Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte a livello mondiale. Livelli elevati di colesterolo totale (TC) e LDL-colesterolo (LDL-C) aumentano il rischio cardiovascolare (CV). I farmaci più usati per la riduzione del LDL-C sono statine ed ezetimibe. L’obiettivo dello studio è analizzare l’appropriatezza della terapia ipocolesterolemizzante prescritta ai pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD), utilizzando il metodo dell’audit clinico. Sono stati considerati i pazienti ricoverati presso gli ospedali di Camposampiero e Cittadella, che hanno eseguito la riabilitazione cardiologica nell’anno 2020. Le linee guida ESC/EAS 2019 ed ESC 2021 sono state il riferimento per definire i target da raggiungere e la terapia Gold Standard. Ai pazienti con ASCVD si raccomanda una riduzione del LDL-C≥50% e un valore di LDL-C<55 mg/dl, quindi di iniziare la terapia con statina ad alta intensità fino alla massima dose tollerata. Se l’obiettivo non viene raggiunto, associare ezetimibe. Per i pazienti che hanno subito un secondo evento CV entro due anni “può essere considerato” un target di LDL-C<40 mg/dl. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi. Il Gruppo 1 comprende i pazienti che non avevano subito alcun evento CV prima del ricovero considerato. Il Gruppo 2A comprende i pazienti che hanno avuto un evento CV più di due anni prima rispetto al ricovero. Il Gruppo 2B comprende i pazienti che hanno avuto un evento CV, ma entro i due anni precedenti al ricovero. L’appropriatezza è stata valutata analizzando le cartelle cliniche e ricavando i valori di LDL-C ed i farmaci consigliati. Sono stati svolti tre audit clinici per il confronto degli esiti tra i cardiologi prescrittori. È stata elaborata una tabella per la raccolta sistematica degli esami ematochimici, per velocizzare la trascrizione degli esami nelle cartelle cliniche e per ridurre il rischio di errori da assenza del dato. Infine è stato elaborato un file Excel con formule preimpostate che, partendo dai valori di LDL-C del paziente, calcola la riduzione % di LDL-C desiderata per raggiungere il target, la riduzione % effettiva e il valore di LDL-C che il paziente dovrebbe raggiungere per ottenere una riduzione ≥50%. Il calcolo del rischio CV a 10 anni, di 59 pazienti apparentemente in salute prima del ricovero, ha evidenziato che il 5,1% aveva un rischio CV basso/moderato, il 44,1% un rischio alto e il 50,8% un rischio molto alto. Del Gruppo 1, il 32,6% dei pazienti ottiene un valore di LDL-C<55mg/dl entro il termine della riabilitazione. Di questi, il 96,6% viene trattato con statina ad alta intensità (monoterapia o associazione con ezetimibe). Invece il 67,4% dei pazienti non raggiunge un valore di LDL-C<55mg/dl, nonostante il 93,3% di esso sia stato trattato con statina ad alta intensità (da sola o in associazione con ezetimibe). Del Gruppo 2A, il 47,1% dei pazienti ottiene un valore di LDL-C<55 mg/dl, e un sottogruppo pari all’87,5% viene dimesso con una statina ad alta intensità (monoterapia o associazione con ezetimibe). Invece il 52,9% dei pazienti non raggiunge un valore di LDL-C<55 mg/dl, nonostante il 44,4% sia stato trattato con statina ad alta intensità, da sola o associata a ezetimibe. Nel Gruppo 2B, di 12 pazienti, solo 3 pazienti ottengono un valore di LDL-C<40mg/dl, rispettivamente con inibitore di PCSK9, statina a moderata intensità, statina ad alta intensità in associazione con ezetimibe. Lo studio conferma l’importanza della terapia in prevenzione primaria e l’utilità del calcolo del rischio CV. Inoltre si evince che l’efficacia della terapia dipende da una concomitanza di fattori e non unicamente dal farmaco prescritto, quindi anche dalla compliance del paziente, dagli effetti collaterali emergenti, dall’intervento del medico di medicina generale.

