (26;74,3%) con età media di 71,1(±8,6) anni e livello di istruzione prevalente medio inferiore (14;40%), sposati (24;74,3%) e pensionati (29;82,9%), autonomi nel recarsi alle visite (31; 88,6%) e con pluri-fattori di rischio cardiovascolare. L’82,9% del campione, 29 pazienti su 35 ha una fibrillazione atriale permanente, 2(5,7%) una fibrillazione atriale parossistica e 4(11,4%) un flutter atriale, Il 52,1% delle rilevazioni (85) sono risultate in range [2,0-3,0] mentre il 14,7% (24) risulta con valori <2,0. Nel 90,2% delle rilevazioni (147) gli assistiti hanno assunto la TAO nel pomeriggio sempre al medesimo orario. Sono state presenti 28(17,2%) situazioni in cui gli stessi, hanno assunto farmaci non prescritti durante il periodo di osservazione. Il 37,4% del campione ha assunto alimenti con alto contenuto di vitamina K; di questi, il 30% ha sospeso l’assunzione di tali alimenti durante lo studio. Il 42,9% non sa se ritenere il COUMADIN® un farmaco sicuro; il 60% dichiara di non provare ansia rispetto i potenziali effetti collaterali del farmaco e il 97,1% si dichiara interessato alla propria salute. DISCUSSIONE Il 100% del campione afferma di aver assunto tutti i giorni la dose prescritta, sebbene vengano rilevati valori di INR <2,0, anche se non abbiamo motivo di pensare che ci abbiano mentito; non emergono però dati che possano mettere in relazione i range non terapeutici con altri fattori rilevati. Sono presenti numerose persone che durante il periodo di osservazione hanno sospeso l’assunzione di determinati cibi (con alto contenuto di vitamina K) che prima assumevano: possiamo collegare questo dato con la rilevazione in corso, che solo per il fatto di mettere in luce l’importanza del contenuto di vit. K nell’alimentazione responsabilizza i pazienti e li motiva ad una dieta corretta. L’uso dei nuovi anticoagulanti orali rispetto al Warfarin, è ancora circoscritto, solo 1 paziente su 35 lo utilizza, con percentuali bassissime rispetto ad altri Paesi (0,3% in Italia vs 11,6% in Germania - Registro Europeo PREFER in AF).(2) CONCLUSIONI Visto il livello di istruzione, inferiore a quello riportato in letteratura, e vista la propensione alla sospensione autonoma di determinati alimenti che prima il soggetto assumeva, sarebbe utile proporre degli incontri educativi riguardanti lo stile di vita da assumere con tale patologia. L’incontro tra assistito e infermiere, nel momento in cui gli viene consegnata la prescrizione, diventa un ottimo punto di partenza per accertare le abitudini del singolo riguardo l’alimentazione e le sue abitudini (alcol, farmaci). Le conoscenze di base, la motivazione e l’autoefficacia del soggetto dovrebbero esser sempre rinforzate dai professionisti della salute qualora se ne presenti l’occasione, non solo perché fortemente consigliato dalla letteratura, ma perché i risultati osservazionali confermano che i pazienti se seguiti, sono maggiormente motivati a seguire le indicazioni sullo stile di vita e la dieta.

La valutazione dell'adesione alla terapia anticoagulante orale nei pazienti con aritmia atriale: indagine osservazionale nell'ambulatorio di cardiologia dell'ulss 7 di pieve di soligo (tv)

