Background According to the guidelines, all patients who have undergone a heart transplant must be monitored periodically with invasive diagnostic techniques, especially with coronary angiography. However, it has been observed that most of these patients have no rejection, especially in the initial stages of monitoring, and that this method has both clinical and economical negative aspects. For these reasons, it was decided to investigate whether CT can be a better non-invasive alternative to coronary angiography for the monitoring of transplanted patients. Aims of the study The demonstration of the non-inferiority and vantage in the use of cardio-TC compared to coronary angiography in the monitoring of heart transplant patients through the evaluation of costs, radiation dose, contrast amount, hospitalization times, diagnostic accuracy and complications. To analyse the different role of immunological and non-immunological risk factors in occurrence of CAV. To investigate the coronary inflammation role through pFAI in the progression of CAV. Patients and methods 179 heart transplant patients were retrospectively analysed: 78 performed a cardio-TC and 101 performed a coronary angiography during the period between March 2021 and May 2022. Results There were no statistically significant differences in coronary inflammation assessed by pFAI either as a continuous variable or as a categorical variable (>-70.1HU) and the degree of progression of CAV. Among the risk factors involved in the onset of CAV, only smoking showed a statistically significant difference (0% with ISHLTV=0 and 15% with ISHLTV 1; p=0.015). Among biochemical factors, TNF was found to be the only independent predictor in the progression of CAV (HR 8.23; IC 95% 1.47-45.81; p=0.019). Direct comparison of CT and coronary heart disease revealed that both methods expose the patient to similar radiation dosages, without statistically significant difference (8.47 [1.46-30] versus 8.15 [1.38-87.34]; p=0.796) but the CT was more advantageous because it requires less hours of hospitalization (0.5 hours versus 23.7 12.31 hours; p<0.001), lower costs (120 euros versus 2800 euros; p<0.001) and less contrast agent (60.4 8.7ml versus 95.68 47.6ml; p<0.001). Conclusions Pericoronary inflammation assessed by pFAI is not associated with the degree of progression of CAV. There is a correlation between immunological and non-immunological risk factors and the occurrence of CAV. CT is equivalent to coronarography for effective radiation dose and is more advantageous in terms of contrast agent doses administered, average hospitalization time, costs and complications.

Presupposti dello studio Secondo le linee guida, tutti i pazienti che sono stati sottoposti a un trapianto cardiaco, devono essere monitorati periodicamente con tecniche diagnostiche invasive, in particolar modo con la coronarografia. Si è però osservato che in una buona parte di questi pazienti non viene identificato il rigetto, soprattutto nelle fasi iniziali del monitoraggio, e che questa metodica presenta diversi aspetti critici sia in termini clinici che economici. Per questi motivi si è voluto indagare se la TC possa essere una migliore alternativa non invasiva alla coronarografia per il monitoraggio dei pazienti cardiotrapiantati. Obiettivi Dimostrare la non inferiorità e l’eventuale vantaggio nell’utilizzo della Cardio-TC rispetto alla coronarografia nel monitoraggio della CAV nei pazienti cardiotrapiantati, tramite la valutazione dei costi, della dose di radiazioni, della quantità di mezzo di contrasto, dei tempi di ospedalizzazione, dell’accuratezza diagnostica e delle complicanze. Analizzare il ruolo dei diversi fattori di rischio immunologici e non immunologici nell’insorgenza della CAV. Indagare il ruolo della infiammazione coronarica mediante il pFAI nella progressione della CAV. Materiali e metodi Sono stati analizzati retrospettivamente i dati di 179 pazienti che hanno eseguito un trapianto di cuore: 78 hanno eseguito una Cardio-TC e 101 hanno eseguito una coronarografia nel periodo compreso tra marzo 2021 e maggio 2022 Risultati Non sono emerse differenze statisticamente significative per quanto riguarda l’infiammazione coronarica valutata mediante il pFAI sia come variabile continua che come variabile categorica (>-70.1HU) e il grado di progressione della CAV. Tra i fattori di rischio coinvolti nell’insorgenza della CAV, solo il fumo ha mostrato una differenza statisticamente significativa (0% con ISHLTV=0 e 15% con ISHLTV≥1; p=0,015). Tra i fattori biochimici il TNF è risultato essere l’unico predittore indipendente nella progressione della CAV (HR 8,23; IC 95% 1,47-45,81; p=0,019). Dal confronto diretto tra TC e coronarografia è emerso che entrambe le metodiche espongono il paziente a dosaggi di radiazioni simili, senza differenza statisticamente significativa (8,47 [1,46-30] contro 8.15 [1,38-87,34]; p=0,796); però la TC è risultata più vantaggiosa perché richiede meno ore di ricovero (0,5 ore contro 23,7 ±12,31 ore; p<0,001), costi inferiori (120 euro contro 2800 euro; p<0,001) e meno mezzo di contrasto (60,4± 8,7ml contro 95,68± 47,6ml; p<0,001). Conclusione L’infiammazione pericoronarica valutata mediante il pFAI non è associata al grado di progressione della CAV. Esiste una correlazione tra fattori di rischio immunologici e non immunologici e l’insorgenza di CAV. La TC è equivalente alla coronarografia riguardo alla dose efficace di radiazioni ed è più vantaggiosa in termini di dosi di mezzo di contrasto somministrato, tempo medio di ospedalizzazione, costi e complicanze.

