In Italy there exist 43 rabbit breeds recognized by ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani, National Association of Italian Rabbit Breeders), although the majority of them has completely disappeared from Italian farms, and is mostly enduring thanks to a few enthusiasts. In Veneto, the region that is responsible of around 40% of the national production of rabbit meat, there remains a small number of breeders of native varieties, since intensive farming prefers genetic types characterised by higher productive performances. The decline of the characteristic breeds is exacerbated by multiple factors of various nature: first of all, the risk of genetic erosion is high because local populations only count a small number of individuals, which compels breeders to resort to inbreeding and crossbreeding, thus further depleting the genetic pool of the variety itself. The general framework also includes an increasing lack of interest of consumers towards the rabbit meat, which presents according to them disagreeable characteristics, and an increased concern for the animal’s wellbeing, leading consumers to stop accepting the current intensive farming methods. Furthermore, the rabbit industry is affected by a serious crisis which has resulted in the closing of 40% of Italian farms during the last ten years. The management difficulties, which range from a growth in the costs of production to the handling of pathologies, contribute to the decrease of interest in a field now less and less profitable. Lastly, the failed collaboration between associations and breeders has led to the latter ones often not adhering to conservation projects like registering their purebred animals to the Registry Office. In this dissertation, possible solutions to the aforementioned problems have been explored, namely the implementing of plans for the conservation of genetic resources which involve the adhesion of breeders to the Registry Office, the mitigation of the inbreeding rate through arrangements resulting in an increased effective population size of the animals, the limitation of the use of reproducers and the establishment of guard breeders, both of which have already been employed for other species, but not yet for the rabbit. Finally, alternative breeding methods have been examined, which allow the use (and subsequently the safeguard) of autochthonous varieties while also making them more agreeable to the consumers and less expensive for the breeders.

In Italia esistono 43 razze di coniglio riconosciute dall’ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani) ma la maggior parte di esse è scomparsa dagli allevamenti italiani e sopravvive perlopiù grazie a pochi appassionati. In Veneto, la regione responsabile di circa il 40% della produzione nazionale di carne cunicola, rimane un numero esiguo di allevatori di razze pure dal momento che negli allevamenti intensivi vengono preferiti tipi genetici caratterizzati da prestazioni produttive più elevate. Il declino delle razze cunicole è esacerbato da molteplici fattori di diversa natura: in primo luogo il rischio di erosione genetica è elevato in quanto le popolazioni locali sono costituite da pochi individui, il che spinge gli allevatori a ricorrere ad inbreeding ed incrocio, impoverendo ulteriormente il pool genetico della razza. Al quadro generale si aggiunge un crescente disinteresse del consumatore per il prodotto carne, il quale presenta caratteristiche poco gradite, e un aumentato interesse per il benessere animale che fa sì che il consumatore non reputi più accettabile la modalità di allevamento intensivo attuale. Inoltre, il settore cunicolo è interessato da una grave crisi che ha portato alla chiusura del 40% degli allevamenti italiani negli ultimi dieci anni. Le difficoltà di gestione dell’allevamento, che vanno dall’aumento dei costi di produzione alla gestione delle patologie, contribuiscono ad aumentare il disinteresse per un settore ormai sempre meno redditizio. Infine, la mancata collaborazione tra associazioni ed allevatori fa sì che questi ultimi spesso non aderiscano a progetti di conservazione come l’iscrizione dei propri animali di razza al Registro Anagrafico. In questa tesi sono state esplorate possibili soluzioni ai problemi sopra riportati, ovvero la messa in atto di piani di conservazione delle risorse genetiche che prevedano l’adesione degli allevatori al Registro Anagrafico, la riduzione del tasso di inbreeding mediante accorgimenti che aumentino la numerosità effettiva degli animali, la limitazione dell’utilizzo dei riproduttori e l’istituzione di piani di accoppiamento. Inoltre, viene valutata la possibilità di utilizzare la crioconservazione del seme e l’istituzione degli allevatori custodi, entrambe misure già impiegate in altre specie ma non nel coniglio. Infine, vengono esaminate modalità di allevamento alternativo che consentano l’utilizzo (e di conseguenza la tutela) delle razze autoctone e che risultino più gradite al consumatore e meno costose per l’allevatore.

