La parte iniziale della tesi è incentrata sul “credo epistemologico” einsteiniano. Nella visione di Einstein, esiste uno scarto ineliminabile tra mondo delle idee e mondo sensibile. Al primo appartengono i principi e le proposizioni o leggi che possono essere dedotte logicamente da essi, al secondo i fatti dell'esperienza. Esiste tuttavia una connessione “extralogica” senza la quale il fisico, e lo scienziato in generale, non sarebbe in grado di verificare e validare le sue teorie. Tra le diverse specie di teorie fisiche, Einstein predilige le “teorie dei principi” per la loro perfezione logica e saldezza delle basi. Il principio, nella visione einsteiniana, è una proprietà generale dei fenomeni fisici che è stata verificata sperimentalmente in molti casi e che, tramite arbitraria scelta (“il libero gioco dei concetti”) dello scienziato, viene assunta generale, valida in tutti i casi. Il principio viene dunque elevato a criterio regolatore e si pone al di sopra delle leggi fisiche. Nel presente lavoro si trattano, riprendendo gli articoli fondamentali, i principi che stanno alla base delle teorie della relatività: in particolare si tenta di mettere in luce le conseguenze logiche e filosofiche che questi hanno. Per esempio, il principio di relatività è profondamene legato al “mistero” dell'intelligibilità della natura. La parte conclusiva tratta invece i problemi connessi alla teoria quantistica. La presente teoria, il cui accordo sperimentale è straordinario, sembra suggerire che il carattere statistico della teoria sia una conseguenza necessaria del carattere intrinsecamente probabilistico dei fenomeni microscopici. Per Einstein è fondamentale, come presupposto per la conoscenza, l'idea di una realtà determinata e indipendente dalle osservazioni dello sperimentatore: in questo modo i risultati stocastici andrebbero intesi come epistemici, ovvero come conseguenza dell'incapacità della teoria di fornire una descrizione esaustiva della reale situazione di fatto. La meccanica quantistica andrebbe dunque rifondata sul principio di causalità che, rispetto a quello di casualità, è logicamente più semplice e di conseguenza rappresentazione più fedele della natura.

Einstein filosofo-scienziato

Zanon, Giovanni
2018/2019

Abstract

La parte iniziale della tesi è incentrata sul “credo epistemologico” einsteiniano. Nella visione di Einstein, esiste uno scarto ineliminabile tra mondo delle idee e mondo sensibile. Al primo appartengono i principi e le proposizioni o leggi che possono essere dedotte logicamente da essi, al secondo i fatti dell'esperienza. Esiste tuttavia una connessione “extralogica” senza la quale il fisico, e lo scienziato in generale, non sarebbe in grado di verificare e validare le sue teorie. Tra le diverse specie di teorie fisiche, Einstein predilige le “teorie dei principi” per la loro perfezione logica e saldezza delle basi. Il principio, nella visione einsteiniana, è una proprietà generale dei fenomeni fisici che è stata verificata sperimentalmente in molti casi e che, tramite arbitraria scelta (“il libero gioco dei concetti”) dello scienziato, viene assunta generale, valida in tutti i casi. Il principio viene dunque elevato a criterio regolatore e si pone al di sopra delle leggi fisiche. Nel presente lavoro si trattano, riprendendo gli articoli fondamentali, i principi che stanno alla base delle teorie della relatività: in particolare si tenta di mettere in luce le conseguenze logiche e filosofiche che questi hanno. Per esempio, il principio di relatività è profondamene legato al “mistero” dell'intelligibilità della natura. La parte conclusiva tratta invece i problemi connessi alla teoria quantistica. La presente teoria, il cui accordo sperimentale è straordinario, sembra suggerire che il carattere statistico della teoria sia una conseguenza necessaria del carattere intrinsecamente probabilistico dei fenomeni microscopici. Per Einstein è fondamentale, come presupposto per la conoscenza, l'idea di una realtà determinata e indipendente dalle osservazioni dello sperimentatore: in questo modo i risultati stocastici andrebbero intesi come epistemici, ovvero come conseguenza dell'incapacità della teoria di fornire una descrizione esaustiva della reale situazione di fatto. La meccanica quantistica andrebbe dunque rifondata sul principio di causalità che, rispetto a quello di casualità, è logicamente più semplice e di conseguenza rappresentazione più fedele della natura.
2018-11-26
30
credo, epistemologico, principi, relatività, quantistica, semplicità, asimmetria
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/26760