Il difficile riconoscimento del diritto di proprietà in Cina.

Il mio studio sul diritto di proprietà nella Repubblica Popolare Cinese, nasce dall’interesse personale di approfondire la realtà cinese e sopratutto un tema di forte contrasto quale la proprietà privata e in particolare quella della terra. I cambiamenti che si sono susseguiti nell’arco di poco più di settant’anni hanno modificato molto la realtà del Paese, presentandosi oggi come un unicum pronto ad esportare il proprio modello nel mondo. Il sistema lasciato dalla leadership di Mao Zedong nella disciplina dei diritti di appartenenza esercita ancora oggi una certa influenza nonostante le successive riforme e politiche adottate, come quella delle aperture e riforme di Den Xiaoping, l’adesione all’Organizzazione mondiale del commercio nel 2001 e il passaggio ad un economia di mercato con caratteri cinesi. La permanenza della distinzione amministrativa tra fondi rurali e fondi urbani accresce poi, ancor di più, non solo i divari sociali ma sopratutto l’incertezza giuridica ed economica della popolazione e degli investitori stranieri, che sempre di più vedono la Repubblica come luogo dove impegnare le proprie risorse; interesse che andrà ad aumentare con l’implementazione del progetto della Nuova via della Seta. Ovviamente è estremamente complesso prendere una chiara posizione in merito, la complessità della realtà rende poco credibile e fondato assumere una netta posizione. L’incertezza e talvolta il vuoto della normativa non hanno infatti arrestato il forte sviluppo del Paese e le aspettative che già alla fine del secolo scorso si erano create e diffuse. La mia tesi analizza infatti anche un fenomeno molto particolare, afferente alla gestione del territorio, la Small property, un vero e proprio sistema parallelo a quello ufficiale in cui circolano diritti di proprietà, diritti d’uso e che non riguarda mere costruzioni abusive relegate nelle periferie di grandi città ma privati, grandi investitori e indirettamente rappresentanti delle istituzioni.