Introduzione: I test antigenici per la ricerca di SARS-CoV-2 su tampone naso-faringeo (Ag-NPS) si sono rivelati sistemi di supporto ai test molecolari ai fini della rapida ricerca del virus e del contenimento dell’infezione e sono stati proposti come strumenti utili per lo screening di massa, soprattutto in certi contesti. Tuttavia, il prelievo del NPS richiede personale formato, spazi dedicati e opportune misure di sicurezza in fase di prelievo e pre-trattamento del campione per l’inattivazione del virus. Quest’ultimo aspetto, inoltre, può inficiare le prestazioni analitiche in termini di accuratezza del risultato. La ricerca dell’antigene di SARS-Cov-2 su un campione di saliva auto-raccolto, permette di recuperare tempo e risorse. Scopo: Scopo di questo studio prospettico è comparare le prestazioni analitiche di un saggio CLEIA per la determinazione dell’antigene salivare ad alta produttività rispetto a quelle ottenute con test molecolare sul campione di saliva, e valutare l’effetto dell’inattivazione del campione salivare, per effetto del calore o di soluzioni chimiche sulla riproducibilità del risultato. Metodi: 139 pazienti ricoverati con diagnosi di COVID-19 presso il reparto di Malattie infettive e tropicali e 467 dipendenti dell’Azienda Ospedale-Università di Padova sottoposti a sorveglianza periodica sono stati arruolati da gennaio a marzo 2022. Il campione di saliva raccolto autonomamente da ciascun soggetto arruolato (Salivette, Sarstedt) è stato analizzato per la ricerca degli acidi nucleici (TaqPath, ThermoFisher) e dell’antigene N (Lumipulse G SARS-CoV-2 Ag assay) di Sars-CoV-2. I campioni con volume sufficiente sono stati analizzati per la ricerca dell’antigene dopo pre-trattamento con soluzione di estrazione (SE) come suggerito dal produttore o SE pre-concentrato, e dopo esposizione al calore a 56°C per 30 min o a 80°C per 15 min. Risultati: In totale sono stati analizzati 606 campioni salivari. Al test molecolare: 355 (58.6%) sono risultati negativi e 251 (41.4%) positivi. L’antigene N determinato sugli stessi campioni salivari ha consentito di distinguere con elevata accuratezza i campioni positivi da quelli negativi, classificati sulla base dei risultati ottenuti al test molecolare (area sotto la curva ROC=0.959, 95%CI:0.943-0.974). Sulla base del cut-off riportato dal produttore su matrice salivare (0.67 ng/L), la sensibilità e la specificità ottenute sono rispettivamente 89.64% (95% CI:85.19-93.12%) e 91.83% (95% CI: 88.48-94.46%). 247 campioni sono stati analizzati per la ricerca dell’Ag prima e dopo il trattamento con SE. I risultati hanno mostrato un grado di concordanza dopo il trattamento pari al 82.6% (204/247). In particolare, tutti i 79 campioni negativi prima del trattamento si sono confermati negativi dopo l’aggiunta di SE, mentre 43/168 campioni, precedentemente classificati come positivi, sono risultati negativi dopo il pretrattamento. Le concentrazioni dell’Ag di questi 43 campioni prima del trattamento risultavano comprese tra 0.67 e 10 ng/L ed i valori di CT >25. Tuttavia, in generale, l’aggiunta di SE determina una riduzione significativa della concentrazione antigenica. 103 campioni sono stati analizzati prima e dopo esposizione a 56°C per 30’. 96/103 (93.2%) campioni hanno mostrato un risultato concorde dopo l’esposizione al calore. Inoltre non si osservano variazioni significative della concentrazione dopo esposizione al calore. 18 campioni positivi sono stati ri-analizzati dopo esposizione a 80°C per 15’, riconfermandosi positivi. Non è stata osservata una differenza significativa della concentrazione dell’antigene dopo l’esposizione al calore. Conclusioni: La ricerca dell’Ag di SARS-CoV-2 mediante metodica CLIA consente di ottenere risultati accurati ed elevata produttività, tuttavia l’utilizzo di SE suggerito dal produttore riduce la sensibilità del test.

