La seguente ricerca si propone di indagare esperienze psicosociali di trauma ed elaborazione psicologica alla frontiera centro-Americana e Sud-Europea di attivisti e attiviste che si impegnano a stretto contatto con chi ha subito la perdita di un caro durante la migrazione. Partendo dalla descrizione dei fenomeni migratori, diventati una caratteristica strutturale delle società contemporanee, si delinea il concetto di “frontiera” e si chiariscono le molteplici cause di morte delle persone migranti, le quali intraprendono traiettorie illegalizzate e pericolose, ponendo particolare attenzione alla rotta Mediterranea. Inoltre, le esperienze di trauma vissute vengono neutralizzate e delegittimate dalle istituzioni sociali e politiche che agiscono processi di marginalizzazione sulle persone migranti e su chi agisce solidarietà e vicinanza. La seguente ricerca adopera una metodologia qualitativa, particolarmente sensibile alla comprensione delle modalità attraverso cui gli attivisti e le attiviste cercano di dare voce al lutto di chi soffre. Attraverso interviste semi strutturare, analizzate conducendo un’analisi tematica, la ricerca è dunque volta a comprendere come le attiviste e gli attivisti gestiscano a livello personale il contatto con le storie di persone migranti e come, allo stesso tempo, cerchino di restituire una legittimità al dolore causato dalla perdita di un caro. Gli attivisti e le attiviste ritrovano nel loro stesso agire una forza per continuare la loro lotta contro un sistema sociale, politico e istituzionale che genera diseguaglianze. Nonostante alcuni dubbi, la rabbia provata nei confronti degli Stati che non agiscono per evitare le morti (o scomparse) di numerose persone, nonostante il senso di impotenza e la frustrazione di non poter fare di più, gli attivisti e le attiviste ritengono che sia importante provare ad attuare un cambiamento nel proprio piccolo, attribuendo un lato maggiormente umano al fenomeno migratorio. È fondamentale portare la testimonianza di persone che soffrono e vivono il dolore per aver perso un proprio caro e creare una rete di persone affinché si contrastino i limiti posti dal sistema e per restituire una vita a coloro che perdono qualcuno.

Restare a galla nel lutto delle frontiere. Dal Centro America al Mar Mediterraneo.

TRONCHIN, ELISABETTA BEATRICE
2021/2022

Abstract

La seguente ricerca si propone di indagare esperienze psicosociali di trauma ed elaborazione psicologica alla frontiera centro-Americana e Sud-Europea di attivisti e attiviste che si impegnano a stretto contatto con chi ha subito la perdita di un caro durante la migrazione. Partendo dalla descrizione dei fenomeni migratori, diventati una caratteristica strutturale delle società contemporanee, si delinea il concetto di “frontiera” e si chiariscono le molteplici cause di morte delle persone migranti, le quali intraprendono traiettorie illegalizzate e pericolose, ponendo particolare attenzione alla rotta Mediterranea. Inoltre, le esperienze di trauma vissute vengono neutralizzate e delegittimate dalle istituzioni sociali e politiche che agiscono processi di marginalizzazione sulle persone migranti e su chi agisce solidarietà e vicinanza. La seguente ricerca adopera una metodologia qualitativa, particolarmente sensibile alla comprensione delle modalità attraverso cui gli attivisti e le attiviste cercano di dare voce al lutto di chi soffre. Attraverso interviste semi strutturare, analizzate conducendo un’analisi tematica, la ricerca è dunque volta a comprendere come le attiviste e gli attivisti gestiscano a livello personale il contatto con le storie di persone migranti e come, allo stesso tempo, cerchino di restituire una legittimità al dolore causato dalla perdita di un caro. Gli attivisti e le attiviste ritrovano nel loro stesso agire una forza per continuare la loro lotta contro un sistema sociale, politico e istituzionale che genera diseguaglianze. Nonostante alcuni dubbi, la rabbia provata nei confronti degli Stati che non agiscono per evitare le morti (o scomparse) di numerose persone, nonostante il senso di impotenza e la frustrazione di non poter fare di più, gli attivisti e le attiviste ritengono che sia importante provare ad attuare un cambiamento nel proprio piccolo, attribuendo un lato maggiormente umano al fenomeno migratorio. È fondamentale portare la testimonianza di persone che soffrono e vivono il dolore per aver perso un proprio caro e creare una rete di persone affinché si contrastino i limiti posti dal sistema e per restituire una vita a coloro che perdono qualcuno.
2021
Staying afloat in the mourning of borders. From Central America to the Mediterranean Sea.
frontiere
lutto
testimonianza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30326