Sono molti i disturbi che riguardano la visione, alcuni più espliciti quali i vizi refrattivi, altri impliciti come i DSA. Questo studio si concentra sull’analisi psicofisica dell’ipotesi neurovisiva dei deficit di lettura presentati da soggetti con Dislessia Evolutiva e si propone di dimostrare la validità di un nuovo protocollo riabilitativo sviluppato dal Laboratorio Neurovisus dell’Università di Padova. Tale riabilitazione sfrutta la potenzialità dell’apprendimento percettivo (AP) di potenziare le reti neuronali sulla base della plasticità corticale: si ipotizza che allenando soggetti con DE in un compito di visione della direzione di movimento di uno stimolo mascherato da altri elementi, si possa ottenere un miglioramento sia nella prestazione al compito specifico di discriminazione della direzione di movimento sia nella performance di lettura, abilità che la letteratura ci suggerisce essere intrinsecamente legata alla stessa via neurale coinvolta nell’elaborazione del movimento. Si osserva inoltre come la modulazione delle interazioni laterali a livello di corteccia visiva primaria tramite apprendimento percettivo migliori inoltre la sensibilità al contrasto e l’acuità visiva in soggetti emmetropi o emmetropizzati così come si è verificato per soggetti ametropi o ambliopici.
Dislessia Evolutiva e performance di lettura: una proposta di allenamento neurovisivo in condizioni di co-attivazione dei sistemi magno e parvo
Aimone Prina, Lucia
2019/2020
Abstract
Sono molti i disturbi che riguardano la visione, alcuni più espliciti quali i vizi refrattivi, altri impliciti come i DSA. Questo studio si concentra sull’analisi psicofisica dell’ipotesi neurovisiva dei deficit di lettura presentati da soggetti con Dislessia Evolutiva e si propone di dimostrare la validità di un nuovo protocollo riabilitativo sviluppato dal Laboratorio Neurovisus dell’Università di Padova. Tale riabilitazione sfrutta la potenzialità dell’apprendimento percettivo (AP) di potenziare le reti neuronali sulla base della plasticità corticale: si ipotizza che allenando soggetti con DE in un compito di visione della direzione di movimento di uno stimolo mascherato da altri elementi, si possa ottenere un miglioramento sia nella prestazione al compito specifico di discriminazione della direzione di movimento sia nella performance di lettura, abilità che la letteratura ci suggerisce essere intrinsecamente legata alla stessa via neurale coinvolta nell’elaborazione del movimento. Si osserva inoltre come la modulazione delle interazioni laterali a livello di corteccia visiva primaria tramite apprendimento percettivo migliori inoltre la sensibilità al contrasto e l’acuità visiva in soggetti emmetropi o emmetropizzati così come si è verificato per soggetti ametropi o ambliopici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/23961