Problema: in Italia il Terapista Occupazionale ricopre un ruolo fondamentale nel promuovere nella persona con disabilità la maggiore autonomia possibile nelle performance occupazionali di tutti i giorni. Performance che sono influenzate dall’ambiente di vita della persona stessa e più in particolare dal suo domicilio. L’ambiente domestico è quindi una parte fondamentale nel percorso riabilitativo, e di vita, di una persona. Nella pratica clinica attualmente non viene utilizzato nessuno strumento standardizzato che possa misurare quanto un ambiente possa essere più o meno accessibile alla persona: il rilevamento di eventuali barriere architettoniche avviene grazie all’esperienza che il Terapista apprende sul campo durante gli anni di studi e di lavoro. In Svezia con Susanne Iwarsson nasce l’”Housing Enabler”, strumento specifico per la nostra professione, costruito su basi scientifiche che permette di avere dati quantitativi sull’interazione tra la persona e il suo ambiente di vita. Questo strumento è fonte di grande interesse nei Terapisti Occupazionali italiani poiché potrebbe essere di grande aiuto nella pratica clinica. Obiettivo: lo scopo di questa tesi è: creare un’ipotesi di adattamento dell’”Housing Enabler” al contesto italiano. Metodi e strumenti: a tal fine, il lavoro si è svolto in 4 fasi Studio della normativa italiana relativa ai criteri di progettazione per ambienti Confronto dello strumento svedese con la normativa italiana. Somministrazione di un questionario a terapisti occupazionali e tecnici esperti di adattamento ambientale e barriere architettoniche per capire cosa ha senso adattare alla normativa italiana e cosa mantenere dello strumento svedese. Creazione dell’ipotesi di adattamento dello strumento al contesto italiano. Risultati: dal lavoro svolto abbiamo potuto definire un’ipotesi di adattamento dello strumento svedese al contesto italiano da proporre agli autori svedesi per ottenere l’autorizzazione ad una validazione. Progetti futuri: sarebbe importante in futuro organizzare un corso assieme a Susanne Iwarsson per poter formare un gruppo di operatori che possano applicare lo strumento; eseguire degli studi di validazione per la versione italiana dello strumento Housing Enabler.
Housing Enabler: ipotesi di adattamento al contesto italiano
Boato, Riccardo Leonardo Andrea
2016/2017
Abstract
Problema: in Italia il Terapista Occupazionale ricopre un ruolo fondamentale nel promuovere nella persona con disabilità la maggiore autonomia possibile nelle performance occupazionali di tutti i giorni. Performance che sono influenzate dall’ambiente di vita della persona stessa e più in particolare dal suo domicilio. L’ambiente domestico è quindi una parte fondamentale nel percorso riabilitativo, e di vita, di una persona. Nella pratica clinica attualmente non viene utilizzato nessuno strumento standardizzato che possa misurare quanto un ambiente possa essere più o meno accessibile alla persona: il rilevamento di eventuali barriere architettoniche avviene grazie all’esperienza che il Terapista apprende sul campo durante gli anni di studi e di lavoro. In Svezia con Susanne Iwarsson nasce l’”Housing Enabler”, strumento specifico per la nostra professione, costruito su basi scientifiche che permette di avere dati quantitativi sull’interazione tra la persona e il suo ambiente di vita. Questo strumento è fonte di grande interesse nei Terapisti Occupazionali italiani poiché potrebbe essere di grande aiuto nella pratica clinica. Obiettivo: lo scopo di questa tesi è: creare un’ipotesi di adattamento dell’”Housing Enabler” al contesto italiano. Metodi e strumenti: a tal fine, il lavoro si è svolto in 4 fasi Studio della normativa italiana relativa ai criteri di progettazione per ambienti Confronto dello strumento svedese con la normativa italiana. Somministrazione di un questionario a terapisti occupazionali e tecnici esperti di adattamento ambientale e barriere architettoniche per capire cosa ha senso adattare alla normativa italiana e cosa mantenere dello strumento svedese. Creazione dell’ipotesi di adattamento dello strumento al contesto italiano. Risultati: dal lavoro svolto abbiamo potuto definire un’ipotesi di adattamento dello strumento svedese al contesto italiano da proporre agli autori svedesi per ottenere l’autorizzazione ad una validazione. Progetti futuri: sarebbe importante in futuro organizzare un corso assieme a Susanne Iwarsson per poter formare un gruppo di operatori che possano applicare lo strumento; eseguire degli studi di validazione per la versione italiana dello strumento Housing Enabler.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/26914