INTRODUZIONE: Nella pratica clinica e nel mondo della fisioterapia sono molte le scale di valutazione di cui ci si avvale per lo studio dell’arto superiore. Negli ultimi anni sono state introdotte le tecniche strumentali di analisi del movimento già in uso per l’arto inferiore, allo scopo di ottenere valutazioni obiettive di cinematica articolare tridimensionale, parametri spazio-temporali, velocità e rettilineità della traiettoria seguita. OBIETTIVO: L’obiettivo di questo studio è individuare e sperimentare una valutazione quantitativa strumentale per valutare task motori dell’arto superiore tipici della vita quotidiana tratti dalla scala di valutazione Melbourne Assessment of Unilateral Upper Limb Function su un campione di bambini con Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) a forma emiplegica spastica, e di comparare i risultati ottenuti con la compilazione della stessa, e confrontarli con i risultati ottenuti da un campione di controllo composto da soggetti con sviluppo neuro-motorio normale della stessa età. MATERIALI E METODI: 3 soggetti con PCI a forma emiparesi spastica (gruppo caso), e 2 con sviluppo neuro-motorio normale (gruppo controllo) hanno eseguito 6 task presenti nella Melbourne Assessment: “pointing anteriore”, in “abduzione” e in “adduzione”, “mano-bocca”, “mano-gluteo”, “fronte-nuca”. Sono stati registrati e confrontati i parametri di velocità, fluidità, precisione e ampiezza. RISULTATI: Sono stati riportati i risultati della somministrazione della scala di valutazione Melbourne nei tre bambini emiplegici. Sono stati inoltre riportati gli indici strumentali proposti dal protocollo per la valutazione quantitativa dei gesti. L’ultimo gesto, il “fronte-nuca”, non è stato elaborato tramite la valutazione strumentale per la difficoltà di adattare il protocollo al task in questione. CONCLUSIONE: Nell’analisi dei risultati strumentali è emerso che, come riscontrato in letteratura, il movimento con l’arto affetto è complessivamente più lento, meno fluido e la velocità di picco è più bassa e viene raggiunta prima nel pointing in abduzione e nel mano-bocca, più lentamente negli altri due task; la fase di aggiustamento è maggiore sia in termini di tempo, sia come lunghezza delle oscillazioni. A livello articolare si sono evidenziati, nei gesti effettuati con l’arto plegico, una maggiore flessione anteriore, rotazione ed inclinazione controlaterale di tronco, con aumento di abduzione, flessione ed intrarotazione di spalla (come strategia di compenso per il deficit in supinazione e di estensione di gomito) e della flessione del polso.
Valutazione funzionale dell'arto superiore con confronto fra scale di valutazione cliniche e misure strumentali: studio pilota su bambini con p.c.i. forma emiplegica spastica
Bongiorno, Giulia
2016/2017
Abstract
INTRODUZIONE: Nella pratica clinica e nel mondo della fisioterapia sono molte le scale di valutazione di cui ci si avvale per lo studio dell’arto superiore. Negli ultimi anni sono state introdotte le tecniche strumentali di analisi del movimento già in uso per l’arto inferiore, allo scopo di ottenere valutazioni obiettive di cinematica articolare tridimensionale, parametri spazio-temporali, velocità e rettilineità della traiettoria seguita. OBIETTIVO: L’obiettivo di questo studio è individuare e sperimentare una valutazione quantitativa strumentale per valutare task motori dell’arto superiore tipici della vita quotidiana tratti dalla scala di valutazione Melbourne Assessment of Unilateral Upper Limb Function su un campione di bambini con Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) a forma emiplegica spastica, e di comparare i risultati ottenuti con la compilazione della stessa, e confrontarli con i risultati ottenuti da un campione di controllo composto da soggetti con sviluppo neuro-motorio normale della stessa età. MATERIALI E METODI: 3 soggetti con PCI a forma emiparesi spastica (gruppo caso), e 2 con sviluppo neuro-motorio normale (gruppo controllo) hanno eseguito 6 task presenti nella Melbourne Assessment: “pointing anteriore”, in “abduzione” e in “adduzione”, “mano-bocca”, “mano-gluteo”, “fronte-nuca”. Sono stati registrati e confrontati i parametri di velocità, fluidità, precisione e ampiezza. RISULTATI: Sono stati riportati i risultati della somministrazione della scala di valutazione Melbourne nei tre bambini emiplegici. Sono stati inoltre riportati gli indici strumentali proposti dal protocollo per la valutazione quantitativa dei gesti. L’ultimo gesto, il “fronte-nuca”, non è stato elaborato tramite la valutazione strumentale per la difficoltà di adattare il protocollo al task in questione. CONCLUSIONE: Nell’analisi dei risultati strumentali è emerso che, come riscontrato in letteratura, il movimento con l’arto affetto è complessivamente più lento, meno fluido e la velocità di picco è più bassa e viene raggiunta prima nel pointing in abduzione e nel mano-bocca, più lentamente negli altri due task; la fase di aggiustamento è maggiore sia in termini di tempo, sia come lunghezza delle oscillazioni. A livello articolare si sono evidenziati, nei gesti effettuati con l’arto plegico, una maggiore flessione anteriore, rotazione ed inclinazione controlaterale di tronco, con aumento di abduzione, flessione ed intrarotazione di spalla (come strategia di compenso per il deficit in supinazione e di estensione di gomito) e della flessione del polso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/26871