Erosione genetica e rischio di estinzione delle razze cunicole in Veneto: cause e possibili soluzioni

CORSINI, ANDREA EMANUELA
2021/2022

Abstract

In Italy there exist 43 rabbit breeds recognized by ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani, National Association of Italian Rabbit Breeders), although the majority of them has completely disappeared from Italian farms, and is mostly enduring thanks to a few enthusiasts. In Veneto, the region that is responsible of around 40% of the national production of rabbit meat, there remains a small number of breeders of native varieties, since intensive farming prefers genetic types characterised by higher productive performances. The decline of the characteristic breeds is exacerbated by multiple factors of various nature: first of all, the risk of genetic erosion is high because local populations only count a small number of individuals, which compels breeders to resort to inbreeding and crossbreeding, thus further depleting the genetic pool of the variety itself. The general framework also includes an increasing lack of interest of consumers towards the rabbit meat, which presents according to them disagreeable characteristics, and an increased concern for the animal’s wellbeing, leading consumers to stop accepting the current intensive farming methods. Furthermore, the rabbit industry is affected by a serious crisis which has resulted in the closing of 40% of Italian farms during the last ten years. The management difficulties, which range from a growth in the costs of production to the handling of pathologies, contribute to the decrease of interest in a field now less and less profitable. Lastly, the failed collaboration between associations and breeders has led to the latter ones often not adhering to conservation projects like registering their purebred animals to the Registry Office. In this dissertation, possible solutions to the aforementioned problems have been explored, namely the implementing of plans for the conservation of genetic resources which involve the adhesion of breeders to the Registry Office, the mitigation of the inbreeding rate through arrangements resulting in an increased effective population size of the animals, the limitation of the use of reproducers and the establishment of guard breeders, both of which have already been employed for other species, but not yet for the rabbit. Finally, alternative breeding methods have been examined, which allow the use (and subsequently the safeguard) of autochthonous varieties while also making them more agreeable to the consumers and less expensive for the breeders.
2021
Genetic erosion and extinction risk for rabbit breeds in Veneto: causes and possible solutions
In Italia esistono 43 razze di coniglio riconosciute dall’ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani) ma la maggior parte di esse è scomparsa dagli allevamenti italiani e sopravvive perlopiù grazie a pochi appassionati. In Veneto, la regione responsabile di circa il 40% della produzione nazionale di carne cunicola, rimane un numero esiguo di allevatori di razze pure dal momento che negli allevamenti intensivi vengono preferiti tipi genetici caratterizzati da prestazioni produttive più elevate. Il declino delle razze cunicole è esacerbato da molteplici fattori di diversa natura: in primo luogo il rischio di erosione genetica è elevato in quanto le popolazioni locali sono costituite da pochi individui, il che spinge gli allevatori a ricorrere ad inbreeding ed incrocio, impoverendo ulteriormente il pool genetico della razza. Al quadro generale si aggiunge un crescente disinteresse del consumatore per il prodotto carne, il quale presenta caratteristiche poco gradite, e un aumentato interesse per il benessere animale che fa sì che il consumatore non reputi più accettabile la modalità di allevamento intensivo attuale. Inoltre, il settore cunicolo è interessato da una grave crisi che ha portato alla chiusura del 40% degli allevamenti italiani negli ultimi dieci anni. Le difficoltà di gestione dell’allevamento, che vanno dall’aumento dei costi di produzione alla gestione delle patologie, contribuiscono ad aumentare il disinteresse per un settore ormai sempre meno redditizio. Infine, la mancata collaborazione tra associazioni ed allevatori fa sì che questi ultimi spesso non aderiscano a progetti di conservazione come l’iscrizione dei propri animali di razza al Registro Anagrafico. In questa tesi sono state esplorate possibili soluzioni ai problemi sopra riportati, ovvero la messa in atto di piani di conservazione delle risorse genetiche che prevedano l’adesione degli allevatori al Registro Anagrafico, la riduzione del tasso di inbreeding mediante accorgimenti che aumentino la numerosità effettiva degli animali, la limitazione dell’utilizzo dei riproduttori e l’istituzione di piani di accoppiamento. Inoltre, viene valutata la possibilità di utilizzare la crioconservazione del seme e l’istituzione degli allevatori custodi, entrambe misure già impiegate in altre specie ma non nel coniglio. Infine, vengono esaminate modalità di allevamento alternativo che consentano l’utilizzo (e di conseguenza la tutela) delle razze autoctone e che risultino più gradite al consumatore e meno costose per l’allevatore.
Coniglio
Conservazione
Razze
Veneto
Erosione genetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/29636