Introduzione: Il tema della qualità di morte in ambito ospedaliero e quindi la necessità di fornire cure alle persone che non sono più guaribili è stato scelto per la grande rilevanza che ha acquisito recentemente. La morte può essere angosciante a vedersi e in molte culture costituisce un vero e proprio tabù. Le cure palliative intervengono e si focalizzano sulla globalità dei bisogni dell’assistito e della famiglia ma a volte questo non risulta sempre efficace per garantire una buona morte. Obiettivo: Individuare nella letteratura internazionale studi provanti l’incidenza nella qualità della morte dell’utilizzo di un’assistenza palliativa/olistica nei pazienti ricoverati in hospice di età >65 anni con malattia oncologica in fase terminale, nelle ultime settimane di vita. La ricerca è stata estesa anche alle dimensioni legate alla gestione dei sintomi e alla relazione comunicativa che l’infermiere dovrebbe instaurare con il paziente e la famiglia ai fini di una assistenza efficace. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione della letteratura mediante indagine nelle banche dati Cochrane, PubMed e ScienceDirect. La ricerca si è concentrata nella letteratura primaria e secondaria degli ultimi 5 anni. Per l’interrogazione delle banche dati è stata utilizzata la metodologia PIO, e per affinare la ricerca sono stati formulati 4 quesiti. Sono state utilizzate due checklist per la valutazione della metodologia interna di ogni studio considerato. Risultati: Sono stati selezionati 45 articoli che rispondevano ai criteri di selezione. Gli studi hanno incluso diversi campioni di soggetti con malattia oncologica terminale e coinvolto medici, infermieri, caregivers e altre figure di sostegno. I sintomi fisici più onerosi risultano essere la fatigue, anoressia, costipazione e dolore e tra i sintomi psicologici viene evidenziata la depressione. Cure palliative anticipatorie, psicoterapie, interventi spirituali hanno migliorato la qualità della vita al termine della vita. Sono stai identificati vari strumenti per la valutazione della qualità della morte che dimostrano la multidimensionalità dei bisogni dei pazienti morenti. Discussioni: Nel complesso la qualità della morte è influenzata negativamente dalle complicanze della sintomatologia fisica e psicologica, dalla gestione dei piani terapeutici come il ricovero, la morte in ospedale per acuti e la presenza di presidi invasivi. Dall’analisi degli studi viene alla luce il volere degli assistiti di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni di fine vita. Gli strumenti analizzati hanno dato un primo approccio nell’oggettivare la qualità del termine della vita, anche se necessitano di progressivi miglioramenti e sperimentazioni. Le cure palliative anticipatorie, le cure spirituali, l’educazione terapeutica e le psicoterapie hanno migliorato la qualità del fine vita e alleviato il carico del caregiving. Conclusioni: Dalla ricerca, non sono emerse evidenze incontrovertibili, ma perlopiù raccomandazioni e comportamenti utili nella gestione dei pazienti terminali con malattia oncologica al fine di offrire loro una “buona” morte. La revisione mette in luce la carenza di studi su popolazioni anziane ricoverate in Hospice, sulle esperienze di fine vita; sulla “qualità della morte” e la necessità di una maggiore attenzione sui sintomi fisici e psicologici. Negli studi inclusi si evince: la non omogeneità delle cure palliative a livello mondiale data l’influenza culturale, religiosa e anche medica; l’importanza della formazione di base e continua e la mancanza di una vera e propria definizione di qualità della morte. Per la pratica futura, la presenza di strumenti che riescano ad oggettivare la qualità della morte, renderebbe più facile la preparazione della morte e una migliore comprensione medica della traiettoria della malattia terminale.

La qualità  della morte nel paziente oncologico terminale: una revisione della letteratura

Tagliapietra, Andrea
2016/2017

Abstract

Introduzione: Il tema della qualità di morte in ambito ospedaliero e quindi la necessità di fornire cure alle persone che non sono più guaribili è stato scelto per la grande rilevanza che ha acquisito recentemente. La morte può essere angosciante a vedersi e in molte culture costituisce un vero e proprio tabù. Le cure palliative intervengono e si focalizzano sulla globalità dei bisogni dell’assistito e della famiglia ma a volte questo non risulta sempre efficace per garantire una buona morte. Obiettivo: Individuare nella letteratura internazionale studi provanti l’incidenza nella qualità della morte dell’utilizzo di un’assistenza palliativa/olistica nei pazienti ricoverati in hospice di età >65 anni con malattia oncologica in fase terminale, nelle ultime settimane di vita. La ricerca è stata estesa anche alle dimensioni legate alla gestione dei sintomi e alla relazione comunicativa che l’infermiere dovrebbe instaurare con il paziente e la famiglia ai fini di una assistenza efficace. Materiali e metodi: È stata condotta una revisione della letteratura mediante indagine nelle banche dati Cochrane, PubMed e ScienceDirect. La ricerca si è concentrata nella letteratura primaria e secondaria degli ultimi 5 anni. Per l’interrogazione delle banche dati è stata utilizzata la metodologia PIO, e per affinare la ricerca sono stati formulati 4 quesiti. Sono state utilizzate due checklist per la valutazione della metodologia interna di ogni studio considerato. Risultati: Sono stati selezionati 45 articoli che rispondevano ai criteri di selezione. Gli studi hanno incluso diversi campioni di soggetti con malattia oncologica terminale e coinvolto medici, infermieri, caregivers e altre figure di sostegno. I sintomi fisici più onerosi risultano essere la fatigue, anoressia, costipazione e dolore e tra i sintomi psicologici viene evidenziata la depressione. Cure palliative anticipatorie, psicoterapie, interventi spirituali hanno migliorato la qualità della vita al termine della vita. Sono stai identificati vari strumenti per la valutazione della qualità della morte che dimostrano la multidimensionalità dei bisogni dei pazienti morenti. Discussioni: Nel complesso la qualità della morte è influenzata negativamente dalle complicanze della sintomatologia fisica e psicologica, dalla gestione dei piani terapeutici come il ricovero, la morte in ospedale per acuti e la presenza di presidi invasivi. Dall’analisi degli studi viene alla luce il volere degli assistiti di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni di fine vita. Gli strumenti analizzati hanno dato un primo approccio nell’oggettivare la qualità del termine della vita, anche se necessitano di progressivi miglioramenti e sperimentazioni. Le cure palliative anticipatorie, le cure spirituali, l’educazione terapeutica e le psicoterapie hanno migliorato la qualità del fine vita e alleviato il carico del caregiving. Conclusioni: Dalla ricerca, non sono emerse evidenze incontrovertibili, ma perlopiù raccomandazioni e comportamenti utili nella gestione dei pazienti terminali con malattia oncologica al fine di offrire loro una “buona” morte. La revisione mette in luce la carenza di studi su popolazioni anziane ricoverate in Hospice, sulle esperienze di fine vita; sulla “qualità della morte” e la necessità di una maggiore attenzione sui sintomi fisici e psicologici. Negli studi inclusi si evince: la non omogeneità delle cure palliative a livello mondiale data l’influenza culturale, religiosa e anche medica; l’importanza della formazione di base e continua e la mancanza di una vera e propria definizione di qualità della morte. Per la pratica futura, la presenza di strumenti che riescano ad oggettivare la qualità della morte, renderebbe più facile la preparazione della morte e una migliore comprensione medica della traiettoria della malattia terminale.
2016-04-08
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tagliapietra._Andrea.1024434.pdf

accesso aperto

Dimensione 1.42 MB
Formato Adobe PDF
1.42 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/26215