Upper Adriatic represents an important foraging area for sea turtles, due to its morpho-hydrological characteristics and the rich resident bentonic communities. The strandings of these animals are quite frequent and, due to the intense anthropic development along the coasts and the intense commercial and tourist traffic, understanding the causes of death is very important for the conservation of the species and the biodiversity of the marine environment. A detailed necropsy analysis was carried out by the Dipartimento di Biomedicina Comparata ed Alimentazione (BCA) of the University of Padua on sea turtles found stranded or recovered adrift along the Veneto’s coasts in 2020. The lesions observed were quantified and classified and the main tissues were sampled for subsequent histological, microbiological and parasitological examinations. Seventy-three sea turtles were analyzed, of which sixty-nine were common turtles (Caretta caretta), two green turtles (Chelonia mydas) and two unidentified specimen. In 83.56% of cases (61/73) the cause of death was not determined due to the advanced state of decomposition of the carcasses, which affected any type of subsequent analysis. In 12.33% of cases (9/73) it was only possible to suspect the cause of death, with a prevalence of inflammatory/infectious lesions (five turtles) over damage caused by atropic interaction (four turtles). The cause of death has been assessed in three specimens (4.11%) and is due to gas embolism due to bycatch phenomenon (two subjects) and multifocal granulomatous hepatitis caused by an infectious pathogen (one case). Although the poor state of conservation has compromised the interpretation of the results, this study demonstrates the importance of necropsy investigations for the conservation of sea turtles in the Upper Adriatic, providing valuable information on the main causes of death, biology of the species, use of habitat and movement patterns. Future studies will be aimed at unifying the data obtained in the individual years in order to analyze the stranding trend in recent decades, in relation to the causes of death of animals.

L’Alto Adriatico, per le sue caratteristiche morfo-idrologiche e le ricche comunità bentoniche residenti, rappresenta un’importante zona di foraggiamento per le tartarughe marine. Gli spiaggiamenti di questi animali sono piuttosto frequenti e, a causa dell’intenso sviluppo antropico lungo le coste e l’intenso traffico mercantile e turistico, capirne le cause di morte è di primaria importanza ai fini della conservazione della specie e della biodiversità dell’ambiente marino. Una dettagliata analisi necroscopica è stata effettuata sulle tartarughe marine trovate spiaggiate o recuperate alla deriva lungo le coste Venete nel 2020 presso il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova. Le lesioni rilevate sono state quantificate e classificate ed i tessuti principali sono stati campionati per successivi esami istologici, microbiologici e parassitologici. Delle settantatré tartarughe marine analizzate, distribuite per diverse classi di età, sessantanove erano tartarughe comuni (Caretta caretta), due tartarughe verdi (Chelonia mydas) e due soggetti non identificati. Nell’83,56% dei casi (61/73) non è stato possibile risalire alla causa di morte degli animali per il loro avanzato grado di decomposizione, che inficiava qualsiasi tipo di analisi successiva. Nell’12,33% dei casi (9/73) è stato possibile solo sospettare la causa di morte, con prevalenza di lesioni di tipo infiammatorio/infettivo (cinque tartarughe) sui danni imputabili ad interazione antropica (quattro soggetti). La causa di morte è stata stabilita con certezza in tre esemplari (4,11%) ed è riconducibile ad embolia gassosa per interazione con le attività di pesca (due soggetti) ed epatite granulomatosa multifocale dovuta ad un agente infettivo patogeno (un caso). Tale studio, sebbene il cattivo stato di conservazione abbia compromesso l’interpretazione dei risultati, dimostra l’importanza delle indagini necroscopiche ai fini della conservazione delle tartarughe marine in Alto Adriatico, fornendo preziosi informazioni su principali cause di morte, biologia della specie, uso dell’habitat e modelli di movimento. Studi futuri saranno indirizzati ad unificare i dati ottenuti nei singoli anni in modo tale da analizzare il trend di spiaggiamento negli ultimi decenni, in relazione alle cause di morte degli animali.

