La presente tesi di laurea si propone di problematizzare (senza mai chiudere o interpretare) Salò a cominciare dalla contraddittorietà del suo autore: la schermatura intellettuale con cui Pasolini rinviava ogni forma di potere -cioè anche sapere- “normativo”. In particolare, qui si mette a fuoco la netta contraddizione fra la “metafora del potere” che volle essere il film, la cui sessualità è tutta sodomitica e in-differente, e la contemporanea condanna della falsa tolleranza del coito eterosessuale, descritto da Pasolini come il nuovo modo della coercizione sessuale del potere. Visto che contraddizioni come queste spalancano l’opera oltre i presupposti dell’autore, la seconda parte della tesi, come da titolo, propone un’immersa panoramica dell’odierno ordine sessuale, al fine di scorgervi quanto di esatto e -accortamente- di “attuale” vi risuona di Salò. In effetti, il nuovo discorso sessuale, non senza le sue rappresentazioni, pare imperniarsi proprio sulla polifunzionalità della sodomia, la cui nuova normalizzazione di massa stravolge da un lato la concezione del gender, catalizzando la proliferazione di nuove categorie sessuali in-differenti e combinatorie, e dall’altro lato la cognizione del corpo e dell’identità, nella quale gli organi genitali rivestono ormai un ruolo secondario (se non addirittura irrilevante): in breve, il nuovo ordine sessuale comporta l’indifferenziazione dei corpi. Conclude l’esame allora il seguente interrogativo: come ritrarre il corpo da una tale manomissione? Nel film di Pasolini, si osserva, è la nudità delle vittime a fugare di continuo gli effetti in-differenzianti del potere, giacché da un lato esibisce l’irriducibile differenza dei singoli corpi, e dall’altro lato suscita ogni volta, quasi per enigmatica co-essenzialità, quell’affetto che i libertini vorrebbero invece sopprimere. Oggi, conformemente, le operazioni di potere che permettono l’indifferenziazione dei corpi lavorano a piene mani la stessa nudità. Si medita perciò, in definitiva, una strategia di “contropotere” che, eclissandola dal complesso reticolato delle relazioni di potere, ne salvi la portata differente.
Salò di Pasolini per il nuovo (dis-)ordine sessuale
KHALID, DANESH ALI
2021/2022
Abstract
La presente tesi di laurea si propone di problematizzare (senza mai chiudere o interpretare) Salò a cominciare dalla contraddittorietà del suo autore: la schermatura intellettuale con cui Pasolini rinviava ogni forma di potere -cioè anche sapere- “normativo”. In particolare, qui si mette a fuoco la netta contraddizione fra la “metafora del potere” che volle essere il film, la cui sessualità è tutta sodomitica e in-differente, e la contemporanea condanna della falsa tolleranza del coito eterosessuale, descritto da Pasolini come il nuovo modo della coercizione sessuale del potere. Visto che contraddizioni come queste spalancano l’opera oltre i presupposti dell’autore, la seconda parte della tesi, come da titolo, propone un’immersa panoramica dell’odierno ordine sessuale, al fine di scorgervi quanto di esatto e -accortamente- di “attuale” vi risuona di Salò. In effetti, il nuovo discorso sessuale, non senza le sue rappresentazioni, pare imperniarsi proprio sulla polifunzionalità della sodomia, la cui nuova normalizzazione di massa stravolge da un lato la concezione del gender, catalizzando la proliferazione di nuove categorie sessuali in-differenti e combinatorie, e dall’altro lato la cognizione del corpo e dell’identità, nella quale gli organi genitali rivestono ormai un ruolo secondario (se non addirittura irrilevante): in breve, il nuovo ordine sessuale comporta l’indifferenziazione dei corpi. Conclude l’esame allora il seguente interrogativo: come ritrarre il corpo da una tale manomissione? Nel film di Pasolini, si osserva, è la nudità delle vittime a fugare di continuo gli effetti in-differenzianti del potere, giacché da un lato esibisce l’irriducibile differenza dei singoli corpi, e dall’altro lato suscita ogni volta, quasi per enigmatica co-essenzialità, quell’affetto che i libertini vorrebbero invece sopprimere. Oggi, conformemente, le operazioni di potere che permettono l’indifferenziazione dei corpi lavorano a piene mani la stessa nudità. Si medita perciò, in definitiva, una strategia di “contropotere” che, eclissandola dal complesso reticolato delle relazioni di potere, ne salvi la portata differente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/31101