I pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) in emodialisi attraverso fistola arterovenosa (FAV), possono sviluppare delle complicanze steno-ostruttive e trombotiche che ne compromettono la funzionalità. trattamenti endovascolari rivestono un ruolo fondamentale nel garantire la regolare pervietà dell’accesso vascolare. Lo scopo di questo lavoro è studiare l’efficacia delle procedure endovascolari nel trattamento della steno ostruzione dell’efferente venoso della FAV, sia periferico che centrale, valutando i tempi di pervietà dopo il primo intervento (pervietà primaria) ed il tempo di pervietà dopo un eventuale secondo intervento (pervietà secondaria). E’ stato eseguito uno studio osservazionale retrospettivo in 45 pazienti in dialisi per IRC, sottoposti a trattamento endovascolare per FAV disfunzionante da gennaio 2019 a dicembre 2021 presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza. L’efficacia delle procedure è stata valutata in relazione all’esecuzione di regolari sedute dialitiche attraverso come riportato nella documentazione clinica esaminata fino a marzo 2022. I Pazienti sono stati divisi in due gruppi in base al distretto anatomico trattato: venoso periferico e centrale. Sono stati analizzati 45 pazienti con FAV divisi in due gruppi, 34 con patologia venosa periferica ed 11 con patologia venosa centrale. Del primo gruppo 17 pazienti sono stati sottoposti a PTA semplice e 17 a PTA medicata. 14 pazienti sono stati sottoposti a reintervento, 7 con PTA semplice e 7 con PTA medicata.. Del secondo gruppo invece sono andati incontro ad un secondo intervento 3 pazienti. Le procedure totali nei due distretti, tra primi e secondi interventi, sono state quindi 62. Per i pazienti trattati nel distretto periferico sono state valutate la pervietà primaria e secondaria totali. Poi divise a seconda del trattamento, se con PTA semplice o con PTA medicata, a 30, 90, 180, 360 giorni ed oltre i 360 giorni. Il dato rilevante emerso per quanto riguarda la pervietà primaria totale è che il 90% dei pazienti ha raggiunto i 180 giorni post-intervento. Nella pervietà primaria divisa a seconda del trattamento, semplice o medicato, sono emerse significative differenze solo oltre i 360 giorni di pervietà: con tasso di pervietà pari al 41% nei pazienti trattati con PTA medicata contro al 13% nei pazienti trattati con PTA semplice. Nei precedenti intervalli temporali non sono emerse significative differenze. La pervietà secondaria nei due diversi tipi di trattamento è risultata sovrapponibile: pallone medicato non ha mostrato né vantaggi né svantaggi rispetto al trattamento con PTA semplice. Negli 11 pazienti con patologia venosa centrale sono stati utilizzati multipli approcci terapeutici tra cui PTA e stenting, talvolta con tromboaspirazione nelle vene anonime. Il numero limitato di casi eseguiti nel distretto venoso centrale, dovuta alla novità di questi trattamenti e alla recente introduzione di stent venosi dedicati, non ha consentito di ottenere dei dati omogenei e correttamente interpretabili. Un dato empirico di rilievo è che la maggior parte delle steno-ostruzioni centrali sono poco responsive al trattamento con sola PTA ed in caso di posizionamento di stent ricoperto, la parte della vena libera dallo stent verso la vena cava può andare incontro a re-stenosi. L’utilizzo dei palloni medicati, nel trattamento della patologia steno-ostruttiva dell’efferente venoso periferico della FAV dell’arto superiore, garantisce un vantaggio a lungo termine sulla pervietà primaria, mentre sulla pervietà secondaria non determina differenze significative. Neii trattamenti del distretto venoso centrale i dati sono limitati e frammentari in relazione ai plurimi tipi di approccio e necessitano di una consolidamento attraverso l’esecuzione di un numero maggiore di procedure con approccio maggiormente standardizzato.

