Il presente elaborato si propone di ricostruire l’assetto di tutela di cui i lavoratori con disabilità possono beneficiare in un ordinamento nel quale il diritto dell’Unione Europea ed il diritto italiano si coordinano ed integrano vicendevolmente. La finalità che muove questa ricerca è strettamente correlata ad un dato fattuale: la disabilità non rappresenta una condizione sporadica, bensì molto più frequente di quanto si possa ipotizzare. Nello specifico ambito del diritto del lavoro, tanto a livello nazionale, quanto comunitario, queste circostanze assumono una particolare rilevanza con riguardo ad una pluralità di istituti che, come vedremo, influenzano non solo la disciplina del singolo rapporto di lavoro, ma anche l’organizzazione produttiva nel suo complesso ed è, quindi, fondamentale cercare di mettere a sistema i vari strumenti normativi funzionali alla protezione e promozione dei diritti del lavoratore disabile. Tale attività, si presenta, tuttavia, poco agevole e ciò non solo perché non sussiste una definizione univoca di disabilità, ma anche perché, come si vedrà, la disciplina italiana sul punto è ispirata ad un modello euristico della disabilità di carattere medico-diagnostico, del quale verranno messi in luce gli evidenti profili di criticità. D’altro canto, la disciplina comunitaria concernente il lavoratore disabile, così come interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), poggia su nozione di disabilità, mutuata dal diritto internazionale, la quale è ispirata ad un modello diverso: il modello bio-psico-sociale. Il progressivo accoglimento da parte dei giudici del Lussemburgo di tale modello ha consentito l’elaborazione di una definizione ampia di disabilità che, come vedremo, ha trovato il favore anche della giurisprudenza italiana, sia di merito che di legittimità. Se la sussistenza di strumenti normativi ispirati a modelli diversi tra loro e, in questo senso, informati da ratio diverse, introduce sicuramente una problematica di coordinamento non indifferente, ciò non toglie che l’interazione tra diritto comunitario e diritto italiano consenta di elaborare nuove ed estremamente rilevanti prospettive di tutela.

La tutela del lavoratore disabile: criticità e prospettive derivanti dal coordinamento tra diritto eurocomunitario e diritto italiano".

BAREATO, LINDA
2021/2022

Abstract

Il presente elaborato si propone di ricostruire l’assetto di tutela di cui i lavoratori con disabilità possono beneficiare in un ordinamento nel quale il diritto dell’Unione Europea ed il diritto italiano si coordinano ed integrano vicendevolmente. La finalità che muove questa ricerca è strettamente correlata ad un dato fattuale: la disabilità non rappresenta una condizione sporadica, bensì molto più frequente di quanto si possa ipotizzare. Nello specifico ambito del diritto del lavoro, tanto a livello nazionale, quanto comunitario, queste circostanze assumono una particolare rilevanza con riguardo ad una pluralità di istituti che, come vedremo, influenzano non solo la disciplina del singolo rapporto di lavoro, ma anche l’organizzazione produttiva nel suo complesso ed è, quindi, fondamentale cercare di mettere a sistema i vari strumenti normativi funzionali alla protezione e promozione dei diritti del lavoratore disabile. Tale attività, si presenta, tuttavia, poco agevole e ciò non solo perché non sussiste una definizione univoca di disabilità, ma anche perché, come si vedrà, la disciplina italiana sul punto è ispirata ad un modello euristico della disabilità di carattere medico-diagnostico, del quale verranno messi in luce gli evidenti profili di criticità. D’altro canto, la disciplina comunitaria concernente il lavoratore disabile, così come interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), poggia su nozione di disabilità, mutuata dal diritto internazionale, la quale è ispirata ad un modello diverso: il modello bio-psico-sociale. Il progressivo accoglimento da parte dei giudici del Lussemburgo di tale modello ha consentito l’elaborazione di una definizione ampia di disabilità che, come vedremo, ha trovato il favore anche della giurisprudenza italiana, sia di merito che di legittimità. Se la sussistenza di strumenti normativi ispirati a modelli diversi tra loro e, in questo senso, informati da ratio diverse, introduce sicuramente una problematica di coordinamento non indifferente, ciò non toglie che l’interazione tra diritto comunitario e diritto italiano consenta di elaborare nuove ed estremamente rilevanti prospettive di tutela.
2021
The protection of the disabled worker: critical issues and perspectives deriving from the coordination between European Union law and Italian law
lavoratore disabile
Unione Europea
Criticità
Prospettive
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