The paper is essentially presented as a study of the "canon" of Polycletus, incorporating, in this word, every semantic nuance that it can assume in the polycletheus context: it is presented both as a reconstruction of the "Canon", meaning the lost sculptural treatise of the Argive artist, both as an investigation of the canonical norms exposed therein and, therefore, also as a formal analysis of the "Doryphoros", the work for centuries named as "Canon", as it is considered an application perfect of the canon theorized in the homonymous treatise. It therefore sets itself the goal, therefore, by methodological necessity and by choice of exhibition, to illustrate the rules and sculptural principles of Polycletus with an interdisciplinary approach that involves critical-philological and archaeological methods. The framework of its structure is, in fact, tripartite: we proceeded, initially, with a lexicographic analysis of the word "canon", analyzing its evolutionary path from the Greek and Latin languages, up to the Italian one, crossing not only diachronically the centuries of attestation, but also the areas of use, from the literary-philosophical lexicon to the legal one. In the second chapter, we will then proceed in a more specifically polycletean direction, with the study of the indirect tradition of the "Canon" treatise, analyzing formally and content the Greek and Latin sources that report short extracts or precious re-elaborations, which have always been crucial for archaeological research in the Policleteus field and still today the subject of critical debates. And it is precisely on this deep dialogue between philology and archeology in polycletean matter that the third and last chapter focuses: we tried not only to find in the sculptural canon par excellence, the "Doryphoros", the rules derived from the sources, but also of bring to light the still unsolved problem of a perfect mismatch between reading the sources and archaeological data, based on the countless Roman copies of the sculpture in question. And finally, we will see how some copies of the "Doryphoros" are not only the protagonists of intense studies and debates, but also of intricate international crimes about illicit art trade.

L’elaborato si presenta essenzialmente come studio del “canone” di Policleto, inglobando, in questa parola, ogni sfumatura semantica che essa possa assumere nel contesto policleteo: si presenta, cioè, sia come ricostruzione del “Canone”, intendendo con esso il trattato scultoreo perduto dell’artista argivo, sia come indagine delle norme canoniche in esso esposte e, quindi, anche come analisi formale del “Doriforo”, l’opera per secoli passata sotto il nome, appunto, di “Canone”, in quanto ritenuta applicazione perfetta del canone teorizzato nell’omonimo trattato. Esso si pone l’obiettivo, pertanto, per necessità metodologica e per scelta espositiva, di illustrare le regole e i principi scultorei di Policleto con un taglio interdisciplinare che coinvolge approcci critico-filologici e archeologici. L’intelaiatura della sua struttura si mostra, infatti, tripartita: si è proceduto, inizialmente, con un’analisi lessicografica della parola “canone”, analizzandone il percorso evolutivo dalla lingua greca e latina, fino a quella italiana, attraversando non solo diacronicamente i secoli di attestazione, ma anche gli ambiti d’uso, dal lessico letterario-filosofico a quello giuridico. Nel secondo capitolo, si procederà poi in direzione più specificamente policletea, con lo studio della tradizione indiretta del trattato “Canone”, analizzando formalmente e contenutisticamente le fonti greche e latine che ne riportano brevi estratti o preziose rielaborazioni, da sempre cruciali per le ricerche archeologiche in campo Policleteo e ancora oggi oggetto di dibattiti critici. Ed è proprio su questo profondo dialogo tra filologia e archeologia in materia policletea che si concentra il terzo e ultimo capitolo: si è cercato non solo di rinvenire nel Canone scultoreo per eccellenza, il “Doriforo”, le regole desunte dalle fonti, ma anche di portare alla luce il problema, tuttora irrisolto, di una mancata perfetta corrispondenza tra lettura delle fonti e dati archeologici, fondati sulle innumerevoli copie romane della scultura in questione. E si vedrà, infine, come alcune copie del “Doriforo” non siano solo protagoniste di studi e dibattiti, ma anche di intricati gialli internazionali circa il traffico illecito di opere d’arte.

