Introduzione: L’aplasia midollare indica un’insufficienza funzionale del midollo osseo, la quale porta alla mancata produzione delle cellule del sangue (pancitopenia). L’aspetto che più è da temere in questa fase è la neutropenia, ovvero la diminuzione della conta dei globuli bianchi, deputati alla difesa immunologica dell’organismo. Generalmente si tende a distinguere la neutropenia in: lieve (neutrofili fra 1500-1000 su μL), moderata (fra 1000 -500 su μL) e grave (< 500 su μL). Al fine di evitare il più possibile lo sviluppo d’infezioni opportunistiche nel paziente immunodepresso, nel corso degli anni è stato coniato un particolare regime alimentare con specifica indicazione al cibo contenente una bassa carica microbica: la Dieta Neutropenica. Obiettivo: L’obiettivo di questa tesi è quello di indagare il patrimonio di studi scientifici per verificare l’effettiva applicabilità clinica della dieta neutropenica; conseguentemente proporre ad integrazione dell’opuscolo informativo “Guida ai Servizi”, un libretto riguardante le restrizioni alimentari a cui attenersi durante la fase di aplasia (con particolare riferimento alla neutropenia). Tutto questo viene eseguito con l’intento di migliorare e potenziare l’intervento educativo dell’U.O. dell’Ematologia di Treviso. Materiali e metodi: E’ stata eseguita una revisione della letteratura interrogando inizialmente le banche dati di PubMed e Cochraine Library, successivamente il motore di ricerca “Google” e altre fonti autorevoli in termini di oncologia come ad esempio Medscape®: Clinical Journal of Oncology Nursing. Risultati: Dallo studio effettuato emerge che non sono presenti evidenze o linee guida in cui l’utilizzo della dieta neutropenica venga giustificato scientificamente. Tuttavia risulta auspicabile mantenere alcuni riguardi rispetto al consumo di particolari alimenti il cui rischio infettivo è evidente (ad esempio evitare il pesce crudo), e alla fase di preparazione e cottura degli stessi (ad esempio lavare scrupolosamente la frutta e la verdura). Conclusione: Seguendo la piramide delle ricerche scientifiche, parte del materiale trovato si basa su evidenze deboli. Questo fatto, oltre a rappresentare un limite a questo studio, può tuttavia rappresentare un punto di forza in quanto suggerisce che, quello dell’alimentazione, è un aspetto ancora da indagare e approfondire; questo punto non può essere sottovalutato in quanto, per il paziente malato di cancro, ha un impatto importante sul modo di affrontare il percorso di cura e sulla sua qualità di vita.

Efficacia della dieta neutropenica in pazienti ematologici immunodepressi: revisione bibliografica

Granziol, Sara
2015/2016

Abstract

Introduzione: L’aplasia midollare indica un’insufficienza funzionale del midollo osseo, la quale porta alla mancata produzione delle cellule del sangue (pancitopenia). L’aspetto che più è da temere in questa fase è la neutropenia, ovvero la diminuzione della conta dei globuli bianchi, deputati alla difesa immunologica dell’organismo. Generalmente si tende a distinguere la neutropenia in: lieve (neutrofili fra 1500-1000 su μL), moderata (fra 1000 -500 su μL) e grave (< 500 su μL). Al fine di evitare il più possibile lo sviluppo d’infezioni opportunistiche nel paziente immunodepresso, nel corso degli anni è stato coniato un particolare regime alimentare con specifica indicazione al cibo contenente una bassa carica microbica: la Dieta Neutropenica. Obiettivo: L’obiettivo di questa tesi è quello di indagare il patrimonio di studi scientifici per verificare l’effettiva applicabilità clinica della dieta neutropenica; conseguentemente proporre ad integrazione dell’opuscolo informativo “Guida ai Servizi”, un libretto riguardante le restrizioni alimentari a cui attenersi durante la fase di aplasia (con particolare riferimento alla neutropenia). Tutto questo viene eseguito con l’intento di migliorare e potenziare l’intervento educativo dell’U.O. dell’Ematologia di Treviso. Materiali e metodi: E’ stata eseguita una revisione della letteratura interrogando inizialmente le banche dati di PubMed e Cochraine Library, successivamente il motore di ricerca “Google” e altre fonti autorevoli in termini di oncologia come ad esempio Medscape®: Clinical Journal of Oncology Nursing. Risultati: Dallo studio effettuato emerge che non sono presenti evidenze o linee guida in cui l’utilizzo della dieta neutropenica venga giustificato scientificamente. Tuttavia risulta auspicabile mantenere alcuni riguardi rispetto al consumo di particolari alimenti il cui rischio infettivo è evidente (ad esempio evitare il pesce crudo), e alla fase di preparazione e cottura degli stessi (ad esempio lavare scrupolosamente la frutta e la verdura). Conclusione: Seguendo la piramide delle ricerche scientifiche, parte del materiale trovato si basa su evidenze deboli. Questo fatto, oltre a rappresentare un limite a questo studio, può tuttavia rappresentare un punto di forza in quanto suggerisce che, quello dell’alimentazione, è un aspetto ancora da indagare e approfondire; questo punto non può essere sottovalutato in quanto, per il paziente malato di cancro, ha un impatto importante sul modo di affrontare il percorso di cura e sulla sua qualità di vita.
2015-11-27
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20814