Ruolo diagnostico della cardio-CT nel monitoraggio della vasculopatia coronarica del cuore trapiantato

SCARPA, FRANCESCO
2021/2022

Abstract

Background According to the guidelines, all patients who have undergone a heart transplant must be monitored periodically with invasive diagnostic techniques, especially with coronary angiography. However, it has been observed that most of these patients have no rejection, especially in the initial stages of monitoring, and that this method has both clinical and economical negative aspects. For these reasons, it was decided to investigate whether CT can be a better non-invasive alternative to coronary angiography for the monitoring of transplanted patients. Aims of the study The demonstration of the non-inferiority and vantage in the use of cardio-TC compared to coronary angiography in the monitoring of heart transplant patients through the evaluation of costs, radiation dose, contrast amount, hospitalization times, diagnostic accuracy and complications. To analyse the different role of immunological and non-immunological risk factors in occurrence of CAV. To investigate the coronary inflammation role through pFAI in the progression of CAV. Patients and methods 179 heart transplant patients were retrospectively analysed: 78 performed a cardio-TC and 101 performed a coronary angiography during the period between March 2021 and May 2022. Results There were no statistically significant differences in coronary inflammation assessed by pFAI either as a continuous variable or as a categorical variable (>-70.1HU) and the degree of progression of CAV. Among the risk factors involved in the onset of CAV, only smoking showed a statistically significant difference (0% with ISHLTV=0 and 15% with ISHLTV 1; p=0.015). Among biochemical factors, TNF was found to be the only independent predictor in the progression of CAV (HR 8.23; IC 95% 1.47-45.81; p=0.019). Direct comparison of CT and coronary heart disease revealed that both methods expose the patient to similar radiation dosages, without statistically significant difference (8.47 [1.46-30] versus 8.15 [1.38-87.34]; p=0.796) but the CT was more advantageous because it requires less hours of hospitalization (0.5 hours versus 23.7 12.31 hours; p<0.001), lower costs (120 euros versus 2800 euros; p<0.001) and less contrast agent (60.4 8.7ml versus 95.68 47.6ml; p<0.001). Conclusions Pericoronary inflammation assessed by pFAI is not associated with the degree of progression of CAV. There is a correlation between immunological and non-immunological risk factors and the occurrence of CAV. CT is equivalent to coronarography for effective radiation dose and is more advantageous in terms of contrast agent doses administered, average hospitalization time, costs and complications.
2021
Diagnostic role of cardiac CT in the surveillance of coronary allograft vasculopathy of the transplanted heart
Presupposti dello studio Secondo le linee guida, tutti i pazienti che sono stati sottoposti a un trapianto cardiaco, devono essere monitorati periodicamente con tecniche diagnostiche invasive, in particolar modo con la coronarografia. Si è però osservato che in una buona parte di questi pazienti non viene identificato il rigetto, soprattutto nelle fasi iniziali del monitoraggio, e che questa metodica presenta diversi aspetti critici sia in termini clinici che economici. Per questi motivi si è voluto indagare se la TC possa essere una migliore alternativa non invasiva alla coronarografia per il monitoraggio dei pazienti cardiotrapiantati. Obiettivi Dimostrare la non inferiorità e l’eventuale vantaggio nell’utilizzo della Cardio-TC rispetto alla coronarografia nel monitoraggio della CAV nei pazienti cardiotrapiantati, tramite la valutazione dei costi, della dose di radiazioni, della quantità di mezzo di contrasto, dei tempi di ospedalizzazione, dell’accuratezza diagnostica e delle complicanze. Analizzare il ruolo dei diversi fattori di rischio immunologici e non immunologici nell’insorgenza della CAV. Indagare il ruolo della infiammazione coronarica mediante il pFAI nella progressione della CAV. Materiali e metodi Sono stati analizzati retrospettivamente i dati di 179 pazienti che hanno eseguito un trapianto di cuore: 78 hanno eseguito una Cardio-TC e 101 hanno eseguito una coronarografia nel periodo compreso tra marzo 2021 e maggio 2022 Risultati Non sono emerse differenze statisticamente significative per quanto riguarda l’infiammazione coronarica valutata mediante il pFAI sia come variabile continua che come variabile categorica (>-70.1HU) e il grado di progressione della CAV. Tra i fattori di rischio coinvolti nell’insorgenza della CAV, solo il fumo ha mostrato una differenza statisticamente significativa (0% con ISHLTV=0 e 15% con ISHLTV≥1; p=0,015). Tra i fattori biochimici il TNF è risultato essere l’unico predittore indipendente nella progressione della CAV (HR 8,23; IC 95% 1,47-45,81; p=0,019). Dal confronto diretto tra TC e coronarografia è emerso che entrambe le metodiche espongono il paziente a dosaggi di radiazioni simili, senza differenza statisticamente significativa (8,47 [1,46-30] contro 8.15 [1,38-87,34]; p=0,796); però la TC è risultata più vantaggiosa perché richiede meno ore di ricovero (0,5 ore contro 23,7 ±12,31 ore; p<0,001), costi inferiori (120 euro contro 2800 euro; p<0,001) e meno mezzo di contrasto (60,4± 8,7ml contro 95,68± 47,6ml; p<0,001). Conclusione L’infiammazione pericoronarica valutata mediante il pFAI non è associata al grado di progressione della CAV. Esiste una correlazione tra fattori di rischio immunologici e non immunologici e l’insorgenza di CAV. La TC è equivalente alla coronarografia riguardo alla dose efficace di radiazioni ed è più vantaggiosa in termini di dosi di mezzo di contrasto somministrato, tempo medio di ospedalizzazione, costi e complicanze.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30703