Il Κανών di Policleto: le norme del bello tra fonti letterarie e testimonianze archeologiche

TONOLINI, LUCREZIA
2021/2022

Abstract

The paper is essentially presented as a study of the "canon" of Polycletus, incorporating, in this word, every semantic nuance that it can assume in the polycletheus context: it is presented both as a reconstruction of the "Canon", meaning the lost sculptural treatise of the Argive artist, both as an investigation of the canonical norms exposed therein and, therefore, also as a formal analysis of the "Doryphoros", the work for centuries named as "Canon", as it is considered an application perfect of the canon theorized in the homonymous treatise. It therefore sets itself the goal, therefore, by methodological necessity and by choice of exhibition, to illustrate the rules and sculptural principles of Polycletus with an interdisciplinary approach that involves critical-philological and archaeological methods. The framework of its structure is, in fact, tripartite: we proceeded, initially, with a lexicographic analysis of the word "canon", analyzing its evolutionary path from the Greek and Latin languages, up to the Italian one, crossing not only diachronically the centuries of attestation, but also the areas of use, from the literary-philosophical lexicon to the legal one. In the second chapter, we will then proceed in a more specifically polycletean direction, with the study of the indirect tradition of the "Canon" treatise, analyzing formally and content the Greek and Latin sources that report short extracts or precious re-elaborations, which have always been crucial for archaeological research in the Policleteus field and still today the subject of critical debates. And it is precisely on this deep dialogue between philology and archeology in polycletean matter that the third and last chapter focuses: we tried not only to find in the sculptural canon par excellence, the "Doryphoros", the rules derived from the sources, but also of bring to light the still unsolved problem of a perfect mismatch between reading the sources and archaeological data, based on the countless Roman copies of the sculpture in question. And finally, we will see how some copies of the "Doryphoros" are not only the protagonists of intense studies and debates, but also of intricate international crimes about illicit art trade.
2021
The Κανών of Polykleitos: the rules of beauty between literary sources and archaeological evidence
L’elaborato si presenta essenzialmente come studio del “canone” di Policleto, inglobando, in questa parola, ogni sfumatura semantica che essa possa assumere nel contesto policleteo: si presenta, cioè, sia come ricostruzione del “Canone”, intendendo con esso il trattato scultoreo perduto dell’artista argivo, sia come indagine delle norme canoniche in esso esposte e, quindi, anche come analisi formale del “Doriforo”, l’opera per secoli passata sotto il nome, appunto, di “Canone”, in quanto ritenuta applicazione perfetta del canone teorizzato nell’omonimo trattato. Esso si pone l’obiettivo, pertanto, per necessità metodologica e per scelta espositiva, di illustrare le regole e i principi scultorei di Policleto con un taglio interdisciplinare che coinvolge approcci critico-filologici e archeologici. L’intelaiatura della sua struttura si mostra, infatti, tripartita: si è proceduto, inizialmente, con un’analisi lessicografica della parola “canone”, analizzandone il percorso evolutivo dalla lingua greca e latina, fino a quella italiana, attraversando non solo diacronicamente i secoli di attestazione, ma anche gli ambiti d’uso, dal lessico letterario-filosofico a quello giuridico. Nel secondo capitolo, si procederà poi in direzione più specificamente policletea, con lo studio della tradizione indiretta del trattato “Canone”, analizzando formalmente e contenutisticamente le fonti greche e latine che ne riportano brevi estratti o preziose rielaborazioni, da sempre cruciali per le ricerche archeologiche in campo Policleteo e ancora oggi oggetto di dibattiti critici. Ed è proprio su questo profondo dialogo tra filologia e archeologia in materia policletea che si concentra il terzo e ultimo capitolo: si è cercato non solo di rinvenire nel Canone scultoreo per eccellenza, il “Doriforo”, le regole desunte dalle fonti, ma anche di portare alla luce il problema, tuttora irrisolto, di una mancata perfetta corrispondenza tra lettura delle fonti e dati archeologici, fondati sulle innumerevoli copie romane della scultura in questione. E si vedrà, infine, come alcune copie del “Doriforo” non siano solo protagoniste di studi e dibattiti, ma anche di intricati gialli internazionali circa il traffico illecito di opere d’arte.
Canone
Scultura
Arte Classica
Policleto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/31123