Dalla seconda metà dell'ottocento si esaminano le migrazioni addebitabili allo squilibrio tra popolazione in eccesso e risorse in difetto, causato dalla bassa produttività dei terreni. Viene quantificata la trasmigrazione continentale e transoceanica; per l'Italia, Veneto e provincia di Belluno si riportano valori medi e grafici (1961-1985): espatriati, rimpatriati e non ritornati. Per anni 1950-1986 si valutano le rimesse rapportate ai residenti. Viene affrontata la situazione economica della Provincia, dettagliando rami e classi produttive, unitamente agli addetti. L'orografia del territorio consente l'allestimento di invasi per produzione di energia, come il bacino della Valle del Vajont, del quale si riportano dati tecnici, temporali e ricadute economiche della tragedia. Per un trentennio lo Stato erogò cospicui capitali ed emise leggi specifiche. Numerose aziende furono ripristinate, ampliate, fornite di macchine innovative; altre unità produttive con sedi limitrofe si inserirono in Provincia, assumendo personale locale e favorendo il ritorno degli emigrati, che all'estero avevano assorbito specializzazioni e valori sindacali: doveri e diritti nei confronti dei datori di lavoro. Vengono analizzati una serie di volantini sindacali e politici nei quali si riportano dati riguardanti la vita nelle fabbriche, reclami talvolta eccessivi concernenti retribuzioni, quantità da produrre, rumori e salubrità dell'ambiente. Nello scritto è tracciata la nascita dello stabilimento elettromeccanico Holzer-Eaton, lo sviluppo occupazionale, gli studi operativi, la lotta contro l'innovazione dei semiconduttori, le difficoltà di acquisto di nuove macchine e conoscenze, gli elevati investimenti. Negli ultimi periodi della relazione si celebra la chiusura dello stabilimento con il rammarico verso il passato.
L'industria bellunese ed il conflitto politico-sociale. Il caso Holzer-Eaton attraverso i volantini di propaganda 1971-1976
CAVALET, SERGIO
2021/2022
Abstract
Dalla seconda metà dell'ottocento si esaminano le migrazioni addebitabili allo squilibrio tra popolazione in eccesso e risorse in difetto, causato dalla bassa produttività dei terreni. Viene quantificata la trasmigrazione continentale e transoceanica; per l'Italia, Veneto e provincia di Belluno si riportano valori medi e grafici (1961-1985): espatriati, rimpatriati e non ritornati. Per anni 1950-1986 si valutano le rimesse rapportate ai residenti. Viene affrontata la situazione economica della Provincia, dettagliando rami e classi produttive, unitamente agli addetti. L'orografia del territorio consente l'allestimento di invasi per produzione di energia, come il bacino della Valle del Vajont, del quale si riportano dati tecnici, temporali e ricadute economiche della tragedia. Per un trentennio lo Stato erogò cospicui capitali ed emise leggi specifiche. Numerose aziende furono ripristinate, ampliate, fornite di macchine innovative; altre unità produttive con sedi limitrofe si inserirono in Provincia, assumendo personale locale e favorendo il ritorno degli emigrati, che all'estero avevano assorbito specializzazioni e valori sindacali: doveri e diritti nei confronti dei datori di lavoro. Vengono analizzati una serie di volantini sindacali e politici nei quali si riportano dati riguardanti la vita nelle fabbriche, reclami talvolta eccessivi concernenti retribuzioni, quantità da produrre, rumori e salubrità dell'ambiente. Nello scritto è tracciata la nascita dello stabilimento elettromeccanico Holzer-Eaton, lo sviluppo occupazionale, gli studi operativi, la lotta contro l'innovazione dei semiconduttori, le difficoltà di acquisto di nuove macchine e conoscenze, gli elevati investimenti. Negli ultimi periodi della relazione si celebra la chiusura dello stabilimento con il rammarico verso il passato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/29840