Presupposti: la diagnosi delle α-sinucleinopatie, malattie neurodegenerative come l’atrofia multisistemica (MSA) e la malattia di Parkinson (PD), è prettamente clinica; date le frequenti sovrapposizioni tra gli aspetti clinici, la diagnosi differenziale può essere gravata da errori. Emerge quindi la necessità di trovare nuovi e precisi markers di malattia che possano coadiuvare nella diagnosi. Inoltre, recenti studi hanno constatato che la neuroinfiammazione potrebbe avere un ruolo importante nella patogenesi della MSA, fatto che permette di accomunarla alla sclerosi multipla (SM), di cui da tempo è nota la patogenesi infiammatoria. Scopo dello studio: definire il possibile ruolo della tomografia a coerenza ottica (OCT) nella MSA, identificandone i parametri che possano fungere da biomarkers ai fini della diagnosi e nel follow-up. Valutare le possibili correlazioni tra i parametri OCT e dati clinici e di imaging disponibili nei pazienti MSA. Comparare i dati OCT dei pazienti MSA con quelli raccolti in pazienti PD e SM. Materiali e metodi: soggetti con MSA, PD, SM e controlli sani (HC) sono stati sottoposti a scansioni OCT peripapillari e maculari. I pazienti MSA e PD sono stati valutati clinicamente tramite la scala COMPASS31 per i sintomi disautonomici e tramite le scale UMSARS e MDS-UPDRS, rispettivamente, per stimare il grado di severità della malattia. Il gruppo MSA è stato inoltre valutato tramite esami di imaging. Risultati: analizzando le scansioni OCT di 9 soggetti con diagnosi di MSA, 10 di PD, 9 di SM e 10 controlli (HC), il volume totale dello strato plessiforme esterno (OPL) della retina è risultato significativamente maggiore nei PD rispetto a MSA, HC e SM, e nel gruppo SM rispetto a MSA; lo spessore dell’inner ring (IR) dell’OPL è significativamente ridotto nella MSA rispetto a PD e SM, e lo spessore dell’outer ring (OR) è significativamente maggiore nei PD rispetto a MSA e HC. La MSA presenta quindi indici OPL ridotti rispetto a PD. Lo spessore dell’IR mostra una lieve correlazione lineare con la durata di malattia nella MSA. Non sono state trovate analogie significative in OCT tra MSA e PD, né tra MSA e SM.Il numero degli spots iperreflettenti retinici (HRF), segno di attivazione microgliale locale, è risultato significativamente maggiore in tutti i gruppi patologici rispetto ai controlli sani. Conclusioni: gli indici dello strato OPL variano significativamente tra MSA, PD, SM e controlli sani. Lo studio pone le basi per l’uso della OCT nella valutazione delle patologie neurodegenerative, che è auspicabile venga indagato ulteriormente in futuro.
La tomografia a coerenza ottica (OCT) nell'atrofia multisistemica: uno studio comparativo verso la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla
FRACCALANZA, MARIA ELENA
2021/2022
Abstract
Presupposti: la diagnosi delle α-sinucleinopatie, malattie neurodegenerative come l’atrofia multisistemica (MSA) e la malattia di Parkinson (PD), è prettamente clinica; date le frequenti sovrapposizioni tra gli aspetti clinici, la diagnosi differenziale può essere gravata da errori. Emerge quindi la necessità di trovare nuovi e precisi markers di malattia che possano coadiuvare nella diagnosi. Inoltre, recenti studi hanno constatato che la neuroinfiammazione potrebbe avere un ruolo importante nella patogenesi della MSA, fatto che permette di accomunarla alla sclerosi multipla (SM), di cui da tempo è nota la patogenesi infiammatoria. Scopo dello studio: definire il possibile ruolo della tomografia a coerenza ottica (OCT) nella MSA, identificandone i parametri che possano fungere da biomarkers ai fini della diagnosi e nel follow-up. Valutare le possibili correlazioni tra i parametri OCT e dati clinici e di imaging disponibili nei pazienti MSA. Comparare i dati OCT dei pazienti MSA con quelli raccolti in pazienti PD e SM. Materiali e metodi: soggetti con MSA, PD, SM e controlli sani (HC) sono stati sottoposti a scansioni OCT peripapillari e maculari. I pazienti MSA e PD sono stati valutati clinicamente tramite la scala COMPASS31 per i sintomi disautonomici e tramite le scale UMSARS e MDS-UPDRS, rispettivamente, per stimare il grado di severità della malattia. Il gruppo MSA è stato inoltre valutato tramite esami di imaging. Risultati: analizzando le scansioni OCT di 9 soggetti con diagnosi di MSA, 10 di PD, 9 di SM e 10 controlli (HC), il volume totale dello strato plessiforme esterno (OPL) della retina è risultato significativamente maggiore nei PD rispetto a MSA, HC e SM, e nel gruppo SM rispetto a MSA; lo spessore dell’inner ring (IR) dell’OPL è significativamente ridotto nella MSA rispetto a PD e SM, e lo spessore dell’outer ring (OR) è significativamente maggiore nei PD rispetto a MSA e HC. La MSA presenta quindi indici OPL ridotti rispetto a PD. Lo spessore dell’IR mostra una lieve correlazione lineare con la durata di malattia nella MSA. Non sono state trovate analogie significative in OCT tra MSA e PD, né tra MSA e SM.Il numero degli spots iperreflettenti retinici (HRF), segno di attivazione microgliale locale, è risultato significativamente maggiore in tutti i gruppi patologici rispetto ai controlli sani. Conclusioni: gli indici dello strato OPL variano significativamente tra MSA, PD, SM e controlli sani. Lo studio pone le basi per l’uso della OCT nella valutazione delle patologie neurodegenerative, che è auspicabile venga indagato ulteriormente in futuro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/30905