La miopia è una delle principali cause di disabilità visive in tutto il mondo e la sua progressione è in rapido aumento. Sono stati segnalati vari fattori ambientali, legati allo stato socioeconomico e allo stile di vita, e considerati responsabili dell’aumento della prevalenza nell’ultimo mezzo secolo. Negli ultimi decenni sono anche emerse prove crescenti riguardo ai possibili meccanismi biologici che determinano l'errore refrattivo, dando ulteriore evidenza alla teoria che la miopia sia il risultato di una complicata interazione tra predisposizione genetica ed esposizioni ambientali (Foster P.J.,2014). Anche se l’esatta eziologia del difetto miopico rimane elusiva, le tecniche di controllo della progressione risultano sempre più urgenti. La teoria invocata per molte strategie di controllo è quella del defocus periferico. Le teorie di E.L. Smith hanno evidenziato che l’ipermetropia periferica rappresenta un fattore di rischio importante per l’insorgenza e la progressione del difetto miopico. Tuttavia, questo modello è stato contestato da M. Campbell, E. Irving, le quali hanno riferito che la miopia e la sua progressione non possono essere interamente spiegate dalle condizioni di defocalizzazione periferica (Smith E.L., 2013) essendoci evidenze per molti altri fattori (Lag accomodativo, influenza di lenti, stato della foria prossimale ecc.). In seguito alla descrizione dei pro e dei contro delle strategie di controllo della progressione maggiormente utilizzate, questo elaborato propone una nuova ipotesi di lavoro, basata sugli studi di Antonio Medina. Egli, dopo aver dimostrato matematicamente che il processo che regola la refrazione oculare è un processo di feedback a loop chiuso, ha evidenziato che l’andamento esponenziale dell’errore refrattivo non corretto diventa lineare quando vengono utilizzate lenti correttive. Secondo tale teoria, le lenti pongono il sistema di feedback in una condizione di loop aperto ed esacerbano la miopia non corretta. Detto ciò, un’ipotetica strategia di lavoro potrebbe essere quella di ritardare la compensazione della miopia (Sun Y.Y., 2017) fino a quando l’acuità visiva non risulti significativamente compromessa. In questo modo potremmo ritardare la progressione lineare del difetto e ottenere, alla stabilizzazione, un valore di miopia finale inferiore, oppure potremmo affrontare preventivamente una compensazione parziale dell’ipermetropia, presente inizialmente in molti bambini (Medina A., 2018), per tutelare il feedback di emmetropizzazione. Data la rete di fattori e lo stato delle conoscenze, è evidente che ogni scelta riguardo la compensazione della miopia non può essere generalizzata ma deve essere individualizzata.

Compensazione ottica della miopia e controllo della progressione: l’ipotesi della non correzione

Marra, Annachiara
2018/2019

Abstract

La miopia è una delle principali cause di disabilità visive in tutto il mondo e la sua progressione è in rapido aumento. Sono stati segnalati vari fattori ambientali, legati allo stato socioeconomico e allo stile di vita, e considerati responsabili dell’aumento della prevalenza nell’ultimo mezzo secolo. Negli ultimi decenni sono anche emerse prove crescenti riguardo ai possibili meccanismi biologici che determinano l'errore refrattivo, dando ulteriore evidenza alla teoria che la miopia sia il risultato di una complicata interazione tra predisposizione genetica ed esposizioni ambientali (Foster P.J.,2014). Anche se l’esatta eziologia del difetto miopico rimane elusiva, le tecniche di controllo della progressione risultano sempre più urgenti. La teoria invocata per molte strategie di controllo è quella del defocus periferico. Le teorie di E.L. Smith hanno evidenziato che l’ipermetropia periferica rappresenta un fattore di rischio importante per l’insorgenza e la progressione del difetto miopico. Tuttavia, questo modello è stato contestato da M. Campbell, E. Irving, le quali hanno riferito che la miopia e la sua progressione non possono essere interamente spiegate dalle condizioni di defocalizzazione periferica (Smith E.L., 2013) essendoci evidenze per molti altri fattori (Lag accomodativo, influenza di lenti, stato della foria prossimale ecc.). In seguito alla descrizione dei pro e dei contro delle strategie di controllo della progressione maggiormente utilizzate, questo elaborato propone una nuova ipotesi di lavoro, basata sugli studi di Antonio Medina. Egli, dopo aver dimostrato matematicamente che il processo che regola la refrazione oculare è un processo di feedback a loop chiuso, ha evidenziato che l’andamento esponenziale dell’errore refrattivo non corretto diventa lineare quando vengono utilizzate lenti correttive. Secondo tale teoria, le lenti pongono il sistema di feedback in una condizione di loop aperto ed esacerbano la miopia non corretta. Detto ciò, un’ipotetica strategia di lavoro potrebbe essere quella di ritardare la compensazione della miopia (Sun Y.Y., 2017) fino a quando l’acuità visiva non risulti significativamente compromessa. In questo modo potremmo ritardare la progressione lineare del difetto e ottenere, alla stabilizzazione, un valore di miopia finale inferiore, oppure potremmo affrontare preventivamente una compensazione parziale dell’ipermetropia, presente inizialmente in molti bambini (Medina A., 2018), per tutelare il feedback di emmetropizzazione. Data la rete di fattori e lo stato delle conoscenze, è evidente che ogni scelta riguardo la compensazione della miopia non può essere generalizzata ma deve essere individualizzata.
2018-09
74
Miopia, Controllo miopia, myopia progression, uncorrected myopia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/28301