Nel seguente lavoro è stata analizzata una delle tre aree di monitoraggio permanenti presenti nelle Dolomiti Ampezzane, più precisamente sulle pendici nord-orientali del gruppo dolomitico Croda da Lago. L’area, di 1 ha di superficie, è composta da un popolamento misto di larice (Larix decidua), pino cembro (Pinus cembra), pino mugo (Pinus mugo) e abete rosso (Picea abies). Questo sito, trovandosi alla treeline, è di particolare interesse in quanto la vegetazione è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche limitanti e ciò permette di identificare chiaramente l’influenza delle variazioni del clima sul popolamento presente. Altra caratteristica peculiare è la mancanza di utilizzazioni significative dal XIX secolo, il popolamento ha quindi avuto la possibilità di evolversi liberamente per lungo tempo. Nell’area sono state analizzate le caratteristiche strutturali, la distribuzione degli individui e la struttura spaziale del popolamento, considerando tutti i soggetti con altezza superiore a 1.30 m. Si è quindi proceduto a un confronto tra il medesimo popolamento censito nel 2004 e quello attuale. I risultati hanno evidenziato come la vegetazione stia rispondendo ai cambiamenti climatici in misura sempre maggiore. Sono stati rilevati dei notevoli incrementi sia in diametro sia in altezza per tutte le specie arboree e anche la composizione specifica mostra segni di evoluzione. Infatti, la presenza di individui di abete rosso, di dimensioni anche rilevanti (oltre 5 metri), può essere ritenuta un primo segnale di come il popolamento si stia modificando sotto l’effetto delle temperature sempre più elevate. L’utilizzo di metodi di analisi spaziale ha consentito di ottenere una visione più oggettiva della distribuzione degli individui e della struttura esaminati, permettendo un confronto tra le dinamiche e i processi evolutivi in atto. I risultati hanno indicato un’assenza della tipica aggregazione degli individui nei popolamenti di alta quota, dovuta probabilmente alla riduzione degli effetti limitanti del clima e una differenziazione per quanto riguarda la struttura spaziale della popolazione.
Dinamiche di ricolonizzazione al limite superiore del bosco nelle Dolomiti Ampezzane
Zampiron, Giulio
2020/2021
Abstract
Nel seguente lavoro è stata analizzata una delle tre aree di monitoraggio permanenti presenti nelle Dolomiti Ampezzane, più precisamente sulle pendici nord-orientali del gruppo dolomitico Croda da Lago. L’area, di 1 ha di superficie, è composta da un popolamento misto di larice (Larix decidua), pino cembro (Pinus cembra), pino mugo (Pinus mugo) e abete rosso (Picea abies). Questo sito, trovandosi alla treeline, è di particolare interesse in quanto la vegetazione è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche limitanti e ciò permette di identificare chiaramente l’influenza delle variazioni del clima sul popolamento presente. Altra caratteristica peculiare è la mancanza di utilizzazioni significative dal XIX secolo, il popolamento ha quindi avuto la possibilità di evolversi liberamente per lungo tempo. Nell’area sono state analizzate le caratteristiche strutturali, la distribuzione degli individui e la struttura spaziale del popolamento, considerando tutti i soggetti con altezza superiore a 1.30 m. Si è quindi proceduto a un confronto tra il medesimo popolamento censito nel 2004 e quello attuale. I risultati hanno evidenziato come la vegetazione stia rispondendo ai cambiamenti climatici in misura sempre maggiore. Sono stati rilevati dei notevoli incrementi sia in diametro sia in altezza per tutte le specie arboree e anche la composizione specifica mostra segni di evoluzione. Infatti, la presenza di individui di abete rosso, di dimensioni anche rilevanti (oltre 5 metri), può essere ritenuta un primo segnale di come il popolamento si stia modificando sotto l’effetto delle temperature sempre più elevate. L’utilizzo di metodi di analisi spaziale ha consentito di ottenere una visione più oggettiva della distribuzione degli individui e della struttura esaminati, permettendo un confronto tra le dinamiche e i processi evolutivi in atto. I risultati hanno indicato un’assenza della tipica aggregazione degli individui nei popolamenti di alta quota, dovuta probabilmente alla riduzione degli effetti limitanti del clima e una differenziazione per quanto riguarda la struttura spaziale della popolazione.File | Dimensione | Formato | |
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