Introduzione: La probabilità di sviluppare lesioni ischemiche cerebrali, nei sopravvissuti ad arresto cardiocircolatorio(AC), risulta essere molto elevata. L'ipotermia terapeutica (TH), ossia la riduzione della temperatura corporea a 32-34°C per un periodo di tempo solitamente compreso tra le 12 e le 24 ore, ha lo scopo di limitare i danni cerebrali risultanti dal mancato apporto di ossigeno che si verifica durante AC. Obbiettivi: Spiegare la metodica operativa dell'ipotermia terapeutica, analizzando i criteri di eleggibilità e di esclusione al trattamento, le fasi della procedura, i metodi di raffreddamento e le possibili complicanze, per far meglio conoscere i vantaggi dell'uso della TH. Materiali e metodi: Lo studio condotto è una revisione di letteratura, prodotta in seguito alla lettura di 29 articoli contenuti nella banca dati di PubMed, con aggiunta delle linee guida emanate dall'American Heart Association (AHA), dall' International Liaison Commitee of Resuscitation (ILCOR) e dall' European Resuscitation Council (ERC). Conclusioni: Ancora oggi in diverse realtà ospedaliere l'ipotermia terapeutica non viene applicata, sia per la mancanza di apparecchiature specifiche per il trattamento, sia per l'avversione dei sanitari nei confronti di questo metodo non tradizionale. L'applicazione della TH dovrebbe essere valutata in ogni reparto di terapia intensiva per l'aiuto che può fornire nel ridurre i danni ischemici cerebrali nelle persone dopo arresto cardiocircolatorio.
L' ipotermia terapeutica nell' arresto cardiocircolatorio
Bolzonella, Davide
2015/2016
Abstract
Introduzione: La probabilità di sviluppare lesioni ischemiche cerebrali, nei sopravvissuti ad arresto cardiocircolatorio(AC), risulta essere molto elevata. L'ipotermia terapeutica (TH), ossia la riduzione della temperatura corporea a 32-34°C per un periodo di tempo solitamente compreso tra le 12 e le 24 ore, ha lo scopo di limitare i danni cerebrali risultanti dal mancato apporto di ossigeno che si verifica durante AC. Obbiettivi: Spiegare la metodica operativa dell'ipotermia terapeutica, analizzando i criteri di eleggibilità e di esclusione al trattamento, le fasi della procedura, i metodi di raffreddamento e le possibili complicanze, per far meglio conoscere i vantaggi dell'uso della TH. Materiali e metodi: Lo studio condotto è una revisione di letteratura, prodotta in seguito alla lettura di 29 articoli contenuti nella banca dati di PubMed, con aggiunta delle linee guida emanate dall'American Heart Association (AHA), dall' International Liaison Commitee of Resuscitation (ILCOR) e dall' European Resuscitation Council (ERC). Conclusioni: Ancora oggi in diverse realtà ospedaliere l'ipotermia terapeutica non viene applicata, sia per la mancanza di apparecchiature specifiche per il trattamento, sia per l'avversione dei sanitari nei confronti di questo metodo non tradizionale. L'applicazione della TH dovrebbe essere valutata in ogni reparto di terapia intensiva per l'aiuto che può fornire nel ridurre i danni ischemici cerebrali nelle persone dopo arresto cardiocircolatorio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20688