Valutazione delle cause di spiaggiamento della tartaruga comune (Caretta caretta) in Alto Adriatico (2020)

BERETTA, SARA
2021/2022

Abstract

Upper Adriatic represents an important foraging area for sea turtles, due to its morpho-hydrological characteristics and the rich resident bentonic communities. The strandings of these animals are quite frequent and, due to the intense anthropic development along the coasts and the intense commercial and tourist traffic, understanding the causes of death is very important for the conservation of the species and the biodiversity of the marine environment. A detailed necropsy analysis was carried out by the Dipartimento di Biomedicina Comparata ed Alimentazione (BCA) of the University of Padua on sea turtles found stranded or recovered adrift along the Veneto’s coasts in 2020. The lesions observed were quantified and classified and the main tissues were sampled for subsequent histological, microbiological and parasitological examinations. Seventy-three sea turtles were analyzed, of which sixty-nine were common turtles (Caretta caretta), two green turtles (Chelonia mydas) and two unidentified specimen. In 83.56% of cases (61/73) the cause of death was not determined due to the advanced state of decomposition of the carcasses, which affected any type of subsequent analysis. In 12.33% of cases (9/73) it was only possible to suspect the cause of death, with a prevalence of inflammatory/infectious lesions (five turtles) over damage caused by atropic interaction (four turtles). The cause of death has been assessed in three specimens (4.11%) and is due to gas embolism due to bycatch phenomenon (two subjects) and multifocal granulomatous hepatitis caused by an infectious pathogen (one case). Although the poor state of conservation has compromised the interpretation of the results, this study demonstrates the importance of necropsy investigations for the conservation of sea turtles in the Upper Adriatic, providing valuable information on the main causes of death, biology of the species, use of habitat and movement patterns. Future studies will be aimed at unifying the data obtained in the individual years in order to analyze the stranding trend in recent decades, in relation to the causes of death of animals.
2021
Evaluation of the causes of stranding of the loggerhead sea turtle (Caretta caretta) in the North Adriatic Sea (2020)
L’Alto Adriatico, per le sue caratteristiche morfo-idrologiche e le ricche comunità bentoniche residenti, rappresenta un’importante zona di foraggiamento per le tartarughe marine. Gli spiaggiamenti di questi animali sono piuttosto frequenti e, a causa dell’intenso sviluppo antropico lungo le coste e l’intenso traffico mercantile e turistico, capirne le cause di morte è di primaria importanza ai fini della conservazione della specie e della biodiversità dell’ambiente marino. Una dettagliata analisi necroscopica è stata effettuata sulle tartarughe marine trovate spiaggiate o recuperate alla deriva lungo le coste Venete nel 2020 presso il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova. Le lesioni rilevate sono state quantificate e classificate ed i tessuti principali sono stati campionati per successivi esami istologici, microbiologici e parassitologici. Delle settantatré tartarughe marine analizzate, distribuite per diverse classi di età, sessantanove erano tartarughe comuni (Caretta caretta), due tartarughe verdi (Chelonia mydas) e due soggetti non identificati. Nell’83,56% dei casi (61/73) non è stato possibile risalire alla causa di morte degli animali per il loro avanzato grado di decomposizione, che inficiava qualsiasi tipo di analisi successiva. Nell’12,33% dei casi (9/73) è stato possibile solo sospettare la causa di morte, con prevalenza di lesioni di tipo infiammatorio/infettivo (cinque tartarughe) sui danni imputabili ad interazione antropica (quattro soggetti). La causa di morte è stata stabilita con certezza in tre esemplari (4,11%) ed è riconducibile ad embolia gassosa per interazione con le attività di pesca (due soggetti) ed epatite granulomatosa multifocale dovuta ad un agente infettivo patogeno (un caso). Tale studio, sebbene il cattivo stato di conservazione abbia compromesso l’interpretazione dei risultati, dimostra l’importanza delle indagini necroscopiche ai fini della conservazione delle tartarughe marine in Alto Adriatico, fornendo preziosi informazioni su principali cause di morte, biologia della specie, uso dell’habitat e modelli di movimento. Studi futuri saranno indirizzati ad unificare i dati ottenuti nei singoli anni in modo tale da analizzare il trend di spiaggiamento negli ultimi decenni, in relazione alle cause di morte degli animali.
Caretta caretta
Spiaggiamento
Alto Adriatico
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29633