Le cardiopatie congenite (CHD) sono tra i difetti di nascita più comuni, che colpiscono 1 bambino su 100. Gli attuali approcci terapeutici per la gestione delle malattie cardiache congenite sono generalmente volti a correggere questi difetti all'inizio della vita del paziente con valvole protesiche meccaniche o biologiche. Tali protesi presentano ognuna i propri vantaggi e limiti. Le valvole protesiche meccaniche dimostrano un’eccellente durata, infatti, mantengono ottime proprietà fisiche e chimiche, inoltre i tassi di rottura sono talmente limitati che queste valvole possono accompagnare il paziente anche per tutta la vita. Tuttavia, l’inserimento di materiali ritenuti estranei dal sistema immunitario comporta una serie di problematiche rendendo queste protesi meno allettanti. Tali impianti, infatti, rischiano di causare eventi tromboembolici che possono essere controllati solo attraverso terapie anticoagulanti, le quali a loro volta possono essere causa di emorragie. Peraltro, in alcuni casi non sono consentite ai pazienti, i quali possono avere controindicazioni assolute, come altre malattie cardiache, cerebrali, renali o gravidanza. Per quanto riguarda le valvole biologiche si nota che hanno caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quelli delle valvole meccaniche: esse infatti sono soggette a maggiori rischi di degradazione ma richiedono terapie anticoagulanti meno aggressive. Il principale limite è la degradazione della struttura bioprotesica che si è visto essere molto più veloce nei giovani: si pensa che ciò sia dovuto a maggiore stress della valvola a causa dell’importante flusso sanguigno, di maggior ricambio di calcio e di una risposta immunitaria migliore da parte di pazienti pediatrici. Cercando di ovviare a molti degli svantaggi sopra elencati, è tuttora in fase di sperimentazione un nuovo tipo di valvole: le bioprotesi ingegnerizzate. Fin dal suo inizio alla fine degli anni '80, l'ingegneria dei tessuti ha suscitato l'interesse di medici e scienziati per il suo grande potenziale. Sono stati fatti progressi significativi in questo promettente settore della scienza. Questa tecnologia è stata utilizzata per sviluppare sostituti biologici per la riparazione o la rigenerazione dei tessuti. L’intento dell’ingegneria tissutale è quello di costruire un neo-tessuto a partire dai suoi componenti cellulari originari. I metodi di ingegneria tissutale prevedono in genere una matrice con caratteristiche multifunzionali, il cui scopo principale è quello di consentire la crescita cellulare tridimensionale. Sono ancora in corso studi per migliorare sempre di più queste nuove tecnologie e permettere quindi una migliore cura per i pazienti con malattie cardiache.

Valvole cardiache protesiche in ambito pediatrico: limiti attuali e prospettive future

TOLDO, GIADA
2021/2022

Abstract

Le cardiopatie congenite (CHD) sono tra i difetti di nascita più comuni, che colpiscono 1 bambino su 100. Gli attuali approcci terapeutici per la gestione delle malattie cardiache congenite sono generalmente volti a correggere questi difetti all'inizio della vita del paziente con valvole protesiche meccaniche o biologiche. Tali protesi presentano ognuna i propri vantaggi e limiti. Le valvole protesiche meccaniche dimostrano un’eccellente durata, infatti, mantengono ottime proprietà fisiche e chimiche, inoltre i tassi di rottura sono talmente limitati che queste valvole possono accompagnare il paziente anche per tutta la vita. Tuttavia, l’inserimento di materiali ritenuti estranei dal sistema immunitario comporta una serie di problematiche rendendo queste protesi meno allettanti. Tali impianti, infatti, rischiano di causare eventi tromboembolici che possono essere controllati solo attraverso terapie anticoagulanti, le quali a loro volta possono essere causa di emorragie. Peraltro, in alcuni casi non sono consentite ai pazienti, i quali possono avere controindicazioni assolute, come altre malattie cardiache, cerebrali, renali o gravidanza. Per quanto riguarda le valvole biologiche si nota che hanno caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quelli delle valvole meccaniche: esse infatti sono soggette a maggiori rischi di degradazione ma richiedono terapie anticoagulanti meno aggressive. Il principale limite è la degradazione della struttura bioprotesica che si è visto essere molto più veloce nei giovani: si pensa che ciò sia dovuto a maggiore stress della valvola a causa dell’importante flusso sanguigno, di maggior ricambio di calcio e di una risposta immunitaria migliore da parte di pazienti pediatrici. Cercando di ovviare a molti degli svantaggi sopra elencati, è tuttora in fase di sperimentazione un nuovo tipo di valvole: le bioprotesi ingegnerizzate. Fin dal suo inizio alla fine degli anni '80, l'ingegneria dei tessuti ha suscitato l'interesse di medici e scienziati per il suo grande potenziale. Sono stati fatti progressi significativi in questo promettente settore della scienza. Questa tecnologia è stata utilizzata per sviluppare sostituti biologici per la riparazione o la rigenerazione dei tessuti. L’intento dell’ingegneria tissutale è quello di costruire un neo-tessuto a partire dai suoi componenti cellulari originari. I metodi di ingegneria tissutale prevedono in genere una matrice con caratteristiche multifunzionali, il cui scopo principale è quello di consentire la crescita cellulare tridimensionale. Sono ancora in corso studi per migliorare sempre di più queste nuove tecnologie e permettere quindi una migliore cura per i pazienti con malattie cardiache.
2021
Prosthetic heart valves in pediatric patients: current limitations and future perspectives
protesi cardiache
valvole meccaniche
bioprotesi valvolari
valvole cardiache
pazienti pediatrici
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29278