Lo studio si pone come obiettivo di investigare sulle abilità di comprensione e produzione del dialetto siciliano da parte di bambini in età prescolare. L’esperimento è stato svolto su un campione di 25 bambini in età compresa tra i 3 e i 5 anni in una scuola siciliana presso la cittadina di Castellammare del Golfo (Trapani). In un primo momento partecipanti sono stati sottoposti ad una fase di familiarizzazione in dialetto; in un secondo tempo si è proceduto con l’applicazione della versione italiana del MAIN (Multilingual Assessment Instrument for Narratives). La modalità utilizzata è quella del Retelling le cui storie “Cane” e “Gatto” sono state tradotte in siciliano. In base a tale modello le storie prodotte dai partecipanti sono state successivamente sottoposte all’analisi di: Story Structure, cioè la presenza di determinati elementi chiave nella struttura della storia (Internal States, Goal, Attempt e Outcome); Structural Complexity, ossia la formazione di strutture in cui siano presenti Goal, Attempt e Outcome in combinazioni differenti e in cui la struttura più complessa sia la sequenza GAO; Comprehension Questions, domande poste in lingua italiana per valutare se ci sia stata un’effettiva comprensione della storia in dialetto. Inoltre, lo studio si propone di indagare sulla produzione di elementi propri del dialetto siciliano per quanto riguarda la sintassi, la morfologia e il lessico. I risultati dimostrano che tutti i bambini hanno compreso le istruzioni e le storie in siciliano nonostante la produzione sia stata quasi esclusivamente in italiano e solo in rari casi si sono presentati elementi lessicali in dialetto. Sono stati inoltre rilevati molti calchi sintattici in cui il lessico utilizzato è italiano ma la sintassi è propria del dialetto siciliano.
L'acquisizione del dialetto siciliano in età prescolare
CURATOLO, FIORENZA
2021/2022
Abstract
Lo studio si pone come obiettivo di investigare sulle abilità di comprensione e produzione del dialetto siciliano da parte di bambini in età prescolare. L’esperimento è stato svolto su un campione di 25 bambini in età compresa tra i 3 e i 5 anni in una scuola siciliana presso la cittadina di Castellammare del Golfo (Trapani). In un primo momento partecipanti sono stati sottoposti ad una fase di familiarizzazione in dialetto; in un secondo tempo si è proceduto con l’applicazione della versione italiana del MAIN (Multilingual Assessment Instrument for Narratives). La modalità utilizzata è quella del Retelling le cui storie “Cane” e “Gatto” sono state tradotte in siciliano. In base a tale modello le storie prodotte dai partecipanti sono state successivamente sottoposte all’analisi di: Story Structure, cioè la presenza di determinati elementi chiave nella struttura della storia (Internal States, Goal, Attempt e Outcome); Structural Complexity, ossia la formazione di strutture in cui siano presenti Goal, Attempt e Outcome in combinazioni differenti e in cui la struttura più complessa sia la sequenza GAO; Comprehension Questions, domande poste in lingua italiana per valutare se ci sia stata un’effettiva comprensione della storia in dialetto. Inoltre, lo studio si propone di indagare sulla produzione di elementi propri del dialetto siciliano per quanto riguarda la sintassi, la morfologia e il lessico. I risultati dimostrano che tutti i bambini hanno compreso le istruzioni e le storie in siciliano nonostante la produzione sia stata quasi esclusivamente in italiano e solo in rari casi si sono presentati elementi lessicali in dialetto. Sono stati inoltre rilevati molti calchi sintattici in cui il lessico utilizzato è italiano ma la sintassi è propria del dialetto siciliano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31086