Il tema oggetto della tesi è l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nella pratica infermieristica riguardante il campo dell’emergenza/urgenza nella protezione degli operatori sanitari da malattie infettive con cui vengono a contatto nei reparti di primo soccorso. Quest’argomento, vista la continua scoperta e la diffusione di malattie infettive sempre più aggressive, è più che mai attuale ma molto spesso risulta poco trattato e sottovalutato, specialmente in relazione ai danni che può provocare negli operatori sanitari. Al fine di garantire nel miglior modo possibile la propria salute, sicurezza e assistenza, l’infermiere ha il dovere di mettere in atto tutte le procedure e linee guida che ne proteggano la persona. Il rischio infettivo in ambito ospedaliero rappresenta un rischio lavorativo di particolare interesse e importanza sia per le conseguenze sulla salute degli operatori, sia per il numero elevato dei soggetti esposti. FINALITA’ Obiettivo di questo elaborato è dimostrare l’importanza dei DPI nella prevenzione o nella trasmissione, qualora male utilizzati, delle infezioni professionali, oltre che a contribuire all'approfondimento di conoscenze concernenti le motivazioni sottostanti a un eventuale scorretto utilizzo dei D.P.I da parte degli infermieri. IPOTESI Negli ultimi anni la preoccupazione per il rischio di contrarre una malattia infettiva a causa della propria attività lavorativa è notevolmente cresciuta tra gli operatori sanitari; su quest’atteggiamento ha sicuramente influito la comparsa sulla scena mondiale di epidemie sempre più pericolose, che ha destato non poco allarme in questo settore. In tema di controllo delle infezioni occupazionali l’utilizzo dei Dispositivi Individuali di Protezione ha un’importanza fondamentale; sono spesso percepiti come uno strumento per “non sporcarsi”, piuttosto che come barriera di protezione dal rischio biologico, per il personale che opera nelle strutture sanitarie e per i pazienti. A volte il personale assume comportamenti non idonei, per quanto concerne l’utilizzo dei DPI e nell’adozione di adeguate misure preventive, conseguentemente a carenze formative e informative. In quale misura i dispositivi di protezione individuale sono efficaci per abbattere la trasmissione delle patologie infettive negli ambienti sanitari? METODO Revisione critica della letteratura accessibile mediante database informatizzati quali: Pubmed, Joanna Briggs Institute, CDC Atlanta, NICE, Ministero della Salute, OMS, Istituto Superiore di Sanità. Inoltre per alcune linee guida ho fatto riferimento a procedure interne riguardanti l’Ospedale San Filippo Neri, Istituto Oncologico Veneto e il Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna. RISULTATI 227 articoli e linee guida trovate; 13 articoli e 23 linee guida selezionate. CONCLUSIONI Nonostante i limiti dello studio nel quale non sempre alcuni dati delle linee guida e delle procedure sono stati supportati da evidenze scientifiche concrete sulla reale efficienza dei dispositivi di protezione individuale, possiamo affermare che i documenti emessi dagli organi competenti quali OMS, NICE, CDC, OSHA sono molto simili e non si discostano tra loro. Ciò che emerge dallo studio e dalla ricerca è la varietà di dispositivi di protezione che sono presenti sul mercato sanitario, diversi tra loro, adibiti a molteplici scopi ma che garantiscono una percentuale di protezione nella quasi totalità dei casi. Per ogni procedura è richiesto un tipo specifico di DPI e il responsabile dell’azienda è tenuto ad offrirlo e controllarne l’efficacia e la sicurezza. L’operatore sanitario con la giusta conoscenza, formazione, educazione e pratica è senza alcun dubbio protetto nella totalità dei casi, ma per ottenere questo risultato è il soggetto stesso che deve rendersi conto delle lacune e colmarle per la sua sicurezza.
Best practice nell’ utilizzo dei dpi (dispositivi di protezione individuale) nell’ ambito dell’ emergenza / urgenza. Revisione della letteratura.
