Questa sperimentazione è stata svolta presso il laboratorio di olografia dell’università di Alicante, consiste nella valutazione delle ametropie e della stereopsi con l’utilizzo di immagini olografiche; Il lavoro si può dividere in quattro fasi: - Progettazione e costruzione di due oggetti, uno per la valutazione delle ametropie e per la stereopsi. Entrambi gli oggetti sono stati fatti in laboratorio, il primo si compone di 21 numeri a distanze diverse dall'occhio. La base fisica di questo esperimento è quello di utilizzare la ricostruzione olografica di una figura tridimensionale per determinare la posizione del punto remoto dell'osservatore. L'occhio forma un'immagine reale dell'oggetto sulla retina, solo una parte di essa si trova nel piano della retina e un'altra parte si trova avanti o dietro. Nel montaggio abbiamo usato una lente di 10 diottrie, che formerà l'immagine dell’oggetto in punti remoti diversi degli osservatori, quindi in funzione dell'ametropia dell'osservatore l'immagine che apparirà sulla retina corrisponderà ad uno dei numeri e il resto appariranno sfocati. Nella posizione centrale dell'oggetto poniamo il numero "zero" la cui immagine si trova nella retina nel caso in cui il soggetto sia emmetrope. L’altro oggetto invece è simile al test Frisby, è composto da tre piastre di vetro trasparenti di diverso spessore 6 mm, 3 mm e 1,5 mm, rispettivamente. Ad ogni piastra sono stati incollati delle figure in modo che parte della figura è incollata sulla faccia anteriore e l’altra sulla faccia posteriore. - Realizzazione del materiale: PVA 4-98 10% 50 ml + YE 1,2 ml + AA+TEA 8 ml + Acqua 1.2 ml + BMA 0,8 g - Registrazione dell’ologramma: Il laser utilizzato per supporti di registrazione è stato un Nd: YVO4 (Coherent Verdi V2) che emette ad una lunghezza d'onda di 532 nm, al quale è sensibile il materiale di registrazione. - Somministrazione degli ologrammi a 56 persone di età variabile dai 18 ai 62 anni, 21 tra i 35 e i 62 anni e 36 tra i 37 e i 19, con un errore di rifrazione tra i -7D e +3D. Inizialmente si è misurata l’ametropia al forottero in seguito la rifrazione è stata confrontata con il risultato del test olografico. Con l’ologramma per la valutazione delle ametropie i soggetti erano ad una distanza di 4,5 cm dalla placca. Gli osservatori visualizzavano l’ottotipo olografico illuminato con un fascio di riferimento simile a quello di riferimento ma con una lunghezza d'onda emessa da un laser He-Ne di 633 nm il cui fotopolimero è sensibile con questo montaggio i soggetti poterono stare più vicino alla piastra. L’ottotipo una volta registrato veniva illuminato con un fascio omogeneo; veniva lasciato sbiancare al sole, al fine di rimuovere il colorante residuo alla placca di prova per garantire maggiore stabilità dell'immagine nel tempo. Gli osservatori dopo aver visualizzavano l’immagine olografica riferivano tutti i numeri visti nitidi, ognuno di questi corrispondeva alla loro ametropia; si è visto che vi è una netta differenza tra gli osservatori tra i 19-36 e i 17-62. I risultati sono molto più corretti nel secondo gruppo, mentre i più giovani accomodando vedevano quasi tutti i numeri. Con l’ologramma per la valutazione della stereopsi riferivano se riuscivano a vedere parte dell’immagine in rilievo, tutti gli osservatori sono riusciti a discriminarla.

Valutazione delle ametropie e della stereopsi con l’utilizzo di immagini olografiche

Ventrudo, Sabrina
2016/2017

Abstract

Questa sperimentazione è stata svolta presso il laboratorio di olografia dell’università di Alicante, consiste nella valutazione delle ametropie e della stereopsi con l’utilizzo di immagini olografiche; Il lavoro si può dividere in quattro fasi: - Progettazione e costruzione di due oggetti, uno per la valutazione delle ametropie e per la stereopsi. Entrambi gli oggetti sono stati fatti in laboratorio, il primo si compone di 21 numeri a distanze diverse dall'occhio. La base fisica di questo esperimento è quello di utilizzare la ricostruzione olografica di una figura tridimensionale per determinare la posizione del punto remoto dell'osservatore. L'occhio forma un'immagine reale dell'oggetto sulla retina, solo una parte di essa si trova nel piano della retina e un'altra parte si trova avanti o dietro. Nel montaggio abbiamo usato una lente di 10 diottrie, che formerà l'immagine dell’oggetto in punti remoti diversi degli osservatori, quindi in funzione dell'ametropia dell'osservatore l'immagine che apparirà sulla retina corrisponderà ad uno dei numeri e il resto appariranno sfocati. Nella posizione centrale dell'oggetto poniamo il numero "zero" la cui immagine si trova nella retina nel caso in cui il soggetto sia emmetrope. L’altro oggetto invece è simile al test Frisby, è composto da tre piastre di vetro trasparenti di diverso spessore 6 mm, 3 mm e 1,5 mm, rispettivamente. Ad ogni piastra sono stati incollati delle figure in modo che parte della figura è incollata sulla faccia anteriore e l’altra sulla faccia posteriore. - Realizzazione del materiale: PVA 4-98 10% 50 ml + YE 1,2 ml + AA+TEA 8 ml + Acqua 1.2 ml + BMA 0,8 g - Registrazione dell’ologramma: Il laser utilizzato per supporti di registrazione è stato un Nd: YVO4 (Coherent Verdi V2) che emette ad una lunghezza d'onda di 532 nm, al quale è sensibile il materiale di registrazione. - Somministrazione degli ologrammi a 56 persone di età variabile dai 18 ai 62 anni, 21 tra i 35 e i 62 anni e 36 tra i 37 e i 19, con un errore di rifrazione tra i -7D e +3D. Inizialmente si è misurata l’ametropia al forottero in seguito la rifrazione è stata confrontata con il risultato del test olografico. Con l’ologramma per la valutazione delle ametropie i soggetti erano ad una distanza di 4,5 cm dalla placca. Gli osservatori visualizzavano l’ottotipo olografico illuminato con un fascio di riferimento simile a quello di riferimento ma con una lunghezza d'onda emessa da un laser He-Ne di 633 nm il cui fotopolimero è sensibile con questo montaggio i soggetti poterono stare più vicino alla piastra. L’ottotipo una volta registrato veniva illuminato con un fascio omogeneo; veniva lasciato sbiancare al sole, al fine di rimuovere il colorante residuo alla placca di prova per garantire maggiore stabilità dell'immagine nel tempo. Gli osservatori dopo aver visualizzavano l’immagine olografica riferivano tutti i numeri visti nitidi, ognuno di questi corrispondeva alla loro ametropia; si è visto che vi è una netta differenza tra gli osservatori tra i 19-36 e i 17-62. I risultati sono molto più corretti nel secondo gruppo, mentre i più giovani accomodando vedevano quasi tutti i numeri. Con l’ologramma per la valutazione della stereopsi riferivano se riuscivano a vedere parte dell’immagine in rilievo, tutti gli osservatori sono riusciti a discriminarla.
2016-04
46
Ologramma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/26892