Zornio, Monica
2015/2016

Abstract

INTRODUZIONE Secondo la letteratura, la fibrillazione atriale (FA) è la più comune aritmia cardiaca e crescendo in prevalenza con l’età tenderà ad aumentare nel tempo come effetto dell’invecchiamento della popolazione. (1) Le complicanze della FA sono prima fra tutte l’ictus, l’insufficienza cardiaca e le sindromi coronariche acute; per questo motivo è necessario raggiungere una buon controllo della scoagulazione del sangue mantenendo il PT (Tempo di Protrombina) con INR tra 2,0 e 3,0 attraverso la terapia anticoagulante orale. Il trattamento della fibrillazione atriale ha lo scopo di migliorare la sintomatologia e di prevenire l’insorgenza di gravi complicanze attraverso la terapia antitrombotica e la cardioversione per il controllo del ritmo e/o la terapia antiaritmica o ablativa. MATERIALI E METODI Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di valutare l’adesione alla terapia anticoagulante orale nella preparazione alla cardioversione elettrica (CVE) dei pazienti con aritmia atriale seguiti dall’Ambulatorio di Cardiologia del P.O. di Conegliano nel periodo dal 1° luglio al 30 settembre 2015, con lo scopo di comprendere quali fattori (anagrafici e ambientali) possano incidere sull’instabilità del range terapeutico del PT. L’indagine osservazionale è stata effettuata attraverso una raccolta dati standart con l’inclusione di alcune domande del questionario validato Anticoagulation Knowledge Assessment (AKA) Questionnaiere by Briggs et al. (2005). RISULTATI Sono stati rilevati 163 valori INR di 35 pazienti. La maggioranza del campione è maschio (26;74,3%) con età media di 71,1(±8,6) anni e livello di istruzione prevalente medio inferiore (14;40%), sposati (24;74,3%) e pensionati (29;82,9%), autonomi nel recarsi alle visite (31; 88,6%) e con pluri-fattori di rischio cardiovascolare. L’82,9% del campione, 29 pazienti su 35 ha una fibrillazione atriale permanente, 2(5,7%) una fibrillazione atriale parossistica e 4(11,4%) un flutter atriale, Il 52,1% delle rilevazioni (85) sono risultate in range [2,0-3,0] mentre il 14,7% (24) risulta con valori <2,0. Nel 90,2% delle rilevazioni (147) gli assistiti hanno assunto la TAO nel pomeriggio sempre al medesimo orario. Sono state presenti 28(17,2%) situazioni in cui gli stessi, hanno assunto farmaci non prescritti durante il periodo di osservazione. Il 37,4% del campione ha assunto alimenti con alto contenuto di vitamina K; di questi, il 30% ha sospeso l’assunzione di tali alimenti durante lo studio. Il 42,9% non sa se ritenere il COUMADIN® un farmaco sicuro; il 60% dichiara di non provare ansia rispetto i potenziali effetti collaterali del farmaco e il 97,1% si dichiara interessato alla propria salute. DISCUSSIONE Il 100% del campione afferma di aver assunto tutti i giorni la dose prescritta, sebbene vengano rilevati valori di INR <2,0, anche se non abbiamo motivo di pensare che ci abbiano mentito; non emergono però dati che possano mettere in relazione i range non terapeutici con altri fattori rilevati. Sono presenti numerose persone che durante il periodo di osservazione hanno sospeso l’assunzione di determinati cibi (con alto contenuto di vitamina K) che prima assumevano: possiamo collegare questo dato con la rilevazione in corso, che solo per il fatto di mettere in luce l’importanza del contenuto di vit. K nell’alimentazione responsabilizza i pazienti e li motiva ad una dieta corretta. L’uso dei nuovi anticoagulanti orali rispetto al Warfarin, è ancora circoscritto, solo 1 paziente su 35 lo utilizza, con percentuali bassissime rispetto ad altri Paesi (0,3% in Italia vs 11,6% in Germania - Registro Europeo PREFER in AF).(2) CONCLUSIONI Visto il livello di istruzione, inferiore a quello riportato in letteratura, e vista la propensione alla sospensione autonoma di determinati alimenti che prima il soggetto assumeva, sarebbe utile proporre degli incontri educativi riguardanti lo stile di vita da assumere con tale patologia. L’incontro tra assistito e infermiere, nel momento in cui gli viene consegnata la prescrizione, diventa un ottimo punto di partenza per accertare le abitudini del singolo riguardo l’alimentazione e le sue abitudini (alcol, farmaci). Le conoscenze di base, la motivazione e l’autoefficacia del soggetto dovrebbero esser sempre rinforzate dai professionisti della salute qualora se ne presenti l’occasione, non solo perché fortemente consigliato dalla letteratura, ma perché i risultati osservazionali confermano che i pazienti se seguiti, sono maggiormente motivati a seguire le indicazioni sullo stile di vita e la dieta.
2015-11-12
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20424