Presupposti dello studio: tra le varie cause di ipertiroidismo, i carichi di iodio rappresentano circa il 15%. L’organismo può essere esposto ad un eccesso di iodio nel contesto dell’esecuzione di indagini diagnostiche di imaging che prevedono la somministrazione di mezzo di contrasto iodato. I disordini tiroidei iodio – indotti si sviluppano solitamente in soggetti con pre – esistente patologia tiroidea, clinica o subclinica, più frequentemente in casi di Morbo di Graves – Basedow o gozzo multinodulare tossico o pretossico. È dibattuta l’efficacia della premedicazione al fine di prevenire l’insorgenza di ipertiroidismo indotto da carico di iodio in soggetti a rischio, quali i pazienti cardiopatici con patologia tiroidea di base e sottoposti ad indagini radiologiche contrastografiche. Scopo dello studio: 1) valutare la sicurezza e l’efficacia della premedicazione per l’ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato con metimazolo e/o perclorato di sodio; 2) individuare uno o più fattori di rischio che possano predire un peggioramento della funzione tiroidea in seguito alla somministrazione del mezzo di contrasto iodato; 3) effettuare un’analisi dei costi, che permetta di identificare il trattamento profilattico con il miglior rapporto costo/beneficio. Materiali e metodi: in questo studio retrospettivo sono stati inclusi 61 pazienti tireopatici ricoverati tra il 2013 ed il 2022 nell’U.O.C. di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova in quanto affetti da patologie di natura cardiovascolare e che, durante il ricovero, sono stati sottoposti a procedure contrastografiche. Tra questi pazienti, alcuni hanno ricevuto una premedicazione (aumento di una pre - esistente terapia tireostatica o introduzione di terapia tireostatica de novo) per evitare o mitigare un eventuale ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato, altri invece non sono stati premedicati. Il nostro protocollo di premedicazione standard ha previsto la somministrazione di metimazolo in associazione o meno al perclorato di sodio. Per ognuno di questi pazienti è stata valutata la funzione tiroidea basale e a distanza di 4 – 10 giorni, 11 – 30 giorni e oltre i 30 giorni dalla prima procedura contrastografica. Risultati: la mediana di età della popolazione in studio è di 72 anni (IQR 66 – 80). Nessuno dei pazienti sottoposti a premedicazione ha sviluppato effetti collaterali. Tra i fattori di rischio associati ad un peggioramento della funzione tiroidea emergono valori più elevati di creatinina plasmatica (P = 0,03), la mancata esecuzione della premedicazione (P = 0,01), elevati valori di TSH basale (P = 0,000003), ridotti livelli di fT4 basale (P = 0,007). Non emerge una differenza significativa sulla base del tipo di protocollo farmacologico di premedicazione impiegato (metimazolo vs. metimazolo + perclorato di sodio), risultando il solo trattamento con metimazolo economicamente più conveniente. Il rischio relativo di insorgenza di ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato è di quasi 5 volte superiore nei pazienti non sottoposti a premedicazione (RR 4,8; IC 95%; 1,2 – 20,1; P = 0,03). Conclusione: La premedicazione per l’ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato in pazienti tireopatici e ad alto rischio cardiologico è sicura ed efficace. L’efficacia della premedicazione non dipende dal tipo di protocollo farmacologico impiegato (metimazolo in monoterapia o associato a perclorato di sodio). Pertanto, l’aumento o l’utilizzo del solo metimazolo a scopo profilattico è la scelta migliore da effettuare in un’ottica di razionalizzazione della Spesa Sanitaria.

Sicurezza ed efficacia della premedicazione per l'ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato in una popolazione di cardiopatici ad alto rischio

BARDI, MARIA
2021/2022

Abstract

Presupposti dello studio: tra le varie cause di ipertiroidismo, i carichi di iodio rappresentano circa il 15%. L’organismo può essere esposto ad un eccesso di iodio nel contesto dell’esecuzione di indagini diagnostiche di imaging che prevedono la somministrazione di mezzo di contrasto iodato. I disordini tiroidei iodio – indotti si sviluppano solitamente in soggetti con pre – esistente patologia tiroidea, clinica o subclinica, più frequentemente in casi di Morbo di Graves – Basedow o gozzo multinodulare tossico o pretossico. È dibattuta l’efficacia della premedicazione al fine di prevenire l’insorgenza di ipertiroidismo indotto da carico di iodio in soggetti a rischio, quali i pazienti cardiopatici con patologia tiroidea di base e sottoposti ad indagini radiologiche contrastografiche. Scopo dello studio: 1) valutare la sicurezza e l’efficacia della premedicazione per l’ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato con metimazolo e/o perclorato di sodio; 2) individuare uno o più fattori di rischio che possano predire un peggioramento della funzione tiroidea in seguito alla somministrazione del mezzo di contrasto iodato; 3) effettuare un’analisi dei costi, che permetta di identificare il trattamento profilattico con il miglior rapporto costo/beneficio. Materiali e metodi: in questo studio retrospettivo sono stati inclusi 61 pazienti tireopatici ricoverati tra il 2013 ed il 2022 nell’U.O.C. di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova in quanto affetti da patologie di natura cardiovascolare e che, durante il ricovero, sono stati sottoposti a procedure contrastografiche. Tra questi pazienti, alcuni hanno ricevuto una premedicazione (aumento di una pre - esistente terapia tireostatica o introduzione di terapia tireostatica de novo) per evitare o mitigare un eventuale ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato, altri invece non sono stati premedicati. Il nostro protocollo di premedicazione standard ha previsto la somministrazione di metimazolo in associazione o meno al perclorato di sodio. Per ognuno di questi pazienti è stata valutata la funzione tiroidea basale e a distanza di 4 – 10 giorni, 11 – 30 giorni e oltre i 30 giorni dalla prima procedura contrastografica. Risultati: la mediana di età della popolazione in studio è di 72 anni (IQR 66 – 80). Nessuno dei pazienti sottoposti a premedicazione ha sviluppato effetti collaterali. Tra i fattori di rischio associati ad un peggioramento della funzione tiroidea emergono valori più elevati di creatinina plasmatica (P = 0,03), la mancata esecuzione della premedicazione (P = 0,01), elevati valori di TSH basale (P = 0,000003), ridotti livelli di fT4 basale (P = 0,007). Non emerge una differenza significativa sulla base del tipo di protocollo farmacologico di premedicazione impiegato (metimazolo vs. metimazolo + perclorato di sodio), risultando il solo trattamento con metimazolo economicamente più conveniente. Il rischio relativo di insorgenza di ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato è di quasi 5 volte superiore nei pazienti non sottoposti a premedicazione (RR 4,8; IC 95%; 1,2 – 20,1; P = 0,03). Conclusione: La premedicazione per l’ipertiroidismo indotto da mezzo di contrasto iodato in pazienti tireopatici e ad alto rischio cardiologico è sicura ed efficace. L’efficacia della premedicazione non dipende dal tipo di protocollo farmacologico impiegato (metimazolo in monoterapia o associato a perclorato di sodio). Pertanto, l’aumento o l’utilizzo del solo metimazolo a scopo profilattico è la scelta migliore da effettuare in un’ottica di razionalizzazione della Spesa Sanitaria.
2021
Safety and effectiveness of premedication for iodine contrast media triggered hyperthyroidism in high - risk heart disease population
perclorato di sodio
ipertiroidismo
contrasto iodato
cardiopatia
premedicazione
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Bardi_Maria.pdf

accesso aperto

Dimensione 2.41 MB
Formato Adobe PDF
2.41 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30524