L’eminegligenza spaziale unilaterale, nota anche come negligenza spaziale unilaterale (NSU) o neglect, è una sindrome neuropsicologica acquisita che insorge in seguito a lesioni cerebrali unilaterali, e che si caratterizza per un insieme di deficit relativi alla compromissione dell’elaborazione conscia delle informazioni presenti nella parte controlesionale dello spazio (Bisiacchi & Tressoldi, 2005). Può verificarsi in seguito a numerosi eventi patologici come malattie neurodegenerative, neoplasie e traumi, ma è più comunemente esito di ictus ischemico (Li & Malhotra, 2015). La sua frequenza si attesta attorno al 25-30% degli individui colpiti da ictus (Appelros, Karlsson, Seiger & Nydevik, 2002; Buxbaum, Ferraro, Veramonti, Farne, Whyte & Làdavas, 2004), e più del 90% degli individui con neglect spaziale presenta lesioni emisferiche destre e neglect dell’emispazio sinistro, probabilmente a causa del ruolo chiave rivestito dall’emisfero destro nell’esecuzione dei processi attentivi (Corbetta, Kincade, Lewis, Snyder & Sapir, 2005; Mesulam, 1981). I sintomi dell’eminegligenza spaziale sono molto eterogenei. Essi possono dissociarsi a seconda della modalità sensoriale coinvolta, come neglect visivo, uditivo o somatosensoriale; e dei settori dello spazio colpiti, come neglect personale, peri-personale o extra-personale. Rispetto al sistema di coordinate di riferimento, è possibile anche distinguere tra forme di neglect egocentrico ed allocentrico. Nel primo, emispazio destro e sinistro sono definiti dalla linea mediana dell’osservatore, codificata sulla base dello sguardo, della testa o della posizione del corpo; mentre nel secondo la linea mediana che definisce gli emispazi è relativa all’asse centrale di uno stimolo (Corbetta & Shulman, 2011; Medina et al., 2009). Il neglect può inoltre colpire le immagini mentali (neglect rappresentazionale) o la possibilità di usare spontaneamente l’arto controlesionale (neglect motorio) (Rode, Pagliari, Huchon, Rossetti & Pisella, 2017; Spaccavento, Cellamare, Falcone, Loverre & Nardulli, 2017; Gammeri, Iacono, Ricci & Salatino, 2020). Pertanto, il neglect si configura come una sindrome complessa. (Vallar, 1998). Per la complessità delle sue caratteristiche, il neglect costituisce argomento di enorme interesse scientifico, in quanto modello utile a incrementare la comprensione delle basi neurali della consapevolezza, della lateralizzazione cerebrale, della cognizione spaziale e del recupero funzionale (Corbetta et al., 2011; Karnath & Dieterich, 2006). Al contempo, si tratta di “un’importante condizione neuropsicologica, che necessita di essere diagnosticata e trattata” (Gammeri et al., 2020, p. 132). Al fine di mettere in luce i possibili risultati raggiungibili attraverso la riabilitazione neuropsicologica, la presente trattazione, dopo una descrizione delle caratteristiche principali della sindrome, presenterà una sintesi delle principali tecniche in uso, per poi illustrare alcune delle declinazioni che sono state recentemente ideate per il trattamento in contesto domiciliare.
La riabilitazione neuropsicologica dell’eminegligenza spaziale unilaterale: le tecniche evidence-based tradizionali e le possibili innovazioni per il trattamento a domicilio.
TAROZZI, IRENE
2021/2022
Abstract
L’eminegligenza spaziale unilaterale, nota anche come negligenza spaziale unilaterale (NSU) o neglect, è una sindrome neuropsicologica acquisita che insorge in seguito a lesioni cerebrali unilaterali, e che si caratterizza per un insieme di deficit relativi alla compromissione dell’elaborazione conscia delle informazioni presenti nella parte controlesionale dello spazio (Bisiacchi & Tressoldi, 2005). Può verificarsi in seguito a numerosi eventi patologici come malattie neurodegenerative, neoplasie e traumi, ma è più comunemente esito di ictus ischemico (Li & Malhotra, 2015). La sua frequenza si attesta attorno al 25-30% degli individui colpiti da ictus (Appelros, Karlsson, Seiger & Nydevik, 2002; Buxbaum, Ferraro, Veramonti, Farne, Whyte & Làdavas, 2004), e più del 90% degli individui con neglect spaziale presenta lesioni emisferiche destre e neglect dell’emispazio sinistro, probabilmente a causa del ruolo chiave rivestito dall’emisfero destro nell’esecuzione dei processi attentivi (Corbetta, Kincade, Lewis, Snyder & Sapir, 2005; Mesulam, 1981). I sintomi dell’eminegligenza spaziale sono molto eterogenei. Essi possono dissociarsi a seconda della modalità sensoriale coinvolta, come neglect visivo, uditivo o somatosensoriale; e dei settori dello spazio colpiti, come neglect personale, peri-personale o extra-personale. Rispetto al sistema di coordinate di riferimento, è possibile anche distinguere tra forme di neglect egocentrico ed allocentrico. Nel primo, emispazio destro e sinistro sono definiti dalla linea mediana dell’osservatore, codificata sulla base dello sguardo, della testa o della posizione del corpo; mentre nel secondo la linea mediana che definisce gli emispazi è relativa all’asse centrale di uno stimolo (Corbetta & Shulman, 2011; Medina et al., 2009). Il neglect può inoltre colpire le immagini mentali (neglect rappresentazionale) o la possibilità di usare spontaneamente l’arto controlesionale (neglect motorio) (Rode, Pagliari, Huchon, Rossetti & Pisella, 2017; Spaccavento, Cellamare, Falcone, Loverre & Nardulli, 2017; Gammeri, Iacono, Ricci & Salatino, 2020). Pertanto, il neglect si configura come una sindrome complessa. (Vallar, 1998). Per la complessità delle sue caratteristiche, il neglect costituisce argomento di enorme interesse scientifico, in quanto modello utile a incrementare la comprensione delle basi neurali della consapevolezza, della lateralizzazione cerebrale, della cognizione spaziale e del recupero funzionale (Corbetta et al., 2011; Karnath & Dieterich, 2006). Al contempo, si tratta di “un’importante condizione neuropsicologica, che necessita di essere diagnosticata e trattata” (Gammeri et al., 2020, p. 132). Al fine di mettere in luce i possibili risultati raggiungibili attraverso la riabilitazione neuropsicologica, la presente trattazione, dopo una descrizione delle caratteristiche principali della sindrome, presenterà una sintesi delle principali tecniche in uso, per poi illustrare alcune delle declinazioni che sono state recentemente ideate per il trattamento in contesto domiciliare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30237