Oggetto di questa tesi è l’analisi dei domini di prodotto del mondo elettrico, in primo luogo in relazione alle classi definite dallo standard ISO IFC all’interno di IfcElectricalDomain e di IfcBuildingControlsDomain, con l’interesse di poterle mettere in parallelo con le prescrizioni normative internazionali prodotte da IEC (International Electrotechnical Commission) e con i corrispettivi disposti nazionali elaborati dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Dalla collaborazione con quest’ultimo ente si conducono degli esercizi di allineamento tra dizionari, finalizzati a comprendere in quale misura possa definirsi la compatibilità fra i sistemi di classificazione summenzionati. Si parte dallo studio delle ontologie del dominio elettrico e dei documenti normativi che ne determinano la struttura logica e semantica, fino a trovare una soluzione applicativa nella proposta di Linee Guida CEI per un modello informativo standardizzato. Alla luce di quanto emerso si giunge a suggerire una corrispondenza fra classi ed enumerativi presenti nel data model IFC con le classi di prodotti del mondo elettrico impiegati in ambito italiano nella progettazione di impianti elettrici per costruzioni ad uso civile. I lavori condotti con il Sottocomitato 3D CEI intendono definire le modalità operative per coinvolgere diversi comitati di prodotto nella validazione delle proposte di allineamento e nel suggerimento di nuovi enumerativi, fino a tradurre i risultati della ricerca in un documento normativo ad uso di tutti gli attori coinvolti nella progettazione impiantistica. Parallelamente si è svolto un percorso di stage presso uno studio di progettazione integrata, dove si è avuto modo di toccare con mano le prassi di modellazione di impianti elettrici tramite software BIM. In questa sede si è voluto comprendere quali fossero gli oggetti che vengono comunemente modellati e gli aspetti chiave da tenere in considerazione per una loro classificazione, relativamente a logiche legate all’uso di software proprietari, nella fattispecie in ambiente Revit Autodesk. Le valutazioni che ne conseguono tengono conto dei casi d’uso con cui è stato possibile misurarsi, narrate sia durante gli incontri del sottocomitato CEI che dalla letteratura, in particolar modo dalle esperienze di standardizzazione nord-americane. Ci si spinge fino allo studio delle proprietà attribuibili a codesti oggetti del mondo elettrico e alle modalità con cui queste possono essere veicolate ed esportate in formato interoperabile. L’imminente obbligo di consegna dei progetti pubblici di qualsiasi importo in un formato interoperabile costituisce il motivo principale, per il quale sia enti di normazione che professionisti del settore sono spinti ad interessarsi ad una proposta standardizzata di classi IFC, da impiegarsi come contenuto informativo di un progetto eseguito con metodologia BIM. Ci si auspica che possa diffondersi la cultura dell’“openBIM”, a favore di un maggior dialogo tra applicativi informatici, fra interlocutori ed in un’ottica di gestione degli asset digitalizzata ed integrata.
Electrical Domain in IFC e domini di prodotto nel panorama normativo internazionale e nazionale. Proposta di Linee Guida CEI per un modello informativo standardizzato.
BOSCARIOL, MARTA
2021/2022
Abstract
Oggetto di questa tesi è l’analisi dei domini di prodotto del mondo elettrico, in primo luogo in relazione alle classi definite dallo standard ISO IFC all’interno di IfcElectricalDomain e di IfcBuildingControlsDomain, con l’interesse di poterle mettere in parallelo con le prescrizioni normative internazionali prodotte da IEC (International Electrotechnical Commission) e con i corrispettivi disposti nazionali elaborati dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Dalla collaborazione con quest’ultimo ente si conducono degli esercizi di allineamento tra dizionari, finalizzati a comprendere in quale misura possa definirsi la compatibilità fra i sistemi di classificazione summenzionati. Si parte dallo studio delle ontologie del dominio elettrico e dei documenti normativi che ne determinano la struttura logica e semantica, fino a trovare una soluzione applicativa nella proposta di Linee Guida CEI per un modello informativo standardizzato. Alla luce di quanto emerso si giunge a suggerire una corrispondenza fra classi ed enumerativi presenti nel data model IFC con le classi di prodotti del mondo elettrico impiegati in ambito italiano nella progettazione di impianti elettrici per costruzioni ad uso civile. I lavori condotti con il Sottocomitato 3D CEI intendono definire le modalità operative per coinvolgere diversi comitati di prodotto nella validazione delle proposte di allineamento e nel suggerimento di nuovi enumerativi, fino a tradurre i risultati della ricerca in un documento normativo ad uso di tutti gli attori coinvolti nella progettazione impiantistica. Parallelamente si è svolto un percorso di stage presso uno studio di progettazione integrata, dove si è avuto modo di toccare con mano le prassi di modellazione di impianti elettrici tramite software BIM. In questa sede si è voluto comprendere quali fossero gli oggetti che vengono comunemente modellati e gli aspetti chiave da tenere in considerazione per una loro classificazione, relativamente a logiche legate all’uso di software proprietari, nella fattispecie in ambiente Revit Autodesk. Le valutazioni che ne conseguono tengono conto dei casi d’uso con cui è stato possibile misurarsi, narrate sia durante gli incontri del sottocomitato CEI che dalla letteratura, in particolar modo dalle esperienze di standardizzazione nord-americane. Ci si spinge fino allo studio delle proprietà attribuibili a codesti oggetti del mondo elettrico e alle modalità con cui queste possono essere veicolate ed esportate in formato interoperabile. L’imminente obbligo di consegna dei progetti pubblici di qualsiasi importo in un formato interoperabile costituisce il motivo principale, per il quale sia enti di normazione che professionisti del settore sono spinti ad interessarsi ad una proposta standardizzata di classi IFC, da impiegarsi come contenuto informativo di un progetto eseguito con metodologia BIM. Ci si auspica che possa diffondersi la cultura dell’“openBIM”, a favore di un maggior dialogo tra applicativi informatici, fra interlocutori ed in un’ottica di gestione degli asset digitalizzata ed integrata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29515