Chenet, Michele
2015/2016
Abstract
Il tema oggetto della tesi è l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nella pratica infermieristica riguardante il campo dell’emergenza/urgenza nella protezione degli operatori sanitari da malattie infettive con cui vengono a contatto nei reparti di primo soccorso. Quest’argomento, vista la continua scoperta e la diffusione di malattie infettive sempre più aggressive, è più che mai attuale ma molto spesso risulta poco trattato e sottovalutato, specialmente in relazione ai danni che può provocare negli operatori sanitari. Al fine di garantire nel miglior modo possibile la propria salute, sicurezza e assistenza, l’infermiere ha il dovere di mettere in atto tutte le procedure e linee guida che ne proteggano la persona. Il rischio infettivo in ambito ospedaliero rappresenta un rischio lavorativo di particolare interesse e importanza sia per le conseguenze sulla salute degli operatori, sia per il numero elevato dei soggetti esposti. FINALITA’ Obiettivo di questo elaborato è dimostrare l’importanza dei DPI nella prevenzione o nella trasmissione, qualora male utilizzati, delle infezioni professionali, oltre che a contribuire all'approfondimento di conoscenze concernenti le motivazioni sottostanti a un eventuale scorretto utilizzo dei D.P.I da parte degli infermieri. IPOTESI Negli ultimi anni la preoccupazione per il rischio di contrarre una malattia infettiva a causa della propria attività lavorativa è notevolmente cresciuta tra gli operatori sanitari; su quest’atteggiamento ha sicuramente influito la comparsa sulla scena mondiale di epidemie sempre più pericolose, che ha destato non poco allarme in questo settore. In tema di controllo delle infezioni occupazionali l’utilizzo dei Dispositivi Individuali di Protezione ha un’importanza fondamentale; sono spesso percepiti come uno strumento per “non sporcarsi”, piuttosto che come barriera di protezione dal rischio biologico, per il personale che opera nelle strutture sanitarie e per i pazienti. A volte il personale assume comportamenti non idonei, per quanto concerne l’utilizzo dei DPI e nell’adozione di adeguate misure preventive, conseguentemente a carenze formative e informative. In quale misura i dispositivi di protezione individuale sono efficaci per abbattere la trasmissione delle patologie infettive negli ambienti sanitari? METODO Revisione critica della letteratura accessibile mediante database informatizzati quali: Pubmed, Joanna Briggs Institute, CDC Atlanta, NICE, Ministero della Salute, OMS, Istituto Superiore di Sanità. Inoltre per alcune linee guida ho fatto riferimento a procedure interne riguardanti l’Ospedale San Filippo Neri, Istituto Oncologico Veneto e il Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna. RISULTATI 227 articoli e linee guida trovate; 13 articoli e 23 linee guida selezionate. CONCLUSIONI Nonostante i limiti dello studio nel quale non sempre alcuni dati delle linee guida e delle procedure sono stati supportati da evidenze scientifiche concrete sulla reale efficienza dei dispositivi di protezione individuale, possiamo affermare che i documenti emessi dagli organi competenti quali OMS, NICE, CDC, OSHA sono molto simili e non si discostano tra loro. Ciò che emerge dallo studio e dalla ricerca è la varietà di dispositivi di protezione che sono presenti sul mercato sanitario, diversi tra loro, adibiti a molteplici scopi ma che garantiscono una percentuale di protezione nella quasi totalità dei casi. Per ogni procedura è richiesto un tipo specifico di DPI e il responsabile dell’azienda è tenuto ad offrirlo e controllarne l’efficacia e la sicurezza. L’operatore sanitario con la giusta conoscenza, formazione, educazione e pratica è senza alcun dubbio protetto nella totalità dei casi, ma per ottenere questo risultato è il soggetto stesso che deve rendersi conto delle lacune e colmarle per la sua sicurezza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20720