Questo lavoro presenta una ricostruzione del superamento che Hegel compie della dottrina del Contratto sociale, sviluppatasi nella stagione del giusnaturalismo moderno. Il concetto di contratto (o "patto") sociale consiste nell'accordo razionale tra gli individui che produce quella forma politica nella quale l'individuo è finalmente libero e non sottomesso ad altro se non ad una volontà, la volontà comune alla base del contratto, che egli riconosce come sua propria. La filosofia del diritto di Hegel si basa sull'assunzione dell'orizzonte concettuale giusnaturalistico ed ha come obiettivo il suo superamento dall'interno. Nella sezione del "Diritto astratto", nei "Lineamenti di filosofia del diritto", il contratto viene definito da Hegel come un rapporto tra due o più volontà proprietarie dal quale sorge una volontà comune ad esse, che consiste nell'accordo che permette il contratto stesso. Questa volontà comune è tuttavia sempre "distinta", tranne che nel momento dell'accordo, dalle volontà individuali che la producono: Hegel sostiene, pertanto, che concepire "giusnaturalisticamente" lo Stato come un contratto significa ridurlo ad una volontà esterna agli individui e meramente coattiva, avente la sola funziona di regolare e limitare l'azione soggettiva. Lo Stato politico hegeliano consiste nell'emergere, entro tale orizzonte, della dimensione etica. L'universale etico dello Stato apparirà agli individui non come coazione esterna, ma come spazio concreto in cui prende forma il loro agire. Per Hegel l'individuo è da sempre inserito in spazi etici di azione, come le corporazioni, rispetto ai quali l'universale non costituisce una regolazione esteriore bensì un elemento ad essi immanente.

La critica hegeliana alla teoria del contratto sociale

FURLANUT, GABRIELE
2021/2022

Abstract

Questo lavoro presenta una ricostruzione del superamento che Hegel compie della dottrina del Contratto sociale, sviluppatasi nella stagione del giusnaturalismo moderno. Il concetto di contratto (o "patto") sociale consiste nell'accordo razionale tra gli individui che produce quella forma politica nella quale l'individuo è finalmente libero e non sottomesso ad altro se non ad una volontà, la volontà comune alla base del contratto, che egli riconosce come sua propria. La filosofia del diritto di Hegel si basa sull'assunzione dell'orizzonte concettuale giusnaturalistico ed ha come obiettivo il suo superamento dall'interno. Nella sezione del "Diritto astratto", nei "Lineamenti di filosofia del diritto", il contratto viene definito da Hegel come un rapporto tra due o più volontà proprietarie dal quale sorge una volontà comune ad esse, che consiste nell'accordo che permette il contratto stesso. Questa volontà comune è tuttavia sempre "distinta", tranne che nel momento dell'accordo, dalle volontà individuali che la producono: Hegel sostiene, pertanto, che concepire "giusnaturalisticamente" lo Stato come un contratto significa ridurlo ad una volontà esterna agli individui e meramente coattiva, avente la sola funziona di regolare e limitare l'azione soggettiva. Lo Stato politico hegeliano consiste nell'emergere, entro tale orizzonte, della dimensione etica. L'universale etico dello Stato apparirà agli individui non come coazione esterna, ma come spazio concreto in cui prende forma il loro agire. Per Hegel l'individuo è da sempre inserito in spazi etici di azione, come le corporazioni, rispetto ai quali l'universale non costituisce una regolazione esteriore bensì un elemento ad essi immanente.
2021
The hegelian critique of the social contract theory
Contratto sociale
Individui
Stato
Volontà
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31050