Il danno renale acuto (Acute Kidney Injury – AKI) è un problema clinicamente ed epidemiologicamente rilevante che interessa il 10-15% dei pazienti ospedalizzati, arrivando al 50% di quelli ricoverati nei reparti di terapia intensiva, cardiochirurgia, oncologia e nei centri trapianti. Alla base dell’AKI ci sono diversi meccanismi fisiopatologici che impongono la necessità di adottare una terapia personalizzata e mirata alla singola sindrome che si sviluppa in ciascun paziente. Nei casi più gravi di danno renale acuto si rende indispensabile l’uso delle terapie sostitutive renali, sia intermittenti (Intermittent Kidney Replacement Therapy – IKRT), sia continue (Continuous Kidney Replacement Therapy - CKRT). Questo lavoro si concentra sui 104 primi trattamenti di CKRT erogati nelle unità di terapia intensiva del Policlinico Universitario di Padova nel periodo che va da dicembre 2020 ad aprile 2022 ed in particolare su quelli in cui è stato utilizzato il citrato di sodio come anticoagulante del circuito dialitico. I dati sono stati raccolti in maniera retrospettiva utilizzando il database delle prescrizioni dialitiche e le consegne del Team Acuti dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi. Sono state valutate le cause che hanno giustificato l’uso di una CKRT e le complicanze di questa, in particolare quelle legate all’uso del citrato di sodio. L’interruzione del trattamento dovuta a complicanze metaboliche si è resa necessaria in 5 pazienti, nessuno dei quali ha sviluppato un accumulo di citrato clinicamente manifesto (aritmie fatali o crisi ipotensive). Questo è stato possibile grazie ad un’accurata selezione dei pazienti eleggibili al trattamento e al protocollo usato dal Team Acuti di Padova. La decisione di interrompere i trattamenti col citrato di sodio è stata presa con ampio margine, scegliendo di non modificare parametri depurativi che avrebbero potuto far continuare il trattamento anche nei 5 pazienti in cui è stato interrotto.
Anticoagulazione regionale con citrato nella terapia sostitutiva renale continua: il protocollo Padova.
LUGATO, ALVISE
2021/2022
Abstract
Il danno renale acuto (Acute Kidney Injury – AKI) è un problema clinicamente ed epidemiologicamente rilevante che interessa il 10-15% dei pazienti ospedalizzati, arrivando al 50% di quelli ricoverati nei reparti di terapia intensiva, cardiochirurgia, oncologia e nei centri trapianti. Alla base dell’AKI ci sono diversi meccanismi fisiopatologici che impongono la necessità di adottare una terapia personalizzata e mirata alla singola sindrome che si sviluppa in ciascun paziente. Nei casi più gravi di danno renale acuto si rende indispensabile l’uso delle terapie sostitutive renali, sia intermittenti (Intermittent Kidney Replacement Therapy – IKRT), sia continue (Continuous Kidney Replacement Therapy - CKRT). Questo lavoro si concentra sui 104 primi trattamenti di CKRT erogati nelle unità di terapia intensiva del Policlinico Universitario di Padova nel periodo che va da dicembre 2020 ad aprile 2022 ed in particolare su quelli in cui è stato utilizzato il citrato di sodio come anticoagulante del circuito dialitico. I dati sono stati raccolti in maniera retrospettiva utilizzando il database delle prescrizioni dialitiche e le consegne del Team Acuti dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi. Sono state valutate le cause che hanno giustificato l’uso di una CKRT e le complicanze di questa, in particolare quelle legate all’uso del citrato di sodio. L’interruzione del trattamento dovuta a complicanze metaboliche si è resa necessaria in 5 pazienti, nessuno dei quali ha sviluppato un accumulo di citrato clinicamente manifesto (aritmie fatali o crisi ipotensive). Questo è stato possibile grazie ad un’accurata selezione dei pazienti eleggibili al trattamento e al protocollo usato dal Team Acuti di Padova. La decisione di interrompere i trattamenti col citrato di sodio è stata presa con ampio margine, scegliendo di non modificare parametri depurativi che avrebbero potuto far continuare il trattamento anche nei 5 pazienti in cui è stato interrotto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30550