La tesi si propone di rintracciare i motivi principali di un confronto tra la Scienza della Logica di Hegel e la seconda esposizione della Dottrina della scienza del 1804 di Fichte, incentrato sul problema della “esposizione genetica” e sullo statuto del “concetto” nel pensiero dei due filosofi. Nel primo capitolo viene mostrato il legame sussistente per Hegel tra sapere e concetto, mettendo in luce 1) il ruolo che questo assume in quanto principio all’interno del sistema ed il modo in cui esso, conseguentemente, configura la sua esposizione in una forma processuale; 2) la funzione dell’intrinseca riflessività del concetto nella definizione della forma scientifica del sapere (sapere assoluto). Nel secondo capitolo si attraversano alcuni dei luoghi principali della Scienza della Logica, i quali costituiscono i principali momenti della “esposizione genetica” del concetto. La sezione sul cominciamento e sul Dasein, il passaggio dall’essere all’essenza e dall’essenza al concetto, sono luoghi strategici per cogliere gli snodi fondamentali del processo di interiorizzazione del concetto, in cui esso riesce a costituirsi come principio della sua esposizione, instaurando il movimento della negatività o della determinazione nella forma ricorsiva ed auto-riflessiva della libera soggettività. Il terzo capitolo è un tentativo di evidenziare, all’interno della Seconda esposizione della Wissenschaftslehre del 1804, il modo in cui la concezione fichtiana del sapere, in particolare del rapporto tra il punto di vista genetico-trascendentale e quello fattuale, conduce ad una differente definizione del concetto rispetto a quella hegeliana, così come ad un’altra maniera di intendere l’intrinseca relazione tra assoluto, vita e riflessione.
Il concetto e l'essere: il problema della genesi in Fichte e in Hegel
VACCA, GIUSEPPE
2021/2022
Abstract
La tesi si propone di rintracciare i motivi principali di un confronto tra la Scienza della Logica di Hegel e la seconda esposizione della Dottrina della scienza del 1804 di Fichte, incentrato sul problema della “esposizione genetica” e sullo statuto del “concetto” nel pensiero dei due filosofi. Nel primo capitolo viene mostrato il legame sussistente per Hegel tra sapere e concetto, mettendo in luce 1) il ruolo che questo assume in quanto principio all’interno del sistema ed il modo in cui esso, conseguentemente, configura la sua esposizione in una forma processuale; 2) la funzione dell’intrinseca riflessività del concetto nella definizione della forma scientifica del sapere (sapere assoluto). Nel secondo capitolo si attraversano alcuni dei luoghi principali della Scienza della Logica, i quali costituiscono i principali momenti della “esposizione genetica” del concetto. La sezione sul cominciamento e sul Dasein, il passaggio dall’essere all’essenza e dall’essenza al concetto, sono luoghi strategici per cogliere gli snodi fondamentali del processo di interiorizzazione del concetto, in cui esso riesce a costituirsi come principio della sua esposizione, instaurando il movimento della negatività o della determinazione nella forma ricorsiva ed auto-riflessiva della libera soggettività. Il terzo capitolo è un tentativo di evidenziare, all’interno della Seconda esposizione della Wissenschaftslehre del 1804, il modo in cui la concezione fichtiana del sapere, in particolare del rapporto tra il punto di vista genetico-trascendentale e quello fattuale, conduce ad una differente definizione del concetto rispetto a quella hegeliana, così come ad un’altra maniera di intendere l’intrinseca relazione tra assoluto, vita e riflessione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31030