Trattamento endovascolare di recupero di fistole artero-venose disfunzionanti in pazienti dializzati

STELLA, MARCO
2021/2022

Abstract

I pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) in emodialisi attraverso fistola arterovenosa (FAV), possono sviluppare delle complicanze steno-ostruttive e trombotiche che ne compromettono la funzionalità. trattamenti endovascolari rivestono un ruolo fondamentale nel garantire la regolare pervietà dell’accesso vascolare. Lo scopo di questo lavoro è studiare l’efficacia delle procedure endovascolari nel trattamento della steno ostruzione dell’efferente venoso della FAV, sia periferico che centrale, valutando i tempi di pervietà dopo il primo intervento (pervietà primaria) ed il tempo di pervietà dopo un eventuale secondo intervento (pervietà secondaria). E’ stato eseguito uno studio osservazionale retrospettivo in 45 pazienti in dialisi per IRC, sottoposti a trattamento endovascolare per FAV disfunzionante da gennaio 2019 a dicembre 2021 presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza. L’efficacia delle procedure è stata valutata in relazione all’esecuzione di regolari sedute dialitiche attraverso come riportato nella documentazione clinica esaminata fino a marzo 2022. I Pazienti sono stati divisi in due gruppi in base al distretto anatomico trattato: venoso periferico e centrale. Sono stati analizzati 45 pazienti con FAV divisi in due gruppi, 34 con patologia venosa periferica ed 11 con patologia venosa centrale. Del primo gruppo 17 pazienti sono stati sottoposti a PTA semplice e 17 a PTA medicata. 14 pazienti sono stati sottoposti a reintervento, 7 con PTA semplice e 7 con PTA medicata.. Del secondo gruppo invece sono andati incontro ad un secondo intervento 3 pazienti. Le procedure totali nei due distretti, tra primi e secondi interventi, sono state quindi 62. Per i pazienti trattati nel distretto periferico sono state valutate la pervietà primaria e secondaria totali. Poi divise a seconda del trattamento, se con PTA semplice o con PTA medicata, a 30, 90, 180, 360 giorni ed oltre i 360 giorni. Il dato rilevante emerso per quanto riguarda la pervietà primaria totale è che il 90% dei pazienti ha raggiunto i 180 giorni post-intervento. Nella pervietà primaria divisa a seconda del trattamento, semplice o medicato, sono emerse significative differenze solo oltre i 360 giorni di pervietà: con tasso di pervietà pari al 41% nei pazienti trattati con PTA medicata contro al 13% nei pazienti trattati con PTA semplice. Nei precedenti intervalli temporali non sono emerse significative differenze. La pervietà secondaria nei due diversi tipi di trattamento è risultata sovrapponibile: pallone medicato non ha mostrato né vantaggi né svantaggi rispetto al trattamento con PTA semplice. Negli 11 pazienti con patologia venosa centrale sono stati utilizzati multipli approcci terapeutici tra cui PTA e stenting, talvolta con tromboaspirazione nelle vene anonime. Il numero limitato di casi eseguiti nel distretto venoso centrale, dovuta alla novità di questi trattamenti e alla recente introduzione di stent venosi dedicati, non ha consentito di ottenere dei dati omogenei e correttamente interpretabili. Un dato empirico di rilievo è che la maggior parte delle steno-ostruzioni centrali sono poco responsive al trattamento con sola PTA ed in caso di posizionamento di stent ricoperto, la parte della vena libera dallo stent verso la vena cava può andare incontro a re-stenosi. L’utilizzo dei palloni medicati, nel trattamento della patologia steno-ostruttiva dell’efferente venoso periferico della FAV dell’arto superiore, garantisce un vantaggio a lungo termine sulla pervietà primaria, mentre sulla pervietà secondaria non determina differenze significative. Neii trattamenti del distretto venoso centrale i dati sono limitati e frammentari in relazione ai plurimi tipi di approccio e necessitano di una consolidamento attraverso l’esecuzione di un numero maggiore di procedure con approccio maggiormente standardizzato.
2021
endovascular rescue treatment of disfunctional artero-venous fistula in hemodialysis patients
Angioplastica
FAV
Disfunzionanti
Paclitaxel
hemodialysis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/30705