La lepre bianca (Lepus timidus varronis) e la pernice bianca (Lagopus mutus helveticus) sono considerate sull'arco alpino delle specie relitto delle passate glaciazioni, che hanno trovato rifugio e si sono adattate agli ambienti di alta montagna a cui ora restano strettamente legate. I cambiamenti climatici e antropici stanno causando un'elevata frammentazione dei territori occupati da queste specie, con conseguenti rischi di isolamento, diminuzione del successo riproduttivo e perdita di variabilità genetica. La riduzione della variabilità genetica per queste specie era già stata documentata in precedenti lavori. Con questa tesi sono state ampliate le conoscenze attuali sulla lepre bianca e la pernice bianca a livello di arco alpino, aggiungendo i campioni raccolti nel settore orientale (provincia di Belluno). Sono state inoltre testate per entrambe le specie delle metodiche di campionamento non invasivo e di estrazione e amplificazione del DNA da questo tipo di campioni. Per entrambe le specie è stata eseguita un'analisi del D-loop del DNA mitocondriale a livello di arco alpino, per indagare i livelli di variabilità e la presenza di struttura genetica. La stessa analisi per la pernice bianca è stata effettuata anche a livello di distribuzione globale della specie per confrontare la variabilità genetica e verificare quanto la sottospecie alpina si discosti geneticamente dalle altre popolazioni. Da queste analisi è emersa una considerevole struttura genetica per la lepre bianca, la cui variabilità genetica si presenta comunque ancora molto elevata a livello di arco alpino, estremamente bassa invece per la provincia di Belluno. Per la pernice bianca, invece, è stata riscontrata una debole struttura e dei valori di variabilità genetica superiori rispetto alle popolazioni nordiche. Per i campioni di pernice bianca raccolti nelle province di Belluno e Trento è stata, inoltre, eseguita un'analisi del DNA nucleare attraverso 10 loci microsatellite, dalla quale è emersa l'assenza di struttura a livello locale e un'elevata variabilità con valori di diversità genica paragonabili a quelli delle popolazioni nordiche. Da questa tesi emerge dunque la differente situazione genetica delle due specie a livello alpino: la pernice nonostante il calo demografico di cui ha risentito in varie località delle Alpi, presenta una buona salute genetica. Le analisi sulla lepre bianca, invece, evidenziano un quadro più critico, soprattutto in alcune aree. Si ritiene dunque necessaria un'attenta gestione ambientale e venatoria nei confronti di queste specie, per preservarne la variabilità genetica (e in alcuni casi favorirne l'incremento) e limitare la presenza o quanto meno minimizzare l'effetto di barriere che impediscano un adeguato flusso genico tra sotto-popolazioni.
GENETICA DI CONSERVAZIONE DI DUE SPECIE ALPINE IN DECLINO: APPROCCIO NON INVASIVO APPLICATO ALLO STUDIO DI LEPRE BIANCA (Lepus timidus) E PERNICE BIANCA (Lagopus mutus)
Gatto, Elisa
2012/2013
Abstract
La lepre bianca (Lepus timidus varronis) e la pernice bianca (Lagopus mutus helveticus) sono considerate sull'arco alpino delle specie relitto delle passate glaciazioni, che hanno trovato rifugio e si sono adattate agli ambienti di alta montagna a cui ora restano strettamente legate. I cambiamenti climatici e antropici stanno causando un'elevata frammentazione dei territori occupati da queste specie, con conseguenti rischi di isolamento, diminuzione del successo riproduttivo e perdita di variabilità genetica. La riduzione della variabilità genetica per queste specie era già stata documentata in precedenti lavori. Con questa tesi sono state ampliate le conoscenze attuali sulla lepre bianca e la pernice bianca a livello di arco alpino, aggiungendo i campioni raccolti nel settore orientale (provincia di Belluno). Sono state inoltre testate per entrambe le specie delle metodiche di campionamento non invasivo e di estrazione e amplificazione del DNA da questo tipo di campioni. Per entrambe le specie è stata eseguita un'analisi del D-loop del DNA mitocondriale a livello di arco alpino, per indagare i livelli di variabilità e la presenza di struttura genetica. La stessa analisi per la pernice bianca è stata effettuata anche a livello di distribuzione globale della specie per confrontare la variabilità genetica e verificare quanto la sottospecie alpina si discosti geneticamente dalle altre popolazioni. Da queste analisi è emersa una considerevole struttura genetica per la lepre bianca, la cui variabilità genetica si presenta comunque ancora molto elevata a livello di arco alpino, estremamente bassa invece per la provincia di Belluno. Per la pernice bianca, invece, è stata riscontrata una debole struttura e dei valori di variabilità genetica superiori rispetto alle popolazioni nordiche. Per i campioni di pernice bianca raccolti nelle province di Belluno e Trento è stata, inoltre, eseguita un'analisi del DNA nucleare attraverso 10 loci microsatellite, dalla quale è emersa l'assenza di struttura a livello locale e un'elevata variabilità con valori di diversità genica paragonabili a quelli delle popolazioni nordiche. Da questa tesi emerge dunque la differente situazione genetica delle due specie a livello alpino: la pernice nonostante il calo demografico di cui ha risentito in varie località delle Alpi, presenta una buona salute genetica. Le analisi sulla lepre bianca, invece, evidenziano un quadro più critico, soprattutto in alcune aree. Si ritiene dunque necessaria un'attenta gestione ambientale e venatoria nei confronti di queste specie, per preservarne la variabilità genetica (e in alcuni casi favorirne l'incremento) e limitare la presenza o quanto meno minimizzare l'effetto di barriere che impediscano un adeguato flusso genico tra sotto-popolazioni.File | Dimensione | Formato | |
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