Analisi retrospettiva dell’appropriatezza prescrittiva della terapia ipocolesterolemizzante nei pazienti in riabilitazione cardiologica mediante il metodo dell’audit clinico

BAGGIO, STEFANIA
2021/2022

Abstract

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte a livello mondiale. Livelli elevati di colesterolo totale (TC) e LDL-colesterolo (LDL-C) aumentano il rischio cardiovascolare (CV). I farmaci più usati per la riduzione del LDL-C sono statine ed ezetimibe. L’obiettivo dello studio è analizzare l’appropriatezza della terapia ipocolesterolemizzante prescritta ai pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD), utilizzando il metodo dell’audit clinico. Sono stati considerati i pazienti ricoverati presso gli ospedali di Camposampiero e Cittadella, che hanno eseguito la riabilitazione cardiologica nell’anno 2020. Le linee guida ESC/EAS 2019 ed ESC 2021 sono state il riferimento per definire i target da raggiungere e la terapia Gold Standard. Ai pazienti con ASCVD si raccomanda una riduzione del LDL-C≥50% e un valore di LDL-C<55 mg/dl, quindi di iniziare la terapia con statina ad alta intensità fino alla massima dose tollerata. Se l’obiettivo non viene raggiunto, associare ezetimibe. Per i pazienti che hanno subito un secondo evento CV entro due anni “può essere considerato” un target di LDL-C<40 mg/dl. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi. Il Gruppo 1 comprende i pazienti che non avevano subito alcun evento CV prima del ricovero considerato. Il Gruppo 2A comprende i pazienti che hanno avuto un evento CV più di due anni prima rispetto al ricovero. Il Gruppo 2B comprende i pazienti che hanno avuto un evento CV, ma entro i due anni precedenti al ricovero. L’appropriatezza è stata valutata analizzando le cartelle cliniche e ricavando i valori di LDL-C ed i farmaci consigliati. Sono stati svolti tre audit clinici per il confronto degli esiti tra i cardiologi prescrittori. È stata elaborata una tabella per la raccolta sistematica degli esami ematochimici, per velocizzare la trascrizione degli esami nelle cartelle cliniche e per ridurre il rischio di errori da assenza del dato. Infine è stato elaborato un file Excel con formule preimpostate che, partendo dai valori di LDL-C del paziente, calcola la riduzione % di LDL-C desiderata per raggiungere il target, la riduzione % effettiva e il valore di LDL-C che il paziente dovrebbe raggiungere per ottenere una riduzione ≥50%. Il calcolo del rischio CV a 10 anni, di 59 pazienti apparentemente in salute prima del ricovero, ha evidenziato che il 5,1% aveva un rischio CV basso/moderato, il 44,1% un rischio alto e il 50,8% un rischio molto alto. Del Gruppo 1, il 32,6% dei pazienti ottiene un valore di LDL-C<55mg/dl entro il termine della riabilitazione. Di questi, il 96,6% viene trattato con statina ad alta intensità (monoterapia o associazione con ezetimibe). Invece il 67,4% dei pazienti non raggiunge un valore di LDL-C<55mg/dl, nonostante il 93,3% di esso sia stato trattato con statina ad alta intensità (da sola o in associazione con ezetimibe). Del Gruppo 2A, il 47,1% dei pazienti ottiene un valore di LDL-C<55 mg/dl, e un sottogruppo pari all’87,5% viene dimesso con una statina ad alta intensità (monoterapia o associazione con ezetimibe). Invece il 52,9% dei pazienti non raggiunge un valore di LDL-C<55 mg/dl, nonostante il 44,4% sia stato trattato con statina ad alta intensità, da sola o associata a ezetimibe. Nel Gruppo 2B, di 12 pazienti, solo 3 pazienti ottengono un valore di LDL-C<40mg/dl, rispettivamente con inibitore di PCSK9, statina a moderata intensità, statina ad alta intensità in associazione con ezetimibe. Lo studio conferma l’importanza della terapia in prevenzione primaria e l’utilità del calcolo del rischio CV. Inoltre si evince che l’efficacia della terapia dipende da una concomitanza di fattori e non unicamente dal farmaco prescritto, quindi anche dalla compliance del paziente, dagli effetti collaterali emergenti, dall’intervento del medico di medicina generale.
2021
Retrospective analysis of the prescriptive appropriateness of cholesterol-lowering therapy in patients in cardiological rehabilitation using the clinical audit method
appropriatezza
colesterolo
audit
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