L’ampio uso che viene fatto dei dispositivi digitali sta cambiando le abitudini visive delle persone; questo porta a uno stimolo continuo di accomodazione e convergenza che conduce a sintomi astenopici. Questi sintomi portano allo sviluppo della Computer Vision Syndrome (CVS). L’incidenza di CVS nelle fasce d’età 30,8 ± 8,1 anni e 54,0 ± 4,8 anni è pari rispettivamente a: 67,4% e 74,3% con una maggior incidenza nelle donne. La sintomatologia viene riscontrata anche in fasce d’età media di 20 anni dove il 68% presenta cefalea (su un campione di 334 studenti). La postura sembra essere un fattore fondamentale per attenuare i sintomi da CVS, risulta quindi importante organizzare la propria postazione di lavoro secondo le norme previste. Per minimizzare i sintomi da CVS sono state analizzate diverse soluzioni oftalmiche. Le lenti a supporto accomodativo si sono rivelate utili nei soggetti giovani e pre-presbiti. Di questi ultimi 23 soggetti su 49 hanno dichiarato un miglioramento dei sintomi con queste lenti. Anche le lenti occupazionali e progressive tradizionali si sono rivelate efficaci, entrambe sono considerate migliori delle lenti a visione singola per vicino, ma le occupazionali danno una postura più naturale rispetto alle progressive tradizionali. Infine, è stata analizzata la possibilità di insorgenza/progressione della miopia su soggetti giovani che utilizzano molto la tecnologia. Statisticamente i soggetti miopi frequentanti la scuola primaria trascorrono più tempo al giorno sui dispositivi rispetto ai non miopi. Tra i trattamenti oftalmici per il rallentamento miopico analizzati, la sottocorrezione attraverso lenti a visione singola (SVL) e la piena correzione attraverso SVL non si sono rivelate efficaci. Le lenti bifocali executive si sono dimostarate efficaci con una progressione miopica media di – 0,81 D (p-value < 0,001) minore rispetto alle SVL sui 135 bambini tesati. Gli studi analizzati sembrano dare credito anche alle lenti progressive (PAL) nel rallentare la miopia, presumibilmente quindi anche alle lenti a supporto accomodativo e occupazionali, essendo tipi di progressive.
L'ampiezza accomodativa e le nuove esigenze accomodative della vita moderna.
Saugo, Lucia
2020/2021
Abstract
L’ampio uso che viene fatto dei dispositivi digitali sta cambiando le abitudini visive delle persone; questo porta a uno stimolo continuo di accomodazione e convergenza che conduce a sintomi astenopici. Questi sintomi portano allo sviluppo della Computer Vision Syndrome (CVS). L’incidenza di CVS nelle fasce d’età 30,8 ± 8,1 anni e 54,0 ± 4,8 anni è pari rispettivamente a: 67,4% e 74,3% con una maggior incidenza nelle donne. La sintomatologia viene riscontrata anche in fasce d’età media di 20 anni dove il 68% presenta cefalea (su un campione di 334 studenti). La postura sembra essere un fattore fondamentale per attenuare i sintomi da CVS, risulta quindi importante organizzare la propria postazione di lavoro secondo le norme previste. Per minimizzare i sintomi da CVS sono state analizzate diverse soluzioni oftalmiche. Le lenti a supporto accomodativo si sono rivelate utili nei soggetti giovani e pre-presbiti. Di questi ultimi 23 soggetti su 49 hanno dichiarato un miglioramento dei sintomi con queste lenti. Anche le lenti occupazionali e progressive tradizionali si sono rivelate efficaci, entrambe sono considerate migliori delle lenti a visione singola per vicino, ma le occupazionali danno una postura più naturale rispetto alle progressive tradizionali. Infine, è stata analizzata la possibilità di insorgenza/progressione della miopia su soggetti giovani che utilizzano molto la tecnologia. Statisticamente i soggetti miopi frequentanti la scuola primaria trascorrono più tempo al giorno sui dispositivi rispetto ai non miopi. Tra i trattamenti oftalmici per il rallentamento miopico analizzati, la sottocorrezione attraverso lenti a visione singola (SVL) e la piena correzione attraverso SVL non si sono rivelate efficaci. Le lenti bifocali executive si sono dimostarate efficaci con una progressione miopica media di – 0,81 D (p-value < 0,001) minore rispetto alle SVL sui 135 bambini tesati. Gli studi analizzati sembrano dare credito anche alle lenti progressive (PAL) nel rallentare la miopia, presumibilmente quindi anche alle lenti a supporto accomodativo e occupazionali, essendo tipi di progressive.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/22531