Antigene salivare di SARS-CoV2: vantaggi e limiti di un test in chemiluminescenza

PIGATO, FILIPPO
2021/2022

Abstract

Introduzione: I test antigenici per la ricerca di SARS-CoV-2 su tampone naso-faringeo (Ag-NPS) si sono rivelati sistemi di supporto ai test molecolari ai fini della rapida ricerca del virus e del contenimento dell’infezione e sono stati proposti come strumenti utili per lo screening di massa, soprattutto in certi contesti. Tuttavia, il prelievo del NPS richiede personale formato, spazi dedicati e opportune misure di sicurezza in fase di prelievo e pre-trattamento del campione per l’inattivazione del virus. Quest’ultimo aspetto, inoltre, può inficiare le prestazioni analitiche in termini di accuratezza del risultato. La ricerca dell’antigene di SARS-Cov-2 su un campione di saliva auto-raccolto, permette di recuperare tempo e risorse. Scopo: Scopo di questo studio prospettico è comparare le prestazioni analitiche di un saggio CLEIA per la determinazione dell’antigene salivare ad alta produttività rispetto a quelle ottenute con test molecolare sul campione di saliva, e valutare l’effetto dell’inattivazione del campione salivare, per effetto del calore o di soluzioni chimiche sulla riproducibilità del risultato. Metodi: 139 pazienti ricoverati con diagnosi di COVID-19 presso il reparto di Malattie infettive e tropicali e 467 dipendenti dell’Azienda Ospedale-Università di Padova sottoposti a sorveglianza periodica sono stati arruolati da gennaio a marzo 2022. Il campione di saliva raccolto autonomamente da ciascun soggetto arruolato (Salivette, Sarstedt) è stato analizzato per la ricerca degli acidi nucleici (TaqPath, ThermoFisher) e dell’antigene N (Lumipulse G SARS-CoV-2 Ag assay) di Sars-CoV-2. I campioni con volume sufficiente sono stati analizzati per la ricerca dell’antigene dopo pre-trattamento con soluzione di estrazione (SE) come suggerito dal produttore o SE pre-concentrato, e dopo esposizione al calore a 56°C per 30 min o a 80°C per 15 min. Risultati: In totale sono stati analizzati 606 campioni salivari. Al test molecolare: 355 (58.6%) sono risultati negativi e 251 (41.4%) positivi. L’antigene N determinato sugli stessi campioni salivari ha consentito di distinguere con elevata accuratezza i campioni positivi da quelli negativi, classificati sulla base dei risultati ottenuti al test molecolare (area sotto la curva ROC=0.959, 95%CI:0.943-0.974). Sulla base del cut-off riportato dal produttore su matrice salivare (0.67 ng/L), la sensibilità e la specificità ottenute sono rispettivamente 89.64% (95% CI:85.19-93.12%) e 91.83% (95% CI: 88.48-94.46%). 247 campioni sono stati analizzati per la ricerca dell’Ag prima e dopo il trattamento con SE. I risultati hanno mostrato un grado di concordanza dopo il trattamento pari al 82.6% (204/247). In particolare, tutti i 79 campioni negativi prima del trattamento si sono confermati negativi dopo l’aggiunta di SE, mentre 43/168 campioni, precedentemente classificati come positivi, sono risultati negativi dopo il pretrattamento. Le concentrazioni dell’Ag di questi 43 campioni prima del trattamento risultavano comprese tra 0.67 e 10 ng/L ed i valori di CT >25. Tuttavia, in generale, l’aggiunta di SE determina una riduzione significativa della concentrazione antigenica. 103 campioni sono stati analizzati prima e dopo esposizione a 56°C per 30’. 96/103 (93.2%) campioni hanno mostrato un risultato concorde dopo l’esposizione al calore. Inoltre non si osservano variazioni significative della concentrazione dopo esposizione al calore. 18 campioni positivi sono stati ri-analizzati dopo esposizione a 80°C per 15’, riconfermandosi positivi. Non è stata osservata una differenza significativa della concentrazione dell’antigene dopo l’esposizione al calore. Conclusioni: La ricerca dell’Ag di SARS-CoV-2 mediante metodica CLIA consente di ottenere risultati accurati ed elevata produttività, tuttavia l’utilizzo di SE suggerito dal produttore riduce la sensibilità del test.
2021
SARS-CoV2 salivary antigen: advantages and limitations of a chemiluminescence test
SARS-CoV2
Chemiluminescenza
Antigene salivare
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