La diagnosi di tumore trascina il paziente in un turbinio di pensieri, dubbi e timori, per la maggior parte ruotanti attorno ad un quesito: “Riuscirò a sopravvivere?”. Tale incertezza, generalmente considerata come una delle emozioni negative peculiari della malattia oncologica, racchiude in sé una duplice prospettiva, di vita o di morte. Pertanto, il destino del paziente al momento della diagnosi non si prefigura come ineluttabile, bensì intriso di speranze, sostenute dalla presenza di cure e trattamenti di dimostrata efficacia, tra i quali sappiamo esservi la chemioterapia. Data l’imprescindibilità della chemioterapia in certe forme tumorali, il bambino oncologico, auspicante la guarigione, dovrà fronteggiare le numerose sfide che essa comporta, andanti ben oltre le sue risorse di base. Difatti, nel corso dello sviluppo umano, non è prevista la naturale acquisizione di capacità di adattamento al cancro in età pediatrica. L’eccedere delle richieste rispetto ai mezzi disponibili determinerà nel bambino la messa in campo di differenti strategie di coping, volte a ridurre le fonti di stress e a favorire un migliore adattamento alla terapia. Ciascun bambino, nella sua singolarità, farà ricorso al proprio stile o determinato processo di coping, a seconda del modello di riferimento che vuol essere impiegato. Nonostante l’utilizzo di determinate strategie, piuttosto che altre, presenti importanti implicazioni sia per la pratica clinica che per l’intervento, sono pochi gli studi relativi che abbiamo a disposizione. Ciò può essere spiegato dal fatto che la maggior parte delle ricerche indaga le conseguenze a lungo termine di diagnosi e trattamento sui survivors.

Le strategie di coping adottate dal bambino oncologico per far fronte alla chemioterapia: efficacia ed interventi a sostegno per favorire un migliore adattamento

FIORUCCI, MARTINA
2021/2022

Abstract

La diagnosi di tumore trascina il paziente in un turbinio di pensieri, dubbi e timori, per la maggior parte ruotanti attorno ad un quesito: “Riuscirò a sopravvivere?”. Tale incertezza, generalmente considerata come una delle emozioni negative peculiari della malattia oncologica, racchiude in sé una duplice prospettiva, di vita o di morte. Pertanto, il destino del paziente al momento della diagnosi non si prefigura come ineluttabile, bensì intriso di speranze, sostenute dalla presenza di cure e trattamenti di dimostrata efficacia, tra i quali sappiamo esservi la chemioterapia. Data l’imprescindibilità della chemioterapia in certe forme tumorali, il bambino oncologico, auspicante la guarigione, dovrà fronteggiare le numerose sfide che essa comporta, andanti ben oltre le sue risorse di base. Difatti, nel corso dello sviluppo umano, non è prevista la naturale acquisizione di capacità di adattamento al cancro in età pediatrica. L’eccedere delle richieste rispetto ai mezzi disponibili determinerà nel bambino la messa in campo di differenti strategie di coping, volte a ridurre le fonti di stress e a favorire un migliore adattamento alla terapia. Ciascun bambino, nella sua singolarità, farà ricorso al proprio stile o determinato processo di coping, a seconda del modello di riferimento che vuol essere impiegato. Nonostante l’utilizzo di determinate strategie, piuttosto che altre, presenti importanti implicazioni sia per la pratica clinica che per l’intervento, sono pochi gli studi relativi che abbiamo a disposizione. Ciò può essere spiegato dal fatto che la maggior parte delle ricerche indaga le conseguenze a lungo termine di diagnosi e trattamento sui survivors.
2021
Coping strategies adopted by the oncological child to cope with chemotherapy: efficacy and measures in favour of greater adjustment
Coping strategies
Psycho-oncology
Oncological child
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30451